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Tutta la Uil esprime sincero cordoglio per la morte di Sergio Marchionne. Entrerà nella Storia come l'uomo che ha salvato la Fiat. La Uil ha partecipato alla realizzazione di questo obiettivo: vorremmo che si onorasse la sua memoria dando continuità produttiva e occupazionale, in Italia e nel mondo, a questo disegno di sviluppo.

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Il "Pacchetto Lavoro" contenuto nel Decreto Dignità (Decreto Legge 87/2018 entrato in vigore il 14 luglio u.s.), modifica alcuni istituti giuridici con la finalità, perseguita dal Governo, di contrastare la precarietà del mondo del lavoro.

Gli istituti su cui si sono apportate novità sono: il contratto a tempo determinato, la somministrazione, l'indennità economica in caso di licenziamento illegittimo.

Una nostra prima considerazione sul "Pacchetto Lavoro" è stata quella di vedere nelle modifiche apportate, un primo passo verso un miglior "equilibrio" tra le due Parti del contratto di lavoro, alzando leggermente, rispetto al recente passato, l'asticella della certezza del diritto per la parte più debole del rapporto di lavoro: il dipendente.

Avremmo apprezzato un coinvolgimento delle Parti Sociali nella fase di costruzione del percorso di modifica, per il semplice fatto che il mercato del lavoro è un coacervo di sfaccettuature ed esigenze settoriali non sempre omogeneizzabili in limiti, tetti, percentuali standardizzate da una legge nazionale, come ha dimostrato il passato. Troppe volte il legislatore si è anteposto, in maniera anche sostitutiva, all'autonomia collettiva, dettando regole ed imponendo paletti non sempre adeguati alle variegate esigenze dei molteplici settori produttivi su cui le norme andavano ad incidere. Lo dimostra il continuo ed implacabile rimettere mano alla normativa lavoristica. Crediamo che la "concertazione" sia ancora una buona prassi da perseguire per il bene del nostro sistema produttivo ed occupazionale.

Sarà nostra cura, quindi, seguire l'excursus dell'iter di conversione con eventuali proposte di modifica da sottoporre alle due Camere.

Riteniamo, inoltre, che le novità non saranno, da sole, sufficienti a scardinare quella cattiva flessibilità che prima di celarsi negli abusi ed usi distorti delle due tipologie contrattuali che si intendono correggere, si annidano in altre forme di lavoro non governate e non regolamentate dalla contrattazione collettiva dove continua ad essere troppo labile il confine tra autonomia e subordinazione (lavori su e attraverso piattaforme digitali, collaborazioni) e tra istituti non contrattuali e contratti subordinati (come nel caso dei tirocini extracurriculari). Il tutto a scapito delle tutele e dei diritti della parte più debole del rapporto di lavoro.

Scoraggiare la precarietà sul lavoro si può ottenere con un mix di misure semplici ma efficaci: rendendo strutturale nel tempo la riduzione del costo del lavoro sui contratti a tempo indeterminato; aumentando contestualmente il costo dei contratti a termine (tutti) che sarebbe buona cosa destinare nelle tasche dei lavoratori quale "compenso" per situazioni lavorative discontinue e temporanee (creare un forte gap di costi tra contratti a termine e contratti standard, di per sé già sarebbe sufficiente a promuovere i contratti a tempo indeterminato); c'è inoltre la necessità di far finalmente funzionare il sistema dell'incontro domanda-offerta di lavoro attraverso una maggiore efficienza ed efficacia dei Servizi per l'Impiego, garantendo fasi di transizione lavorativa meno incerte ed insicure; diventa sempre più indispensabile, inoltre, l'ausilio che può fornire la formazione attuata, anche, attraverso i Fondi Interprofessionali, una formazione che dovrebbe essere menzionata tra i nuovi "diritti" del lavoratore.

Si analizzano, ora, le novità del Pacchetto Lavoro contenute nel Decreto Dignità:

CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO.

