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Con il decreto approvato il 20 febbraio si è previsto che a partire dal 1 maggio 2015 l'indennità di disoccupazione costituita da Aspi e Mini Aspi è stata sostituita  dalla NASpI.

La durata della NASpI sarà calcolata in base alla contribuzione versata dal lavoratore per un massimo di 24 mesi  per chi ha versato almeno 4 anni di contributi.

Grazie all'approvazione della Legge di Stabilità 2015 il governo Renzi ha allargato la platea dei destinatari dell'indennità di disoccupazione anche ai lavoratori precari.

La NASpI è il sussidio di disoccupazione universale erogato dall'INPS per eventi di disoccupazione involontaria successivi al 1 maggio 2015. A partire dal 1 maggio, quindi, i lavoratori che perdono il lavoro ed hanno lavorato almeno 3 mesi hanno diritto a percepire l'assegno.

Beneficiari NASpI

La NaSpI è destinata a tutti i lavoratori che perdono involontariamente il lavoro. Esclusi dal trattamento sono i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato (entrambe le categoria sono tutelate da altra regolamentazione).

Anche i lavoratori che hanno presentato le dimissioni per giusta causa potranno beneficiare dell'indennità di disoccupazione. La circolare Inps 94 del 12 maggio 2015 chiarisce quello che si intende per giusta causa: tutte le cessazioni del rapporto di lavoro che sono motivate

dal mancato pagamento della retribuzione;dall'aver subito molestie sessuali nei luoghi di lavoro;dalle modificazioni peggiorative delle mansioni lavorative;dal c.d. mobbing;dalle notevoli variazioni delle condizioni di lavoro a seguito di cessione ad altre persone (fisiche o giuridiche) dell'azienda (art.2112 co.4 codice civile);dallo spostamento del lavoratore da una sede ad un'altra, senza che sussistano le "comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive" previste dall'art. 2103 codice civile;dal comportamento ingiurioso posto in essere dal superiore gerarchico nei confronti del dipendente.

Requisiti NASpI

Il lavoratore che voglia usufruire della NASpI deve possedere i seguenti requisiti:

Stato di disoccupazioneDeve poter far valere almeno 13 settimane contributive accreditate nei 4 anni precedenti l'evento di disoccupazioneDeve poter far valere, nei 12 mesi precedenti l'evento di perdita involontaria del lavoro, 30 giornate di lavoro effettivo a prescindere dal minimale contributivo.

Durata NASpI 2015

La durata della NASpI, come anticipato in precedenza, varia in base ai contributi versati dal lavoratore e può arrivare ad un massimo di 24 mesi per lavoratori che posano vantare 4 anni di lavoro precedente alla disoccupazione. La durata massima prevista, andando a guardare nel particolare, è pari alla metà delle settimane contributive maturate nei 4 anni precedenti (massimo 24 appunto).

Importo NASpI

L'importo della NASpI viene calcolato dividendo il totale delle retribuzioni imponibili degli ultimi 4 anni per il numero delle settimane di contributi accreditati. Il risultato deve poi essere moltiplicato per il coefficiente 4,33.

Se la retribuzione mensile che risulta da tale operazione dovesse essere pari o inferiore all'importo di 1195 euro, l'importo dell'assegno mensile sarà calcolato al 75% della retribuzione stessa, se invece l'importo ottenuto supera i 1195 euro al 75% sarà aggiunto il 25% della differenza tra detto importo e la retribuzione mensile.

L'importo mensile della NASpI, in ogni caso non potrà superare i 1300 euro.

La NASpI verrà corrisposta per intero per i primi 4 mesi, a decorrere dal quinto mese l'importo dell'assegno sarà ridotto del 3% al mese. Si precisa che alla NASpI non sarà applicata la trattenuta del 5,84% che si applica alle prestazioni a sostegno del reddito.

NASpI e contributi figurativi

Sempre nella circolare INPS 94 del 12 maggio 2015 viene chiarito che  i contributi figurativi sono riconosciuti d'ufficio per i periodi in cui si fruisce dell'indennità di disoccupazione entro un limite di retribuzione pari a 1,4 volte l'importo della NASpI per l'anno 2015.

Calcolando: se l'importo massimo mensile è per il 2015 di 1300 euro la contribuzione figurativa riconosciuta per lo stesso anno sarà al massimo di 1820 euro.

