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In alegato il documento contenente le proposte di modifica della Legge di Bilancio 2019 varato dagli Esecutivi di UIL CGIL CISL  il 22 ottobre scorso.

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COMUNICATO STAMPA UIL

Gig Economy: il fenomeno in provincia di Alessandria

Convegno di presentazioni dati progetto di ricerca
22 ottobre ore 16

Nelle grandi città siamo abituati a vedere sfrecciare fattorini in biciletta che corrono da una parte all'altra della città per consegnare cibo a domicilio in cambio del costo di commissione. In provincia queste figure magari non sono così visibili, ma esistono e questa tipologia di lavoratori, non solo fattorini come scopriremo, già da anni ha suscitato il nostro interesse.

Come UIL ci eravamo lasciati solo qualche mese fa in occasione del Congresso confederale a parlare di Gig Economy, un'etichetta che rappresenta un fenomeno conosciuto come economia dei lavoretti.

In questo sistema, in sintesi, non esistono prestazioni continuative con posto fisso, contratto a tempo indeterminato e nemmeno determinato, ma si lavora quando c'è richiesta.

Abbiamo voluto capire meglio chi sono le persone che utilizzano queste applicazioni, invitando i cittadini della provincia alla compilazione di un questionario anonimo che ci ha restituito dati molto interessanti.

A conclusione di questo percorso di ricerca durato mesi, realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ed in collaborazione con l'Università del Piemonte Orientale, il prossimo lunedì 22 ottobre alle 16 a Palatium Vetus in Piazza della Libertà 28 ad Alessandria presenteremo i dati raccolti ed elaborati. Illustreremo l'entità del fenomeno in provincia di Alessandria, andando a delineare il profilo dei lavoratori tipo della Gig Economy.

Introdurrà il convegno Aldo Gregori, Segretario generale UIL Alessandria e interverranno Pierangelo Taverna, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e Gianni Cortese, Segretario generale UIL Piemonte. A presentare e commentare i dati della ricerca saranno il Dott. Samuele Beltrame, borsista dell'Università del Piemonte Orientale,  Dott. Alessio Versace, Socio Agenzia di Comunicazione integrata ModusOperandi Snc, la Prof.ssa Fabrizia Santini, Docente di Diritto del Lavoro all'Università del Piemonte Orientale e Giulia Grossi, laureanda in Diritto del Lavoro all'Università del Piemonte Orientale.

Appartengono a questo mondo adulti e giovani, spesso studenti, che tramite apposite applicazioni scaricabili anche sul proprio smartphone si candidano a svolgere una delle tante mansioni richieste che vanno dal fattorino al dog sitter, passando per il giardiniere e la baby sitter. In questo modo lavorano anche giornalisti, grafici e altri lavoratori creativi.

Tutti questi mestieri sono sempre esistiti, ma ora domanda e offerta si incontrano virtualmente tramite applicazioni.

Aldo Gregori, Segretario generale UIL Alessandria: "Il fenomeno esiste, molte persone in provincia di Alessandria ricorrono a queste app, diverse da siti di annunci di lavoro per posizioni stabili. C'è chi le utilizza per arrotondare l'entrata da lavoro principale, spesso invece accade che questi lavoretti siano l'unica entrata.

Il progetto di ricerca tramite lo strumento del questionario è stata una sfida interessante: ha svelato chi sono questi lavoratori, cosa fanno, quanto guadagnano, che tutele hanno e ci ha permesso di capire anche, facendo alcune proiezioni, quali ripercussioni ha questo fenomeno sull'economia locale, aspetto che interessa davvero tutti i cittadini".

Pierangelo Taverna, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria: "Abbiamo accolto molto volentieri l'invito della UIL a sostenere questo interessante progetto che, grazie al prezioso contributo dell'Università del Piemonte Orientale, ha permesso di fotografare un fenomeno molto attuale e in continua crescita, poco conosciuto dal grande pubblico e presente anche in un'economia locale come quella alessandrina.