Con una longevità che dura da più di 50 anni, il contratto a tempo determinato è, forse, tra tutte le tipologie contrattuali quella che ha subito i maggiori interventi legislativi di modifica.

La prima legge sul tempo determinato risale al 1962, quando le uniche tipologie contrattuali di natura subordinata esistenti erano il contratto di formazione e lavoro ed il contratto a tempo indeterminato.

A quella originaria legge, sono succeduti innumerevoli correttivi legislativi primo tra tutti il d.lgs.368/2001 di recepimento della Direttiva 1999/70/UE, che ha subito 12 interventi modificativi fino a giungere alle più recenti novità contenute nel d.lgs 81/2015 (uno degli 8 decreti attuativi del Jobs Act).

Occorre ammetterlo per onestà intellettuale: la continua modifica del diritto del lavoro, non conferisce certezza allo stesso, creando quindi situazioni di incertezza applicativa anche nei confronti di chi deve assumere. C'è poi un problema di chiarezza della norma, che troppo spesso si è mostrata di difficile e dubbia interpretazione. Dottrina e giurisprudenza sono intervenute a più riprese sul tema del contratto a tempo determinato per dirimere dubbi interpretativi connessi all'istituto e per risolvere le molteplici controversie lavoristiche che ne sono scaturite, giungendo in molti casi fino alla Corte di Giustizia Europea.

Al termine di questo preambolo che ricostruisce, seppur sommariamente, l'evoluzione legislativa fino ad oggi succedutasi su questa tipologia contrattuale, oggi il Decreto Dignità reinterviene su questo istituto con alcuni correttivi:

REINTRODUZIONE DELLE CAUSALI

Il Pacchetto Lavoro contenuto nel Decreto Dignità, reintroduce, dopo altalenanti fasi di inserimento ed eliminazione (questa ultima avvenuta dapprima in maniera più attenuata con la Legge di riforma del lavoro del 2012 e, poi proseguita, in maniera totalizzante con il Decreto Poletti e confermata dal Jobs Act), le "causali" cioè i motivi oggettivi che giustificano il ricorso alla temporaneità del contratto.

Le causali menzionate nel Pacchetto Lavoro sono molto simili a quelle richiamate nella primigenia Legge del 1962:

esigenze temporanee e oggettive, estranee all'ordinaria attività, ovvero ad esigenze sostitutive di altri lavoratori

esigenze connesse ad incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell'attività ordinaria

Non vengono richiamate nell'elenco delle causali, le attività caratterizzate dalla stagionalità, in quanto la causalità è insita nella stessa tipologia di attività. Quindi continuerà a trovare applicazione la vigente disciplina in tema di stagionalità e l'elenco delle attività di cui al DPR 1525/1963 e quelle stabilite dalla contrattazione collettiva (anche aziendale).

Il ritorno delle causali è una novità che, come UIL, condividiamo, poiché è un requisito che tende a riaffermare il criterio di differenziazione finalistica del contratto a tempo determinato rispetto al contratto standard: il contratto a termine costituisce l'"eccezione" rispetto alla forma comune del contratto che resta il contratto a tempo indeterminato. Eccezione che trova il suo fondamento proprio nella temporaneità/scadenza del rapporto di lavoro stesso.

Riteniamo che sul tema delle causali, vada apportato un correttivo in sede di conversione: il Decreto Dignità introduce una acausalità circoscritta al 1° contratto, che potrà, però, essere privo di giustificazione fino ad un massimo di 12 mesi (comprese le sue eventuali proroghe che il Pacchetto Lavoro riduce, complessivamente, da 5 a 4). Riteniamo, questo, un tempo troppo lungo di esonero dall'apposizione di una specifica giustificazione. Vorremmo evitare che, come nel passato, dietro lunghi periodi di contratto a termine possano celarsi lunghi periodi di prova per le lavoratrici ed i lavoratori.

Crediamo, quindi, più corretto, rispetto alla natura di questa tipologia contrattuale, prevedere la causale anche a partire dal 1° contratto.