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Con il Jobs act si è generato uno squilibrio nei rapporti di forza tra imprese e lavoratori a tutto vantaggio dei primi: speriamo di rimediare in sede di rinnovo dei contratti. Se con la contrattazione riusciremo a risolvere questi problemi, avremo meno contenziosi, altrimenti le cause aumenteranno. Con il demansionamento, ad esempio, se è vero che, nella prima fase, non ci saranno riduzioni di salario è altrettanto vero che, successivamente, potrebbe essere preclusa la possibilità di fare carriera a chi ha subito quel provvedimento.Di molte norme del Jobs act, quindi, non se ne sentiva proprio la necessità neanche per le imprese che, invece, soffrono per un eccesso di leggi e per quelle condizioni che generano squilibri nella competizione interna. Oltre 2 milioni e mezzo di lavoratori in nero, 60 miliardi di corruzione, 130 miliardi di evasione fiscale: queste sono tutte premesse per una concorrenza sleale che non fa bene alle tantissime imprese oneste e che su tali aspetti attendono provvedimenti concreti dal Governo. Peraltro, lo Stato è il peggior datore di lavoro perché non rinnova i contratti dei suoi dipendenti da oltre sei anni

. E adesso sono preoccupati per la sentenza della Consulta perché sono in ballo 35 miliardi da restituire ai lavoratori del settore. Certo, non è tutta colpa di Renzi, che ha ereditato problemi da Monti, ma l'attuale Premier rischia di farne ereditare altri al prossimo Governo. Noi non vogliamo essere né gli oppositori né i paggetti dell'Esecutivo - che, tra l'altro, non è stato votato dagli italiani - noi vogliamo fare i sindacalisti e, dunque, vogliamo contrattare: se ce lo lasceranno fare, il Paese ne trarrà vantaggio.

Milano, 8 giugno 2015

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Giovedì, 28 Maggio 2015 14:37

Chiusura uffici UIL lunedì 1 giugno

Lunedì 1 giugno tutti gli uffici e le sedi UIL della provincia di Alessandria saranno chiusi. Riapriranno al pubblico mercoledì 3 giugno.

 

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Venerdì, 22 Maggio 2015 17:16

3° Rapporto UIL sulla cassintegrazione

In allegato il 3° Rapporto UIL sulla cassa integrazione riferita ad aprile.

L'elaborato contiene anche il dato delle ore autorizzate nel I quadrimestre con la consueta suddivisione per macro aree, regioni, province e settori produttivi.

 

Dati elaborati dallla UIL - Servizio Politiche del Lavoro

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In allegato (e a seguire) il comunicato stampa della UIL FPL, FP CGIL e CISL FP regionali relativo alla proclamazione dello stato di agitazione del comparto sanità pubblica, con manifestazione il 26 maggio p.v., alle ore 15.00, davanti al Consiglio Regionale.

PIEMONTE: PROCLAMAZIONE STATO DI AGITAZIONE REGIONALE

COMPARTO SANITA' PUBBLICA

MANIFESTAZIONE 26 MAGGIO 2015 ORE 15 DAVANTI CONSIGLIO REGIONALE

Sanità, FP CGIL CISL FP UIL FPL  Piemonte: "Il piano di rientro non si può scaricare sui servizi e sui lavoratori, Il 26 Maggio manifestazione unitaria davanti al Consiglio Regionale"

Per FP CGIL CISL FP UIL FPL del Piemonte troppo vaghe le rassicurazioni dell'Assessore Saitta sulle assunzioni: SERVE UNA VERA PROGRAMMAZIONE DELLE COMPETENZE

"Per riorganizzare il Sistema Sanitario Regionale non bastano le toppe, serve una vera programmazione dei fabbisogni del personale e delle competenze"; sono critiche le Organizzazioni Sindacali FP CGIL CISL FP UIL FPL del Piemonte, che dopo l'incontro di oggi con l'Assessore alla Sanità Antonio Saitta è stato confermato il rischio, più volte sollevato dai sindacati che: "guardando solo i tetti di spesa alla fine il conto relativo al piano di rientro sarà scaricato tutto sui servizi e sui lavoratori".

L'Assessore parla di 600 nuove assunzioni; peccato che non voglia dire se si tratterà di una nuova infornata di dirigenti o di personale di comparto che andrà, davvero, a rinforzare i servizi ospedalieri e territoriali" attacano i sindacati.

"Eppure basterebbe fare un giro nei reparti o passare in esame le reali necessità di cura e assistenza per capire che di nuove assunzioni ce ne servirebbero ben oltre".

"Per questi motivi abbiamo chiesto con forza di aprire un immediato tavolo di confronto e di definire insieme un piano del personale a medio termine che attribuisca ad ogni singola azienda le qualifiche che servono".

"Una vera programmazione si fa coinvolgendo coloro che ogni giorno mandano avanti i servizi per garantire la salute ai cittadini con grande professionali e impegno nonostante le condizioni spesso proibitive: doppi turni, ferie accumulate, zero flessibilità, zero attenzione alle persone e all'organizzazione.

Bisogna, invece, valutare i bisogni di salute, i servizi che ci sono e quelli che vanno potenziati, trovare un nuovo equilibrio tra percorsi ospedalieri e assistenza territoriale, pianificare la stabilizzazione del personale precario, attivare la mobilità volontaria interaziendale; e poi definire le competenze che occorrono per un sistema di cura all'altezza delle aspettative dei cittadini".

