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Venerdì, 03 Marzo 2017 10:24

Gli ultimi dati Istat su occupati e disoccupati

Nel mese di gennaio 2017 la stima degli occupati è in lieve crescita rispetto a dicembre (+0,1%, pari a +30 mila). L'aumento riguarda gli uomini e si concentra tra gli ultracinquantenni. Aumentano, in questo mese, i lavoratori a tempo indeterminato e gli indipendenti, mentre calano i lavoratori a termine. Il tasso di occupazione è pari al 57,5% (+0,1 punti percentuali rispetto a dicembre).

Nel periodo novembre-gennaio si registra un aumento degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,2%, pari a +37 mila). La crescita riguarda gli uomini ed è particolarmente accentuata tra gli ultracinquantenni. Segnali di crescita si rilevano su base trimestrale per dipendenti a termine e indipendenti, mentre sono stabili i dipendenti permanenti.

La stima delle persone in cerca di occupazione a gennaio è in lieve aumento su base mensile (+0,1%, pari a +2 mila). La crescita è attribuibile alla componente maschile a fronte di un calo per quella femminile e si distribuisce tra le diverse classi di età ad eccezione dei 15-24enni. Il tasso di disoccupazione è stabile all'11,9%, quello giovanile cala al 37,9% (-1,3 punti percentuali).

La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni nell'ultimo mese continua a diminuire (-0,3%, pari a -42 mila), confermando il trend di crescita della partecipazione al mercato del lavoro che caratterizza gli ultimi tre anni. Il calo interessa gli uomini e tutte le classi di età ad eccezione dei 15-24enni. Il tasso di inattività è pari al 34,6%, in calo di 0,1 punti percentuali su dicembre.

Nel periodo novembre-gennaio all'aumento degli occupati si accompagna la crescita dei disoccupati (+2,5%, pari a +74 mila) e il calo degli inattivi (-1,0%, pari a -136 mila).

Su base annua, a gennaio si conferma la tendenza all'aumento del numero di occupati (+1,0% su gennaio 2016, pari a +236 mila). La crescita riguarda sia i lavoratori dipendenti (+193 mila, di cui +136 mila a termine e +57 mila permanenti) sia gli indipendenti (+43 mila) e coinvolge entrambe le componenti di genere, concentrandosi tra gli ultracinquantenni (+367 mila) e i giovani 15-24enni (+27 mila). Nello stesso periodo crescono i disoccupati (+4,2%, pari a +126 mila) e calano gli inattivi (-3,3%, pari a -461 mila).

Al netto dell'effetto della componente demografica, le variazioni tendenziali dell'occupazione risultano positive in tutte le classi di età e si conferma il ruolo predominante degli ultracinquantenni nello spiegare la crescita degli occupati, anche per effetto dell'aumento dell'età pensionabile.

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Giovedì, 02 Febbraio 2017 10:12

Loy: Lavoro, da Istat conferme e preoccupazioni

Il dato che più evidenzia la «stasi» della nostra economia e del lavoro è l´immobilità del tasso di occupazione (quante persone lavorano) che si è inchiodato al 57,3%.

La composizione di questo dato diffuso oggi dall'Istat (circa 22,8  milioni di occupati) segnala e conferma 3 criticità: il disagio occupazionale degli under 50, la cronica debolezza dell'occupazione femminile, la graduale risalita del lavoro temporaneo su quello stabile.

L´effetto stagnazione dell´economia non produce quella fiducia che spingerebbe le imprese a rischiare un'assunzione stabile, nonostante gli incentivi ancorché ridotti, e induce molte imprese a affidarsi a lavoratori già "formati", come dimostra la crescita costante degli over 50.

Ogni azione e scelta economica dovrebbe coniugare politiche di sostegno allo sviluppo produttivo e buone regole che evitino l´abuso di lavori deboli, sottopagati e scarsamente tutelati.

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Martedì, 10 Gennaio 2017 09:48

Occupati e disoccupati: ultimi dati Istat

Nel mese di novembre la stima degli occupati è in lieve crescita rispetto a ottobre (+0,1%, pari a +19 mila unità). L'aumento riguarda le donne e le persone ultracinquantenni. Aumentano, in questo mese, gli indipendenti e i dipendenti permanenti, calano i lavoratori a termine. Il tasso di occupazione è pari al 57,3%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre.

I dati mensili confermano un quadro di sostanziale stabilità dei livelli complessivi che si protrae da alcuni mesi: nel periodo settembre-novembre si registra un lieve calo degli occupati rispetto al trimestre precedente (-0,1%, pari a -21 mila). Il calo interessa gli uomini, le persone tra 15 e 49 anni e i lavoratori dipendenti, mentre si rilevano segnali di crescita per le donne e gli over 50.

La stima dei disoccupati a novembre è in aumento (+1,9%, pari a +57 mila), dopo il calo dello 0,6% registrato nel mese precedente. L'aumento è attribuibile a entrambe le componenti di genere e si distribuisce tra le diverse classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni. Il tasso di disoccupazione è pari all'11,9%, in aumento di 0,2 punti percentuali su base mensile.