RIDUZIONE DELLA DURATA COMPLESSIVA DEL CONTRATTO A 24 MESI.

Vengono ridotti da 36 a 24 i mesi complessivamente lavorati con contratto a tempo determinato (comprensivi di proroghe e rinnovi) tra medesimo lavoratore e datore di lavoro. La novità lascia intatta la vigente normativa che prevede su tale durata massima, la possibilità di un'ulteriore contratto in deroga di 12 mesi da stipularsi in ITL (Ispettorato Territoriale del Lavoro) o diverse durate stabilite dalla contrattazione collettiva (anche aziendale).

Mostriamo perplessità per l'entrata in vigore del nuovo tetto di 24 mesi ai rinnovi e proroghe in corso. Ciò significherà per molte lavoratrici e lavoratori interrompere "forzosamente" un rapporto di lavoro in corso di svolgimento per sopravvenuta scadenza della durata legale. Sarebbe, quindi, necessario che proprio per garantire quella "dignità" del lavoro, di cui porta il titola questa Decreto, debba essere introdotta una fase transitoria che salvaguardi tutti quei dipendenti a cui sono in corso proroghe e rinnovi di contratti a tempo determinato.

AUMENTO DELL'ALIQUOTA CONTRIBUTIVA AGGIUNTIVA DELLO 0,5%.

Va nella giusta direzione, l'ulteriore aumento della contribuzione aggiuntiva a carico del solo datore di lavoro, a cui si cumulerà quello introdotto dalla L.92/2012 (1,4%). Il Pacchetto Lavoro, prevede, infatti, un incremento di un ulteriore 0,5% per ogni rinnovo contrattuale a partire dal primo. Poiché crediamo che sul costo aggiuntivo, come si diceva in premessa, si giochi gran parte della partita della riduzione della cattiva flessibilità, riteniamo necessario che venga innalzata ulteriormente questa percentuale, con la previsione di un costo maggiorato anche alle proroghe. Il tutto almeno fin quando non si introdurranno riduzioni strutturali del costo del lavoro a tempo indeterminato. Inoltre, sempre nel senso di restituire "dignità" al lavoro, il costo aggiuntivo della flessibilità dovrebbe essere destinato al lavoratore stesso, in modo da "compensare" l'instabilità ed insicurezza del contratto.

Da una nostra simulazione, considerando una retribuzione lorda annua di € 24 mila, il costo aggiuntivo prodotto dall'aumento dello 0,5% è pari a € 9 mensili ogni rinnovo (con un differenziale di costi rispetto al contratto a tempo indeterminato di poco più di € 100 mensili (comprensivo di addizionale aggiuntivo dell'1,4%, dello 0,5% del Decreto Dignità e dell'Irap). Ma se il 1° contratto a tempo determinato durasse 12 mesi, tale costo aggiuntivo verrebbe meno, nulla cambiando rispetto ad oggi.

I TERMINI DI IMPUGNAZIONE STRAGIUDIZIALE DEL CONTRATTO A TERMINE, SALGONO A 180 GIORNI

Attualmente per l'impugnazione del contratto a tempo determinato, vige un sistema di doppi termini di decadenza: 120 giorni dalla scadenza del contratto per impugnare in via stragiudiziale il contratto e gli ulteriori 180 giorni per adire la via giudiziale.

Si tratta di termini perentori (tassativi), che laddove non rispettati, determinano per il lavoratore l'impossibilità di impugnare il contratto.

Il Pacchetto Lavoro innalza a 180 giorni il primo termine decadenziale per l'impugnativa extragiudiziale.

SOMMINISTRAZIONE A TEMPO DETERMINATO

Negli anni '90, con la liberalizzazione del collocamento, fino a quel momento di monopolio pubblico, viene introdotto il lavoro interinale che nel 2003 prenderà il nuovo nome di  somministrazione.

Le origini e le finalità del contratto a tempo determinato e della somministrazione, sono profondamente diverse e come tali, richiedono una diversa attenzione nella regolamentazione.