L'aspetto che ci sta più a cuore è il futuro dei nostri giovani che si apprestano ad affrontare il mondo del lavoro in un momento particolarmente difficile e spesso senza tutele, ma siamo molto attenti anche alla situazione di tanti lavoratori e padri di famiglia, vittime della crisi, che devono accontentarsi di lavoretti precari.

Obiettivo della Fondazione è richiamare l'attenzione su questa nuova realtà, capire e conoscerne le dimensioni e offrire alla comunità gli strumenti utili per affrontarla con consapevolezza e dati alla mano".

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Continua la flessione della cassa integrazione anche a luglio di quest'anno. Tutte le gestioni sono investite dal calo di richieste. Le 14,5 milioni di ore autorizzate nel mese portano a chiudere i primi 7 mesi dell'anno in corso con circa 140 milioni di ore richieste da parte delle aziende, con una contrazione del 37,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno .

I valori dell'ammortizzatore sociale si avvicinano sempre più a quelli del periodo pre-crisi, facendo sperare in una tendenza al miglioramento del sistema economico-produttivo.

La cassa integrazione si è rivelata in questi anni di crisi, e continua ad essere, un fondamentale strumento di tenuta del tessuto produttivo ed occupazionale, salvaguardando, secondo le nostre stime, 117 mila posti di lavoro in questi primi 7 mesi del 2018.

Fonte di preoccupazione è, al contrario, l'incremento delle domande di Naspi presentate nel primo semestre dell'anno se confrontate con  lo stesso periodo dell'anno precedente.

Segnano un buon andamento i dati occupazionali forniti dall'Osservatorio sul precariato Inps. Infatti nel I semestre di quest'anno aumentano del 6,6%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, le attivazioni di rapporti di lavoro subordinato, anche a tempo indeterminato.

Una crescita, questa, determinata anche dalla buona performance degli incentivi contributivi previsti dalla vigente legislazione, che hanno prodotto, nel periodo considerato, 240 mila nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato attivati e oltre 76 mila trasformazioni a tempo indeterminato.

I dati, seppur di tendenza positiva, non sono sufficienti per poter ritenere superata la crisi economica ed occupazionale con particolare riferimento a giovani e donne.

Roma, 30 agosto 2018

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Lieve crescita tendenziale dell'occupazione nel primo mese dell´anno, connotata dalla sola «temporaneità» dei posti di lavoro, che caratterizza le due fasce estreme di età: under 24 e over 50.

Parliamo, pur sempre, di posti di lavoro «dipendente» che trovano nella contrattazione una loro tutela ma, allo stesso tempo, sappiamo bene che non sempre si tratta di occupazione che transita verso quella che l'art. 1 del dlgs 81/2015 (Jobs act) cita come la «forma comune» del rapporto di lavoro e, nello specifico, il «contratto a tempo pieno e indeterminato».

E, probabilmente, la «causale» della crescita congiunturale della disoccupazione registrata dall´Istat (+2,3%) sta nella scadenza degli stessi contratti a termine.

La preoccupazione che vediamo non è quindi nella natura del rapporto di lavoro, ma nella constatazione che si sta sviluppando sempre più un mercato del lavoro transizionale «temporaneo», in cui molti (troppi) lavoratori passano da un lavoro flessibile all'altro, quando va bene, con l'incertezza della stabilità lavorativa.

La strutturalità dell´incentivo «giovani», contenuto nella Legge di Bilancio e gli ulteriori incentivi volti a favorire contratti a tempo indeterminato, compreso il contratto di apprendistato, ci auguriamo che vengano utilizzati dal maggior numero di datori di lavoro, quale investimento per un futuro lavorativo e di vita migliore alle lavoratrici e lavoratori. Il sindacato, proprio attraverso la contrattazione, si adopererà a consolidare questi percorsi a cominciare da un rafforzamento dei contratti di apprendistato e dell'alternanza scuola – lavoro.