La maggiore partecipazione al mercato del lavoro a novembre, in termini sia di occupati sia di persone in cerca di lavoro, si associa al calo della stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,7%, pari a -93 mila). Il calo interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età. Il tasso di inattività scende al 34,8%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali.

Nel periodo settembre-novembre al lieve calo degli occupati si accompagna la crescita dei disoccupati (+2,4%, pari a +72 mila) e il calo delle persone inattive (-0,6%, pari a -78 mila).

Su base annua si conferma la tendenza all'aumento del numero di occupati (+0,9% su novembre 2015, pari a +201 mila). La crescita tendenziale è attribuibile quasi esclusivamente ai lavoratori dipendenti (+193 mila, di cui +135 mila i permanenti) e si manifesta sia per le donne sia per gli uomini, concentrandosi esclusivamente tra gli over 50 (+453 mila). Nello stesso periodo aumentano i disoccupati (+5,7%, pari a +165 mila) e calano gli inattivi (-3,4%, pari a -469 mila).

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Per il 2016 sembra ormai confermato il trend di riduzione degli effetti dell'esonero contributivo che emerge, con tutta evidenza, dalla flessione dei nuovi rapporti/trasformazioni a tempo indeterminato rispetto allo stesso periodo sia del 2015 che del 2014. Il segnale positivo è, se visto sotto altro punto di vista, la ripresa per i giovani, di assunzioni con contratti di apprendistato. Ciò conferma che gli incentivi, se ben regolati e mirati, possono sostenere una ripresa occupazionale.

I dati sulle cessazioni dei rapporti a tempo indeterminato segnalano un aumento, rispetto allo stesso periodo del 2015, di licenziamenti per motivo oggettivo e soggettivo, insieme a una forte riduzione delle dimissioni, quest'ultima dovuta probabilmente alle difficoltà procedurali che richiede la nuova disciplina; mentre, con riferimento all'incremento delle cessazioni per le motivazioni di cui sopra, è opportuno verificare se riguardano gli assunti post 7 marzo 2015 per intravedere un primo eventuale segnale dell'effetto Jobs Act.

Rimane sostenuta la crescita dei voucher, anche se si può iniziare a intravedere un primo, lieve e positivo effetto deterrente del nuovo impianto sanzionatorio nella prevenzione di fenomeni di abuso e uso distorto dello strumento.

Continuiamo a sostenere, però, la necessità di apportare ulteriori miglioramenti su questo istituto, riportandolo ad essere utilizzabile per "lavoretti" occasionali ed accessori.

Roma, 19 dicembre 2016

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Per il 2016 sembra ormai confermato il trend di riduzione degli effetti dell'esonero contributivo che emerge, con tutta evidenza, dalla flessione dei nuovi rapporti/trasformazioni a tempo indeterminato rispetto allo stesso periodo sia del 2015 che del 2014. Il segnale positivo è, se visto sotto altro punto di vista, la ripresa per i giovani, di assunzioni con contratti di apprendistato. Ciò conferma che gli incentivi, se ben regolati e mirati, possono sostenere una ripresa occupazionale.

I dati sulle cessazioni dei rapporti a tempo indeterminato segnalano un aumento, rispetto allo stesso periodo del 2015, di licenziamenti per motivo oggettivo e soggettivo, insieme a una forte riduzione delle dimissioni, quest'ultima dovuta probabilmente alle difficoltà procedurali che richiede la nuova disciplina; mentre, con riferimento all'incremento delle cessazioni per le motivazioni di cui sopra, è opportuno verificare se riguardano gli assunti post 7 marzo 2015 per intravedere un primo eventuale segnale dell'effetto Jobs Act.

Rimane sostenuta la crescita dei voucher, anche se si può iniziare a intravedere un primo, lieve e positivo effetto deterrente del nuovo impianto sanzionatorio nella prevenzione di fenomeni di abuso e uso distorto dello strumento.

Continuiamo a sostenere, però, la necessità di apportare ulteriori miglioramenti su questo istituto, riportandolo ad essere utilizzabile per "lavoretti" occasionali ed accessori.

Roma, 19 dicembre 2016

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Giovedì, 01 Dicembre 2016 10:21

Bonus occupazione Sud e Garanzia giovani

NOTA UIL: INCONTRO UIL, CGIL, CISL E MINISTERO LAVORO SU DECONTRIBUZIONE SUD E GARANZIA GIOVANI

Su richiesta della Organizzazioni Sindacali si è svolto un incontro tra UIL, CGIL, CISL e Ministero Lavoro per affrontare i temi dell'introduzione della decontribuzione per le nuove assunzioni nel Sud e per la prosecuzione del "Programma Nazionale Garanzia Giovani".

Entrambi i temi, pur non entrando direttamente nella manovra economica per il 2017 in discussione al Parlamento, in quanto vengono finanziate direttamente dai Fondi Strutturali Europei già programmati, ne sono una parte complementare.