Il Decreto Dignità sembra invece concepire i due istituti contrattuali come uguali, tentando una "omogeneizzazione" della somministrazione a tempo determinato con il contratto a termine in forma diretta.

Tale equiparazione è visibile nelle novità che introduce:

Tetto massimo di durata di 24 mesi

1°contratto in somministrazione "ACAUSALE" fino a 12 mesi (comprensivo di eventuali proroghe)

Introduzione delle medesime CAUSALI del contratto a tempo determinato a partire dal 1° rinnovo

Massimo 4 proroghe

Maggiorazione contributiva dello 0,5% a partire dal 1° rinnovo

Possibilità di un ulteriore contratto in deroga di durata massima di 12 mesi, oltre il tetto complessivo di 24 mesi, da stipularsi presso l'Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL).

Stop & Go (applicazione dello stacco di 10 o 20 giorni tra contratto e rinnovo)

Resta fermo che non sono previsti tetti di contingentamento ad assunzioni di somministrati (diversamente dal tetto del 20% stabilito in caso di contratto a tempo determinato diretto), salvo eventuali limiti percentuali previsti dalla contrattazione collettiva, anche aziendale, applicata dall'utilizzatore.

LE "TUTELE CRESCENTI" E L'INNALZAMENTO DELL'INDENNITA' ECONOMICA PER LICENZIAMENTO ILLEGITTIMO

Il Decreto Dignità apporta una modifica al regime sanzionatorio delle tutele crescenti di cui al d.lgs 23/2015 (attuativo del Jobs Act). In caso di illegittimo licenziamento per motivo oggettivo ed in caso di illegittimo licenziamento disciplinare (quindi sia per giusta causa che giustificato motivo soggettivo), di lavoratrici e lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015, la vigente indennità economica (pari a 2 mensilità per ogni anno di servizio, in misura non inferiore a 4 mensilità in caso di licenziamento illegittimo nel corso del primo anno di contratto e non superiore a 24 mensilità), viene innalzata a 6 mensilità in caso di licenziamento illegittimo nel corso del primo anno di servizio, fino ad un massimo di 36 mensilità", fermo restando che l'indennità cresce di 2 mensilità per ogni anno di servizio. Ricordiamo che tali somme di denaro sono a titolo risarcitorio e come tali sono esenti da imposizione contributiva.

Tale novità non può che trovarci favorevoli, poiché è volta a rendere un po' più di giustizia a tutte quelle lavoratrici e lavoratori che sono oggetto di licenziamenti ingiusti. Certamente l'indennità non ristorerà mai la perdita di un posto di lavoro e lo stato di diseguaglianza rispetto ad altri colleghi che, a fronte dello stesso tipo di licenziamento, vedranno la reintegrazione nel posto di lavoro. E' quindi chiaro che intravediamo in questa novità un passo in avanti nella tutela della dignità dei lavoratori, ma non la giusta tutela.

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Alla presenza del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, si è tenuta la presentazione della Relazione Annuale dell´Inail del Presidente Massimo De Felice, in cui sono stati presentati i dati degli infortuni e malattie professionali accaduti in Italia nell'anno 2017.

Nel 2017, secondo l'Inail, sono state registrate circa 641 mila denunce di infortuni, con un leggero calo dello 0,08% rispetto all'anno precedente. Di queste, l'Istituto ne ha riconosciute circa 417 mila.

Per quel che riguarda gli infortuni mortali, le denunce sono state 1.112 (nel 2016 erano 1142). Gli infortuni accertati sono 617 con una riduzione rispetto all'anno precedente del 2,8%. Le malattie professionali accertate sono state circa 58mila (circa duemila in meno rispetto al 2016).

Una situazione sicuramente non troppo positiva per il 2017, con un calo troppo irrisorio dei dati su infortuni e malattie e assolutamente negativo per i primi dati del 2018.