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Dopo il calo del mese scorso a gennaio 2018 la stima degli occupati torna a crescere (+0,1%, pari a +25 mila rispetto a dicembre). Il tasso di occupazione sale al 58,1% (+0,1 punti percentuali).

L'aumento dell'occupazione nell'ultimo mese è determinato dalla componente femminile e, con riferimento all'età, dalla forte crescita dei giovani di 15-24 anni e da quella più lieve degli ultracinquantenni, a fronte di un calo tra gli uomini e nelle classi di età centrali tra 25 e 49 anni. Crescono in misura consistente i dipendenti a tempo determinato, mentre calano i permanenti e gli indipendenti.

Nel trimestre novembre-gennaio l'occupazione rimane sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente. Segnali positivi si registrano tra le donne (+0,1%), gli over 50 (+1,0%) e soprattutto i giovani di 15-24 anni (+2,4%), a fronte di un calo tra gli uomini e nelle classi comprese tra 25 e 49 anni. Crescono nel trimestre i dipendenti a termine (+2,4%), mentre calano i permanenti (-0,3%) e gli indipendenti (-0,5%).

La stima delle persone in cerca di occupazione torna a crescere a gennaio (+2,3%, +64 mila) dopo cinque mesi consecutivi di calo. L'aumento della disoccupazione interessa donne e uomini e si distribuisce tra tutte le classi di età. Il tasso di disoccupazione sale all'11,1% (+0,2 punti percentuali rispetto a dicembre), mentre quello giovanile scende al 31,5% (-1,2 punti).

Dopo l'aumento del mese scorso, a gennaio la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni cala dello 0,6% (-83 mila). La diminuzione interessa prevalentemente le donne e i giovani 15-24enni. Il tasso di inattività scende al 34,5% (-0,2 punti percentuali).

Nel trimestre novembre-gennaio, rispetto ai tre mesi precedenti, alla sostanziale stabilità degli occupati si accompagna il calo dei disoccupati (-1,1%, -33 mila) e l'aumento degli inattivi (+0,1%, +14 mila).

Su base annua si conferma l'aumento degli occupati (+0,7%, +156 mila) determinato esclusivamente dalle donne. La crescita si concentra solo tra i lavoratori a termine (+409 mila) mentre calano gli indipendenti (-191 mila) e i permanenti (-62 mila). Aumentano soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+335 mila) ma anche i 15-24enni (+106 mila), mentre calano i 25-49enni (-285 mila). Nello stesso periodo diminuiscono sia i disoccupati (-4,9%, -147 mila) sia gli inattivi (-0,6%, -75 mila).

Al netto dell'effetto della componente demografica, l'incidenza degli occupati sulla popolazione cresce su base annua tra i 15-34enni e i 50-64enni, mentre è in calo tra i 35-49enni.

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A cura della UIL Servizio Politiche Economiche e Territoriali

Con l'emanazione, nel mese di Gennaio 2018, da parte dell'ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive e del Lavoro), di due Decreti Direttoriali che rendono operativi gli incentivi per le assunzioni nel Sud (Bonus assunzioni Sud), e delle assunzioni di giovani NEET iscritti al Programma Garanzia Giovani, si completa il quadro degli incentivi al lavoro e all'occupazione per l'anno 2018, iniziato con l'incentivo per l'occupazione giovanile stabile inserito nella Legge di Bilancio per il 2018 (Legge 205 del 2017).

I due incentivi, che valgono per le assunzioni fatte a partire dal 1 gennaio 2018 e fino al 31 Dicembre 2018, sono un rafforzamento, in quanto compatibili, dell'incentivo strutturale all'occupazione giovanile stabile.

INCENTIVI PER L'OCCUPAZIONE GIOVANILE STABILE (LEGGE DI BILANCIO 205/2017)

A partire dal 2108 per le assunzioni di giovani under 29 anni con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a tutele crescenti è riconosciuto l'esonero triennale del versamento del 50% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro fino ad un massimo di 3 mila euro annui.

Resta ferma l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche (contribuzione figurativa).