"Quello della Regione Piemonte è un modo di procedere inaccettabile", rincarano i Sindacati; "Solo pochi giorni fa l'Assessore Saitta chiedeva al Sindacato di sostenere la riorganizzazione del sistema sanitario piemontese. Abbiamo dato la nostra disponibilità, pensando di concordare un percorso condiviso sulle nuove assunzioni, sulle dotazioni organiche, sulle professionalità necessarie a garantire i servizi essenziali. Avevamo inteso che si sarebbe correttamente cercata un'alleanza tra indirizzo politico e operatori dei sewrvizi sanitari che hanno, fino ad oggi, accettato grandi sacrifici sperando in un riordino complessivo del sistema. Ma evidentemente ci sbagliavamo"

"Per questo" concludono le tre sigle sindacali, "MARTEDI 26 MAGGIO (DALLE ORE 13.00) manifesteremo il nostro disappunto e porteremo in piazza le nostre proposte, con un presidio davanti al Consiglio Regionale; contestualmente abbiamo proclamato lo stato di agitazione regionale del comparto":

"Saremo come sempre in prima linea anche a fianco dei cittadini, per indicare i risparmi di spesa che si possono fare, ma anche gli investimenti che servono per costruire servizi più avanzati, veloci ed inclusivi".

Torino 18 maggio 2015

FP CGIL                                             CISL FP                                  UILFPL

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Venerdì 22 maggio anche in provincia ci sarà la mobilitazione dei pensionati che prevedere un presidio davanti alla Prefettura di Alessandria dalle 11 alle 12,30.

UILP UIL, FNP CISL e SPI CGIL scendono in campo per dare una prima risposta alla situazione che si è creata a seguito della sentenza della Corte Costituzionale sulle norme per l'indicizzazionedelle pensioni negli anni 2012 – 2013.

I sindacati chiedono il rispetto della sentenza e l'avvio di un confronto sulle modalità di applicazione.

 

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Il Governo restituisce ai pensionati, con trattamenti sopra 3 volte il minimo, solo tra il 4% e il 24% circa di quanto dovuto a seguito della sentenza della Corte Costituzionale. Una restituzione inadeguata – ha commentato il Segretario confederale della Uil, Domenico Proietti -  rispetto alle somme sottratte in questi anni a milioni di pensionati.   Un pensionato, con un trattamento tra 3 e 4 volte il minimo, a fronte di 3.074,88euro lordi spettanti, avrà 726 euro lordi, il 23,61% di quanto dovuto, percentuale che scende al 4,55 % per le pensioni da 2.700 euro lorde mensili.

La proposta di indicizzazione, che partirebbe dal 2016, di 180 euro lordi annui per i trattamenti tra le 3 e le 4 volte il minimo, fino a scendere a 60 euro lordi annui per i trattamenti tra le 5 e le 6 volte il minimo, è irrisoria e insufficiente a salvaguardare il reale potere d'acquisto delle pensioni.

Per questi motivi la UIL ritiene che il Governo stia dando una risposta non all'altezza delle attese dei pensionati dopo la sentenza dell'Alta Corte e si mobiliterà affinché il Parlamento ripristini il diritto all'indicizzazione delle pensioni.

Lo studio prende in esame l'importo dell'assegno pensionistico mensile lordo, per diverse fasce di reddito, mostrando l'effetto che il blocco della perequazione, prima con l'intervento Fornero, poi con l'intervento del Governo Letta,  ha avuto sull'indicizzazione dei trattamenti.

Vengono analizzati, anche,  gli effetti che la Sentenza n. 70 del 2015 della Corte Costituzionale avrà sulle pensioni.

Analisi della UIL in allegato.

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Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha inaugurato la nuova sede della Uil di Pavia. Nel suo intervento ha affrontato i temi relativi alla scuola, alle pensioni e ai contratti.Possono votare la riforma della scuola, ma nella scuola quella riforma non sarà mai applicata.

Una riforma non condivisa, difficilmente si realizza. Noi siamo per fare cose legali e per non creare problemi alle famiglie, ma ancora una volta, con le sue dichiarazioni sul blocco degli scrutini, il Garante per lo sciopero dimostra di garantire solo il divieto di sciopero. Bisogna tenere conto di ciò che insegnanti, personale ATA, studenti e genitori hanno chiesto a gran voce con l'ultima manifestazione: una scuola pubblica, libera e democratica e questo disegno di legge non ha tali caratteristiche. Non siamo disponibili a fare un accordo comunque sia: vogliamo modifiche profonde al ddl.