Importante è, infatti, l'analisi parziale effettuata sugli infortuni mortali nei primi quattro mesi del 2018 che ha riscontrato un aumento rispetto allo stesso periodo del 2017.

Questi dati indicano che le Istituzioni devono fare di più, anche con il coinvolgimento delle parti sociali, per attuare iniziative comuni in termini di prevenzione.

Condividiamo le proposte del Presidente dell'Inail sulle possibili attività future, in termini di maggiore supporto delle Istituzioni alle imprese, maggiore cooperazione, con attività specifiche per le piccole e medie imprese.

Proposte che come Uil facciamo da anni e che potrebbero veramente dare un forte impulso alla prevenzione nel nostro Paese.

Sarebbe opportuno, inoltre, che il Governo e il Ministero del Lavoro facessero proprie queste proposte per poter programmare insieme le attività urgenti e frenare questa strage di lavoratori.

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Lunedì, 25 Giugno 2018 10:47

Barbagallo rieletto Segretario generale UIL

Una standing ovation ha accolto la proposta di rielezione di Carmelo Barbagallo a Segretario generale della Uil.Cala così il sipario sul XVII Congresso.

Una tre giorni intensissima di confronti, interventi e dibattiti che ha coinvolto, complessivamente oltre 4 mila persone.

Eletta anche la nuova Segreteria con un'importante novità. Per la prima volta nella storia della Uil, la composizione del vertice dell'Organizzazione avrà una composizione paritetica: 3 uomini e 3 donne. Affiancheranno Barbagallo, Pierpaolo Bombardieri, Domenico Proietti, Antonio Foccillo, Tiziana Bocchi, Silvana Roseto e la new entry, Ivana Veronese. Confermato tesoriere, Benedetto Attili.

"Siamo un Sindacato che non deve sfuggire alle domande e che deve parlare non "a", ma "con" i lavoratori". Lo ha sottolineato Barbagallo nel suo intervento da Segretario generale appena riconfermato.

Infine, ha rivolto un ringraziamento a tutta l'Organizzazione: "In questo Congresso, abbiamo rimesso al centro la Uil per dettare, con le nostre proposte, l'agenda economica e politica del Paese. Siamo sempre più destinati a diventare il primo Sindacato".

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UIL NAZIONALECOMUNICATO STAMPA

21 – 22 – 23 GIUGNO 2018

ROMA CONVENTION CENTER «LA NUVOLA»

XVII CONGRESSO NAZIONALE UIL

«CON EQUILIBRIO NELLA DIREZIONE GIUSTA»

Partirà ufficialmente oggii il XVII Congresso Nazionale della Uil presso il Roma Convention Center La Nuvola. Slogan scelto per questo importante evento è «Con eqUILibrio nella direzione giusta».

3 giornate di lavoro per 22 ore di dibattiti e interventi programmati. Sono circa 80 gli interventi attesi da parte dei delegati, 900 gli ospiti e gli invitati che presenzieranno alle assise della UIL.

Oltre 1700 delegati accreditati, 100 ospiti in rappresentanza delle Organizzazioni sindacali di altri Paesi e ancora Amministratori locali, Parlamentari e Autorità. Tra delegati e invitati a partecipare alla tre giorni, si contano circa 3000 presenze.

In occasione del Congresso nazionale, sarà possibile visionare la mostra storica allestita nei locali della Nuvola a cura dell'Istituto Studi Sindacali della UIL «Italo Viglianesi». Una mostra che illustra, attraverso oggetti e immagini, la storia del sindacalismo laico e riformista italiano.

Presente presso La Nuvola di Fuksas anche una ludoteca affidata all'Associazione «Il Flauto Magico» che accoglierà bambini dai 4 agli 11 anni. Particolare attenzione sarà dedicata a loro con giochi, attività di laboratorio e un tour tra gli stand più creativi e innovativi del Congresso. Una novità per la UIL che garantisce un valido sostegno per la genitorialità.