L'esonero spetta ai giovani che, non sono mai stati occupati precedentemente a tempo indeterminato, esclusi eventuali periodi di apprendistato.

Limitatamente alle assunzioni per il 2018 l'età per avere diritto all'esonero contributivo è innalzata a 35 anni.

Nell'ipotesi in cui il lavoratore o lavoratrice, per la cui assunzione a tempo indeterminato è stato parzialmente fruito l'esonero, sia nuovamente assunto a tempo indeterminato da altro datore di lavoro privato, il beneficio è riconosciuto a quest'ultimi per il periodo residuo utile alla piena fruizione (tre anni), indipendentemente dall'età del lavoratore o lavoratrice alla data della nuova assunzione (portabilità del beneficio dell'esonero).

L'incentivo è riconosciuto anche in caso di trasformazione di contratto da tempo determinato a tempo indeterminato fermo restando i requisiti anagrafici e di primo contratto a tempo indeterminato.

L'esonero si applica per un periodo di 1 anno, fermo restando il limite annuo di 3 mila euro, in caso di prosecuzione di un contratto di apprendistato in un rapporto a tempo indeterminato condizione che, il lavoratore o lavoratrice non abbia compito l'età di 30 anni alla data della prosecuzione.

L'esonero spetta ai datori di lavoro privati che, nei sei mesi precedenti all'assunzione, non abbiano proceduto a licenziamenti individuali per giustificato motivo o fatto ricorso a licenziamenti collettivi, non spetta inoltre in caso di licenziamento per giustificato motivo del lavoratore assunto o di un lavoratore impiegato nella medesima unità produttiva e inquadrato nella medesima qualifica del lavoratore assunto con l'esonero.

Per le assunzioni di lavoratori in alternanza scuola lavoro o di apprendisti di primo e terzo livello l'esonero è riconosciuto al 100%, fermo il limite di 3 mila euro annui.

L'incentivo per l'occupazione giovanile stabile non è cumulabile con altri incentivi economici della stessa natura (assunzioni di lavoratori e lavoratrici over 50 anni disoccupati da oltre 12 mesi, oppure donne di qualsiasi età senza lavoro dai 6 ai 24 mesi), mentre è cumulabile con l'incentivo assunzioni Sud e l'incentivo assunzioni NEET.

La misura è finanziata con 381 milioni di euro per l'anno 2018, 1,2 miliardi di euro per il 2019, 1,9 miliardi di euro per il 2020 e 2,4 miliardi di euro a partire dal 2021.

INCENTIVO ASSUNZIONI SUD

Per quanto riguarda il bonus assunzioni al Sud per nuove assunzioni, si tratta della decontribuzione totale (contributi previdenziali a carico del datore di lavoro), con tetto massimo fino a 8.060 euro, per un anno, per le assunzioni a tempo indeterminato, anche in apprendistato professionalizzante, trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, nonché al socio lavoratore di cooperativa se assunto con contratto di lavoro subordinato.

L'incentivo è riconosciuto anche in caso di contratto di lavoro a tempo parziale, ma in questo caso il massimale è proporzionalmente ridotto.

L'incentivo non è riconosciuto in caso di assunzioni con contratto di lavoro domestico, occasionale o intermittente.

L'incentivo è riconosciuto ai datori di lavoro privati con sede di lavoro ubicata nelle Regioni "meno sviluppate" (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia), o nelle Regioni "in Transizione" (Abruzzo, Molise, Sardegna).

Il bonus dovrà riguardare le assunzioni: di lavoratori e lavoratrici di età compresa tra i 16 e i 34 anni di età; lavoratori e lavoratrici con 35 anni ed oltre purchè disoccupati da oltre sei mesi.

Per avere diritto all'incentivo, salve fatte le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, i lavoratori e lavoratrici assunti non devono avere avuto rapporti di lavoro con il medesimo datore di lavoro negli ultimi sei mesi.

In caso di fruizione dell'incentivo oltre i limiti del regime "de minimis" (200 mila euro nel triennio), occorre rispettare le condizioni previste dal Regolamento sugli Aiuti di Stato (Regolamento UE 651 del 2014).