C'è una sentenza della Corte costituzionale: bisogna applicarla. È una questione di legalità. C'è un problema di gradualità, di tetti? Discutiamone, ma prima bisogna acquisire la sentenza. Poi si convocano le parti e si decide come si possono evitare problemi al Paese.

Il Governo tedesco, a partire dal prossimo mese di luglio, darà un incremento del 2,5% ai pensionati dell'Est e del 2,1% a quelli dell'Ovest: se lo fanno loro, che sono i cultori del rigore, perché non dovremmo farlo anche noi?

Per fare recuperare potere d'acquisto ai lavoratori, bisogna fare i contratti a partire da quelli del pubblico impiego e, per questa via, cercare di recuperare anche i danni provocati dal Governo, inserendo regole che mitighino gli effetti negativi del Jobs Act. A quanto pare, anche questo provvedimento non sarebbe immune da vizi di incostituzionalità. Io faccio il sindacalista e, dunque, voglio contrattare sempre, sino all'ultimo momento: non vorrei, però, che anche noi fossimo costretti a fare ricorsi alla Consulta come ulteriore forma di lotta.

Pavia, 15 maggio 2015

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Venerdì, 15 Maggio 2015 10:57

Rivalutazione della pensione: esempi di calcolo

Ecco quanto dovrebbero incassare i pensionati per effetto della rivalutazione pensione dopo la sentenza della Corte Costituzionale: ipotesi di calcolo, in attesa del decreto del Governo.

Premessa doverosa: per sapere effettivamente quanto ogni pensionato incasserà di rivalutazione pensione dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul no al blocco indicizzazioni bisogna attendere il decreto del Governo: le ipotesi sul tavolo sono diverse, e le più accreditate parlano di un rimborso pieno solo per i redditi dei primi scaglioni bloccati (fra tre e cinque volte il minimo, a grandi linee), e probabilmente progressivo (a rate, in due tappe, anche qui si valutano diverse possibilità). Nell'attesa di conoscere il provvedimento, proviamo comunque a fare alcuni calcoli, del tutto teorici, su quanto incasseranno i pensionati per effetto della rivalutazione.

Come è noto, bisogna restituire l'indicizzazione bloccata negli anni 2012 e 2013 dalla riforma Fornero per gli assegni superiori a tre volte il minimo. Vediamo le stime della Cgia di Mestre, che presuppongono una rivalutazione pensione piena, ovvero il recupero totale dell'indicizzazione 2012 e 2013 e il calcolo degli anni seguenti (2014 e 2015) che vede ulteriormente salire l'assegno perché si applica alle pensioni costantemente rivalutate.

Un pensionato che incassa fra tre e quattro volte il minimo (quindi fra 1.405 e 1.499,99 euro lordi, che significa un assegno netto mensile medio di di 1088 euro), dovrebbe prendere in tutto 1674 euro, al netto dell'IRPEF. Per la precisione, 344 euro per il 2012, 440 per il 2013, 444 per il 2014 e 446 per il 2015.

Chi ha una pensione fra 1500 e 1749,99 euro (netto mensile intorno a 1196 euro), incasserebbe invece un totale di 3mila 611 euro. Questa è la categoria di pensionati destinata a guadagnare di più dalla rivalutazione, chi ha assegni più alti prenderà meno perché scendono i coefficienti di rivalutazione.

Per gli assegni fra 1.750 e 1.999,99 euro (netto mensile 1352 euro), la reindicizzazione vale in tutto 2mila 633 euro. Fra i 2mila e i 2mila 249,99 euro (circa 1509 euro netti al mese), la restituzione totale sarebbe pari a 2mila 141 euro. I pensionati con assegni fra 2mila 250 e 2mila499 euro (netto mensile 1661 euro), dovrebbero prendere 1695 euro. Fra i 2mila500 e i 2mila 999,99 euro, la restituzione vale 2mila155 euro. Infine, sopra i 3mila euro, si dovrebbero prendere 3mila 515 euro.

Da sottolineare che si tratta di calcoli del tutto teorici, non corrispondono alle cifre che effettivamente i pensionati incasseranno. I calcoli sopra indicati prendono in considerazione una rivalutazione piena, il Governo invece con ogni probabilità metterà diversi paletti, ad esempio con una reindicizzazione solo fino a determinati tetti di reddito, con un meccanismo di restituzione a rate, o comunque in diverse soluzioni.

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Giovedì, 07 Maggio 2015 02:00

Inaugurata la sede UIL ad Arquata

Questo pomeriggio, giovedì 7 maggio, è stata inaugurata la nuova sede UIL di Arquata Scrivia, in Via Libarna 390.

hanno partecipato all'inaugurazione anche Mario Castellengo, Segreteria regionale UIL Pensionati, Paolo Spineto, sindaco di Arquata Scrivia e l'assessore comunale Roberto Prando.

La sede sarà aperta al pubblico nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12.30.

 

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