21 Giugno 2018

Il Congresso si aprirà nel pomeriggio di giovedì 21 giugno 2018 alle ore 15:15 sulle note eseguite dagli artisti dell'Orchestra del Teatro dell´Opera di Roma. Dopo i saluti Istituzionali, è prevista per le ore 16:30 la relazione introduttiva del Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.

22 Giugno 2018

I lavori congressuali riprenderanno venerdì 22 giugno alle ore 9:00.

In mattinata sono previsti gli interventi delle Segretarie Generali di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Annamaria Furlan e della Confederazione internazionale sindacale, Sharan Burrow.

Alle ore 11:00 sarà il vice premier e Ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, a intervenire, per il Governo, al XVII Congresso della Uil Nazionale.

Nel pomeriggio è previsto l'intervento del Segretario generale della Confederazione europea dei Sindacati, Luca Visentini. Il dibattito sindacale sarà inframezzato da una tavola rotonda dal titolo «Essere RSU».

23 Giugno 2018

Il Congresso si chiuderà sabato 23 giugno. A partire dalle ore 9:00 seguiranno due approfondimenti su salute e sicurezza e sui Servizi della UIL. I lavori si chiuderanno con le elezioni della nuova segreteria e le conclusioni, previste, per le ore 12:00 di Carmelo Barbagallo.

Il congresso potrà essere seguito anche tramite app.

 

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Ieri, alla Camera di Commercio di Alessandria, si è tenuto un seminario sui nuovi accordi territoriali firmati dalle principali sigle di inquilini e proprietari fino ad ora con il Comune di Alessandria e con il Comune di Tortona. Sono stati anche sottoscritti accordi che interessano 181 comuni minori, al di sotto dei 10000 abitanti. A breve verranno firmati accordi anche con altri comuni centrozona della provincia.

Le sigle presenti erano la nostra UNIAT, nella persona di Arturo Toson, APPC, CONFAPPI, SICET, CONFABITARE, CONFEDILIZIA, SUNIA e UPPI.

Glia accordi riguardano contratti agevolati 3+2, contratti transitori e contratti per studenti. Prevedono agevolazioni fiscali sia per i proprietari grazie alla cedolare secca al 10% e all' IMU agevolata, che per gli inquilini che possono contare su canoni calmierati e concordati in tutta sicurezza (in base alal posizione dell'abitazione, alla zona, alla data di costruzione, ecc...).

Per maggiori informazioni invitiamo tutti gli interessati a rivolgersi all'ufficio UNIAT nella sede UIL di Alessandria.

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Dal 15 maggio al 18 giugno sarà aperto il Bando regionale per i contributi per il diritto allo studio (voucher anno scolastico 2018-2019): gli interessati possono compilare on-line la domanda con le credenziali in loro possesso, accedendo al sito www.sistemapiemonte.it/assegnidistudio .

La richiesta può essere presentata per l'iscrizione e la frequenza o i libri di testo, il materiale didattico, le dotazioni tecnologiche funzionali all'istruzione, le attività integrative previste dai piani dell'offerta formativa, il trasporto scolastico. Possono richiedere il voucher tutti i cittadini che abbiano un Isee 2017 fino a 26.000 euro.

Con la stessa modulistica i richiedenti con Isee 2017 non superiore a 10.632,94 euro possono richiedere il contributo statale per i libri di testo. I cittadini che non possiedono le credenziali o necessitano di assistenza per la compilazione della domanda possono rivolgersi all'Ufficio gestione amministrativa e diritto allo studio in via San Giovanni Bosco  53 (edificio ex Guala), aperto lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13 e giovedì  dalle 14.30 alle 16.30.