Ciò significa che, per avere diritto all'incentivo occorre rispettare il principio di "occupazione aggiuntiva" (al netto delle interruzioni per giusta causa, dimissioni volontarie, invalidità e pensionamenti), e delle condizioni di "fascia debole".

In quest'ultimo caso se l'assunzione riguarda persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni l'esonero è riconosciuto se il lavoratore o lavoratrice è alternativamente: priva di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; non sia in possesso di un diploma di istruzione secondaria o qualifica professionale; al primo impiego regolarmente retribuito; assunto in settori con un tasso di disparità uomo-donna superiori al 25%.

Il Bonus non è cumulabile con altri incentivi economici della stessa natura (assunzioni di lavoratori e lavoratrici over 50 anni disoccupati da oltre 12 mesi, oppure donne di qualsiasi età senza lavoro dai 6 ai 24 mesi), incentivi assunzioni NEET (Garanzia Giovani), mentre è cumulabile con l'incentivo  strutturale all'occupazione giovanile stabile.

In questo caso l'incentivo assunzioni Sud è fruibile per la parte residua, fino al 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con tetto massimo di 8.060 euro.

Gli incentivi per le assunzioni al Sud saranno finanziati fino ad un massimo di 500 milioni di euro di cui: 200 milioni di euro a valere sul Programma Operativo Nazionale Sistemi di Politiche Attive e Occupazione (PON SPAO); 300 milioni di euro a seguito dell'approvazione da parte del CIPE del Programma  Operativo Complementare Sistemi di Politiche Attive e Occupazione (POC SPAO).

Il bonus è riconosciuto dall'INPS fino ad esaurimento della dotazione finanziaria stanziata e le risorse non avranno, quest'anno vincoli territoriali di ripartizione tra categorie di Regioni (meno sviluppate e in transizione).

INCENTIVO ASSUNZIONI GIOVANI NEET

All'interno del Programma "Garanzia Giovani", che ricordiamo è stato rifinanziato fino al 2023 con 1,3 miliardi di euro di nuove risorse, è stato istituito "l'Incentivo Occupazione NEET", con una dotazione  finanziaria di 100 milioni di euro.

L'incentivo finanzierà assunzioni, dal 1 gennaio 2018 fino al 31 dicembre 2018, fino ad esaurimento delle risorse, di giovani NEET di età compresa tra i 16 e i 29 anni che hanno aderito al Programma Garanzia Giovani.

Nel caso di età inferiore di 18 anni i giovani devono avere assolto al diritto dovere all'istruzione  e formazione.

L'incentivo spetta ai datori di lavoro privati con sede di lavoro ubicata su tutto il territorio nazionale ad eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano.

L'incentivo consiste  della decontribuzione totale (contributi previdenziali a carico del datore di lavoro), con tetto massimo fino a 8.060 euro, per un anno, per le assunzioni a tempo indeterminato anche a scopo di somministrazione, in apprendistato professionalizzante, al socio lavoratore di cooperativa se assunto con contratto di lavoro subordinato.

L'incentivo è riconosciuto anche in caso di contratto di lavoro a tempo parziale, ma in questo caso il massimale è proporzionalmente ridotto.

L'incentivo non è riconosciuto in caso di assunzioni con contratto di lavoro domestico, occasionale o intermittente.

Il Bonus non è cumulabile con altri incentivi economici della stessa natura (assunzioni di lavoratori e lavoratrici over 50 anni disoccupati da oltre 12 mesi, oppure donne di qualsiasi età senza lavoro dai 6 ai 24 mesi), incentivi assunzioni Sud, mentre è cumulabile con l'incentivo  strutturale all'occupazione giovanile stabile.

In questo caso l'incentivo assunzioni Sud è fruibile per la parte residua, fino al 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con tetto massimo di 8.060 euro.

Essendo finanziato con fondi comunitari le aziende possono usufruire dell'incentivo in regime del "de Minimis".

In caso di fruizione dell'incentivo oltre i limiti del regime "de minimis" (200 mila euro nel triennio), occorre rispettare le condizioni previste dal Regolamento sugli Aiuti di Stato (Regolamento UE 651 del 2014).

Ciò significa che, per avere diritto all'incentivo occorre rispettare il principio di "occupazione aggiuntiva" (al netto delle interruzioni per giusta causa, dimissioni volontarie, invalidità e pensionamenti), e delle condizioni di "fascia debole".

In quest'ultimo caso se l'assunzione riguarda persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni l'esonero è riconosciuto se il lavoratore o lavoratrice è alternativamente: priva di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; non sia in possesso di un diploma di istruzione secondaria o qualifica professionale; al primo impiego regolarmente retribuito; assunto in settori con un tasso di disparità uomo-donna superiori al 25%.

Gennaio 2018

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Servono investimenti. Solidarietà ai carabinieri per attentato a caserma di Roma

Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha partecipato, questa mattina, a Firenze, all'iniziativa «Quaderni del lavoro» organizzata dalla Uil Toscana e dedicata, in particolare, alla formazione. Nell'occasione, Barbagallo ha risposto ad alcune domande sui dati Istat che registrano un incremento dell'occupazione ma, in particolare, di quella a tempo determinato: «Purtroppo - ha confermato il leader della Uil - l´aumento riguarda i contratti a tempo e, spesso, si tratta di lavoretti: è un problema. Abbiamo troppe piattaforme digitali che impiegano occasionalmente tanti giovani per pochi euro al giorno. Non è buona occupazione. Il lavoro non si crea per decreto, servono investimenti pubblici e privati in infrastrutture e occorre smetterla con questa austerità che ha ridotto l'Europa in povertà. Così, giustamente, si devono trovare risorse per aiutare i poveri, mentre sarebbe preferibile che si facessero investimenti per creare lavoro dignitoso ed evitare che si diventi poveri. Intanto - ha ricordato, poi, Barbagallo - negli ultimi incontri con il Governo siamo riusciti ad ottenere il raddoppio della penalizzazione economica per chi licenzia. In passato, era più facile e conveniente licenziare un lavoratore piuttosto che collocarlo in cassa integrazione: almeno, abbiamo ovviato a questo problema».

Il leader della Uil, infine, rispondendo a margine dell'iniziativa alle domande dei giornalisti, ha espresso la piena solidarietà della sua Organizzazione alle forze dell'ordine e, in particolare, ai carabinieri una cui caserma, a Roma, questa mattina, è stata fatta segno di un attentato che, fortunatamente, non ha provocato danni: «Si sta creando un clima pericoloso e da non sottovalutare - ha precisato Barbagallo - e sotto varie sigle si nascondono rigurgiti antidemocratici preoccupanti. Negli ultimi tempi, abbiamo assistito, da un lato, al tentativo dell'illegalità di controllare il territorio e, dall'altro, alla rinascita di episodi di violenza di matrice neofascita o anarchica. Bisogna isolare tutti coloro che stanno operando in queste direzioni».

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Mercoledì, 13 Settembre 2017 10:13

Dati Istat sul mercato del lavoro

Nel secondo trimestre del 2017 l'economia italiana ha registrato una crescita del Pil pari allo 0,4% in termini congiunturali e all'1,5% su base annua. Nel complesso, l'economia dei paesi dell'area Euro è cresciuta dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 2,2% nel confronto con lo stesso trimestre del 2016. I segnali di consolidamento dell'espansione dei livelli di attività economica, particolarmente significativi nell'industria in senso stretto e nei servizi, sono associati a un assorbimento di lavoro da parte del sistema produttivo che continua a espandersi in linea con la dinamica del Pil: le ore complessivamente lavorate crescono dello 0,5% sul trimestre precedente e dell'1,4% su base annua, confermando l'elevata intensità occupazionale della ripresa in corso.