Per il rilascio delle credenziali saranno necessari il documento d'identità e il codice fiscale del richiedente (del genitore se trattasi di minorenne), mentre per la compilazione della domanda occorrerà avere a disposizione, oltre alle credenziali, documento d'identità e codice fiscale del richiedente (genitore se trattasi di minorenne), codice fiscale dello studente, certificazione Isee rilasciata dopo il 15/1/2018, codice Iban (intestato al richiedente), indirizzo mail del richiedente. Per informazioni è possibile rivolgersi a Giuseppina Vullo allo 0131 21326 o alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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In data odierna, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del ministro Carlo Calenda, della vice ministra Teresa Bellanova,i vertici di ArcelorMittal e le Organizzazioni Sindacali si è tenuto l' incontro sulla vertenza ILVA.
I rappresentanti del dicastero dello Sviluppo Economico hanno sottoposto alle parti uno schema di elementi di proposta per la definizione di una ipotesi di accordo.
Gli impegni inerenti le garanzie occupazionali, salariali e normative contenute nel documento sono risultate ancora "insufficienti" rispetto alle richieste ribadite da tutte le Organizzazioni Sindacali, in questi mesi di trattative, e quindi abbiamo valutato il testo non rappresentativo dello stato del negoziato.
La Uilm, anche in questa occasione, ha ribadito la contraddizione del Piano Industriale che, a fronte di una risalita produttiva fino a 10,2 milioni di tonnellate di acciaio finito, prevede il decremento dei livelli occupazionali fino ad 8500 unità lavorative (successivamente elevati a 10.000 senza un oggettivo chiarimento sul loro impiego).
Durante tutti questi mesi negoziato abbiamo chiesto, senza avere riscontro, un confronto trasparente sulla futura organizzazione del lavoro che chiarisse il futuro assetto occupazionale complessivo della nuova Ilva; la proposta del Governo per la costituzione di una società (con la partecipazione di Ilva, Invitalia ed eventualmente altri soggetti pubblici/privati) per la gestione delle attività che AMInvestCo intenderà esternalizzare (per l'equivalente impiego di 1500 lavoratori) non risponde, in modo esaustivo, alle nostre richieste.
La Uilm è ancora intenzionata, se ce ne fossero le condizioni, a ricercare la definizione di un accordo, con ArcelorMittal, nell'interesse dei lavoratori.
Abbiamo accolto favorevolmente l'acquisizione dell'Ilva da parte di ArcelorMittal per il rilancio produttivo ed ambientale, per gli investimenti sulla sicurezza e la salvaguardia dei posti di lavoro dell'Ilva e delle aziende locali dell'indotto.
Allo stesso tempo, come abbiamo già dichiarato negli incontri di IndustriAll in sede europea, occorre salvaguardare le aziende ed i lavoratori interessati dai disinvestimenti di ArcelorMittal perché non possiamo accettare che i rimedi (per le anacronistiche leggi antitrust) per l'acquisizione di Ilva mettano a rischio gli altri stabilimenti europei, a partire da quello di Piombino (ex Magona).
Chiediamo, quindi, di poter condurre un negoziato senza vincoli per poter assicurare reali garanzie occupazionali e tutele salariali e normative.
Per la Uilm è sempre prevalso e continuerà a prevalere il senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori; nei prossimi giorni decideremo le opportune iniziative da intraprendere in attesa dell'insediamento del nuovo Governo.
Roma, 10 maggio 2018
UILM NAZIONALE