Dal lato dell'offerta di lavoro, nel secondo trimestre del 2017 l'occupazione presenta una nuova crescita congiunturale (+78 mila, +0,3%) dovuta all'ulteriore aumento dei dipendenti (+149 mila, +0,9%), in oltre otto casi su dieci a termine (+123 mila, +4,8%). Continuano invece a calare gli indipendenti (-71 mila, -1,3%). Il tasso di occupazione cresce di 0,2 punti rispetto al trimestre precedente. I dati mensili più recenti (luglio 2017) mostrano, al netto della stagionalità, un aumento degli occupati (+0,3% rispetto a giugno, corrispondente a +59 mila unità), che riguarda sia i dipendenti sia gli indipendenti.

Tra il secondo trimestre del 2017 e lo stesso periodo dell'anno precedente si stima una crescita di 153 mila occupati (+0,7%) che riguarda soltanto i dipendenti (+356 mila, +2,1%), oltre tre quarti dei quali a termine, a fronte della rilevante diminuzione degli indipendenti (-3,6%). L'incremento in termini assoluti è più consistente per gli occupati a tempo pieno, e l'occupazione a tempo parziale aumenta soprattutto nella componente volontaria. La crescita dell'occupazione riguarda entrambi i generi e tutte le ripartizioni ed è più intensa per le donne e nel Nord.

Il tasso di disoccupazione diminuisce di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,6 punti in confronto a un anno prima, con maggiore intensità per quello giovanile. Nei dati di luglio 2017 il tasso di disoccupazione sale di 0,2 punti congiuntamente al calo di 0,3 punti del tasso di inattività 15-64 anni.

Rispetto agli utimi trimestri, nel confronto tendenziale si attenua la riduzione degli inattivi di 15-64 anni (-76 mila in un anno) e del corrispondente tasso di inattività (-0,1 punti). La diminuzione degli inattivi riguarda soltanto le donne, soprattutto il Mezzogiorno, gli individui di 35-49 anni, e coinvolge quanti vogliono lavorare (le forze di lavoro potenziali).

Le variazioni degli stock sottintendono significativi cambiamenti nella condizione delle persone nel mercato del lavoro, misurati dai dati di flusso a distanza di dodici mesi. Nel complesso continuano a diminure le transizioni da dipendente a termine a dipendente a tempo indeterminato (dal 24,3% al 16,5%). A fronte della riduzione complessiva delle transizioni dalla disoccupazione all'occupazione (-3,1 punti), i flussi dai disoccupati verso i dipendenti a tempo determinato aumentano (+0,9 punti). Riguardo agli inattivi, per le forze di lavoro potenziali è aumentata soprattutto la percentuale di quanti transitano verso la disoccupazione (dal 18,5% al 21,3% nei dodici mesi).

Dal lato delle imprese, si confermano i segnali di crescita congiunturale della domanda di lavoro, con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti pari all'1,1% sul trimestre precedente, sintesi della crescita sia dell'industria sia dei servizi. Le ore lavorate per dipendente crescono (+0,2%) rispetto al trimestre precedente, mentre diminuiscono su base annua (-0,7%), anche se continua la flessione del ricorso alla Cassa integrazione. Il tasso dei posti vacanti aumenta di 0,1 punti percentuali sul trimestre precedente. In termini congiunturali si registra una diminuzione dello 0,1% delle retribuzioni e dello 0,5% degli oneri sociali e, quale loro sintesi, un calo dello 0,2% del costo del lavoro.

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Dai rapporti INPS emerge quello che da tempo segnaliamo: una lenta ripresa occupazionale frutto però di profonde contraddizioni. Da una parte ci sono imprese "sane" che assumono, ma con prudenza - come dimostrato dalla sostanziale staticità degli avviamenti a tempo indeterminato e da una prevalenza dei contratti a termine che continuano a crescere - dall'altra parte sembra ci sia ancora in atto una selezione darwiniana delle imprese, con parte del sistema produttivo in difficoltà. A maggio, infatti, dopo mesi di calo, risale la domanda di cassa integrazione straordinaria (+99,2%9) e ordinaria (+45%) a cui andrebbero aggiunte le ore richieste al Fondo di Integrazione Salariale (16,3 mln) delle quali, ad oggi, ne sono state autorizzate solo il 44,7% anche a causa dei ritardi nella lavorazione, che superano i  200 giorni.