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In data odierna, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del ministro Carlo Calenda, della vice ministra Teresa Bellanova,i vertici di ArcelorMittal e le Organizzazioni Sindacali si è tenuto l' incontro sulla vertenza ILVA.
I rappresentanti del dicastero dello Sviluppo Economico hanno sottoposto alle parti uno schema di elementi di proposta per la definizione di una ipotesi di accordo.
Gli impegni inerenti le garanzie occupazionali, salariali e normative contenute nel documento sono risultate ancora "insufficienti" rispetto alle richieste ribadite da tutte le Organizzazioni Sindacali, in questi mesi di trattative, e quindi abbiamo valutato il testo non rappresentativo dello stato del negoziato.
La Uilm, anche in questa occasione, ha ribadito la contraddizione del Piano Industriale che, a fronte di una risalita produttiva fino a 10,2 milioni di tonnellate di acciaio finito, prevede il decremento dei livelli occupazionali fino ad 8500 unità lavorative (successivamente elevati a 10.000 senza un oggettivo chiarimento sul loro impiego).
Durante tutti questi mesi negoziato abbiamo chiesto, senza avere riscontro, un confronto trasparente sulla futura organizzazione del lavoro che chiarisse il futuro assetto occupazionale complessivo della nuova Ilva; la proposta del Governo per la costituzione di una società (con la partecipazione di Ilva, Invitalia ed eventualmente altri soggetti pubblici/privati) per la gestione delle attività che AMInvestCo intenderà esternalizzare (per l'equivalente impiego di 1500 lavoratori) non risponde, in modo esaustivo, alle nostre richieste.
La Uilm è ancora intenzionata, se ce ne fossero le condizioni, a ricercare la definizione di un accordo, con ArcelorMittal, nell'interesse dei lavoratori.
Abbiamo accolto favorevolmente l'acquisizione dell'Ilva da parte di ArcelorMittal per il rilancio produttivo ed ambientale, per gli investimenti sulla sicurezza e la salvaguardia dei posti di lavoro dell'Ilva e delle aziende locali dell'indotto.
Allo stesso tempo, come abbiamo già dichiarato negli incontri di IndustriAll in sede europea, occorre salvaguardare le aziende ed i lavoratori interessati dai disinvestimenti di ArcelorMittal perché non possiamo accettare che i rimedi (per le anacronistiche leggi antitrust) per l'acquisizione di Ilva mettano a rischio gli altri stabilimenti europei, a partire da quello di Piombino (ex Magona).
Chiediamo, quindi, di poter condurre un negoziato senza vincoli per poter assicurare reali garanzie occupazionali e tutele salariali e normative.
Per la Uilm è sempre prevalso e continuerà a prevalere il senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori; nei prossimi giorni decideremo le opportune iniziative da intraprendere in attesa dell'insediamento del nuovo Governo.
Roma, 10 maggio 2018
UILM NAZIONALE

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I gravissimi incidenti ai cantieri di Fincantieri a Monfalcone, Cantieri Navali Mare di La Spezia e quelli accaduti alle Acciaierie Venete di Padova, ci pongono di fronte ad una inaccettabile realtà: oggi, non riusciamo ancora a garantire, in tutti i luoghi di lavoro, le condizioni che consentano di prevedere, prevenire ed escludere che la vita dei lavoratori possa essere messa a rischio.


E' una constatazione che di fatto scaturisce dalla lunga serie di tragici eventi che ormai da troppo tempo registriamo, a cui non si riesce a dare un freno, a cui non si è riusciti a dare, almeno, una inversione di tendenza.
E quindi, oltre all'accertamento delle cause e delle responsabilità sui gravissimi episodi verificatosi nei cantieri di Monfalcone , Muggiano e nello stabilimento di Riviera di Francia, oltre a fermarsi nelle iniziative di sciopero già dichiarate, oltre a fermarsi in iniziative di sensibilizzazione sul tema, è necessario che la "Sicurezza" , nel nostro Paese, diventi un tema che abbia rilevanza al pari di quello dell'Ambiente, dell'Economia o dell'Istruzione.
Essendo il nostro Paese alla vigilia della formazione del nuovo Governo, auspichiamo che il tema della "Sicurezza" venga posto al centro dell'azione governativa con obiettivi rigidi ed adeguate risorse finanziarie per il loro raggiungimento, mettendo insieme tutte le energie e le capacità migliori per individuare le soluzioni al problema.


Esprimiamo la nostra vicinanza ai lavoratori coinvolti nei tragici incidenti ed alle loro famiglie.
Vorremmo, in futuro, non dover scrivere più comunicati di questa natura ma poter dire che si è riusciti a garantire quotidianamente a tutti i lavoratori di far rientro a casa dalle loro famiglie.
Roma, 15 maggio 2018

UILM NAZIONALE

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