Dati, questi, che in generale  portano  a considerare questi ammortizzatori  un vero argine ai licenziamenti che, di converso,  nel primo quadrimestre diminuiscono soprattutto tra quelli per motivi economici. Resta, quindi, necessaria una rapida scelta politica che riconosca l'urgenza di non ridurre la protezione sociale e che,  nel contempo, affronti con coraggio e risorse la questione del rafforzamento della rete delle politiche attive, come unico  strumento per la ricollocazione delle persone espulse dal sistema produttivo.

Roma, 23 Giugno 2017

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Le stime preliminari indicano che nel 2016 il Prodotto interno lordo, a valori concatenati, ha registrato un aumento in linea con quello nazionale nel Mezzogiorno (+0,9%), lievemente inferiore nel Centro (+0,7%) e nel Nord-ovest (+0,8%) e superiore alla media nazionale nel Nord-est (+1,2%).

Nel Nord-est i risultati migliori riguardano l'agricoltura (+4,5%) e il settore che comprende commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+2,3%). È in crescita anche il valore aggiunto dell'industria (+0,9%), dei servizi finanziari, immobiliari e professionali (+0,7%) e degli altri servizi (+0,3%). Risulta in calo solamente il valore aggiunto delle costruzioni (-1,5%).

Anche nel Nord-ovest le migliori performance si registrano per l'agricoltura (+1,9%) e per il settore che raggruppa commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+1,9%) ma sono in crescita anche industria (+1,1%) e costruzioni (+1,0%). Registrano un calo i servizi finanziari, immobiliari e professionali (-0,4%) e gli altri servizi (-0,6%).

Al Centro, dove la crescita è più modesta, il valore aggiunto presenta variazioni positive solo per i servizi finanziari, immobiliari e professionali (+1,3%) e l'industria (+0,8%). I restanti settori registrano diminuzioni: -1,9% in agricoltura, -0,3% nelle costruzioni e -0,1% nel settore che comprende commercio, pubblici esercizi, trasporti, telecomunicazioni e negli altri servizi.

Nel Mezzogiorno, il Pil ha registrato nel 2016 un significativo recupero crescendo in linea con la media nazionale. L'aumento del valore aggiunto è più marcato nell'industria (+3,4%) e nel settore che raggruppa commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+1,4%). Segnano un incremento modesto i servizi finanziari, immobiliari e professionali (+0,3%) e gli altri servizi (+0,2%). Si registrano cali per l'agricoltura (-4,5%) e, in misura molto limitata, per le costruzioni (-0,1%).

L'occupazione (misurata in termini di numero di occupati) è cresciuta, nel 2016, dell'1,3%. L'aumento maggiore si osserva nelle regioni del Nord-est (+1,8%), seguite da quelle del Mezzogiorno (+1,6%) e del Nord-ovest (+1,0%). Nelle regioni del Centro la crescita è inferiore alla media e risulta pari allo 0,6%.

Per quel che riguarda gli andamenti settoriali dell'occupazione, nel Mezzogiorno la crescita riguarda, in particolare l'industria, il settore che comprende commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni e gli altri servizi (rispettivamente +2,6%, +2,1% e +2,0%). Nel Nord-est gli aumenti più marcati si registrano per i servizi finanziari, immobiliari e professionali (+5,0%) e per l'agricoltura (+4,4%). Il Nord-ovest è caratterizzato da incrementi maggiori nel commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+3,0%) e nei servizi finanziari, immobiliari e professionali (+1,0%). Anche nel Centro, i risultati migliori riguardano i servizi finanziari, immobiliari e professionali (+3,0%) e l'agricoltura (+2,3%).

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