Per la decontribuzione delle assunzioni al Sud è già stato predisposto un Decreto Ministeriale che è alla registrazione della Corte di Conti.

Per quanto riguarda il bonus assunzioni al Sud per nuove assunzioni, si tratta della decontribuzione totale con tetto massimo fino a 8.060 euro, per un anno, per le assunzioni a tempo indeterminato, anche in apprendistato, a decorrere dal 1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2017.

Per avere diritto al bonus occupazione, dato che viene finanziato con risorse dei Fondi Strutturali Europei, occorre rispettare le condizioni del Regolamento Europeo che disciplina gli Aiuti di Stato (Regolamento UE 651 del 2014).

Pertanto l'incentivo dovrà riguardare le assunzioni di tutti i giovani  14-24 anni, e, assunzioni di over 24 anni in su disoccupati, però da 6 mesi (privi di regolare retribuzione da 6 mesi).

Inoltre le aziende possono usufruire del regime del "de Minimis", oppure del Regolamento sugli Aiuti di Stato.

In quest'ultimo caso pe raver diritto all'incentivo occorre rispettare il principio di "occupazione aggiuntiva", anche se un po' edulcorata.

Infatti ai fini dell'occupazione aggiuntiva non si calcolano i lavoratori e lavoratrici che andranno in pensione, le dimissioni e i licenziamenti per giusta causa.

Il Bonus non è cumulabile con altri incentivi (assunzioni di lavoratori e lavoratrici over 50 anno e di donne  da Legge Fornero, incentivi "Garanzia Giovani" ecc.)

Gli incentivi per il Sud saranno finanziati con 530 milioni provenienti dal Programma Operativo Nazionale Occupazione e Politiche Attive (PON SPAO), di cui 500 milioni di euro per le Regioni "meno sviluppate" (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia), e 30 milioni di euro per le Regioni "in transizione" (Abruzzo, Molise e Sardegna).

Fermo restando la ripartizione tra categorie di Regioni (meno sviluppate e in transizione), le risorse non avranno altri vincoli territoriali.

Il bonus è riconosciuto dall'INPS fino ad esaurimento della dotazione finanziaria (finanziamento con tetto massimo per ogni categoria di Regione), anche se il Ministero ha fatto presente che per le Regioni meno sviluppate se si esaurissero le risorse nel corso dell'anno si potrebbe ricorrere ad ulteriore rifinanziamento.

Mentre sembrano esserci dei problemi di rifinanziamento, qualora si esaurissero le risorse per le Regioni in transizione.

Unitariamente abbiamo fatto presente che ciò penalizza ancor una volta in termini di risorse finanziarie le 3 Regioni in transizione e abbiamo pressato lo stesso Ministero a trovare una soluzione.

Per quanto riguarda "Garanzia Giovani" il programma sarà rifinanziato con una dotazione di 270 milioni di euro frutto della revisione di metà periodo del Bilancio Europeo e 560 milioni di euro a valere sul Fondo Sociale Europeo provenienti da ulteriori risorse trasferite dalla Commissione Europa per il periodo 2007-2013.

Infatti i Regolamenti europei della passata programmazione prevedevano che nei Paesi dove il PIL cresceva sotto la media europea essi fossero destinatari di ulteriori risorse per le politiche di Coesione.

Il nostro Paese, quindi, beneficerà di ulteriori 1,7 miliardi di euro in più di Fondi Comunitari  che sono divisi 2/3 (1,1 miliardi di euro per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), di cui 300 milioni già impegnato nella manovra di bilancio per la ricostruzione post terremoto,  e 620 milioni al Fondo Sociale Europeo, di cui 560 milioni a Garanzia Giovani e 60 milioni per i migranti.

Tornando al Programma Garanzia Giovani, degli 830 milioni di euro della nuova dotazione di Garanzia Giovani 200 milioni di euro saranno destinati ad un fondo nazionale, senza vincoli di ripartizione territoriale, per rifinanziare il "bonus occupazione" per i NEET.

Il bonus occupazione "una tantum" che, incentiverà assunzioni fino ad esaurimento delle risorse, sarà graduato da 2 mila ad un massimo di 8.060 euro a seconda del tipo di contratto (tempo determinato o tempo indeterminato).

Non sarà più rifinanziato, invece, il super bonus occupazione  (12 mila euro), che riguardava per il 2016 le assunzioni a tempo indeterminato di giovani NEET che avevano svolto un tirocinio finanziato da Garanzia Giovani.

Con questo provvedimento, che dovrà essere firmato nei prossimi giorni, si completa, insieme allo  stanziamento complessivo di 274 milioni di euro fino a tutto il 2021, per finanziare le assunzioni a tempo indeterminato di giovani in alternanza scuola lavoro previsto dalla manovra economica, il quadro degli incentivi all'occupazione per il prossimo anno.

Restano alcuni nodi da sciogliere nella manovra economica  e che riguardano la proroga per i prossimi anni dei "contributi zero" per le assunzioni di apprendisti nelle aziende con meno di 9 dipendenti e la proroga al 2017 degli incentivi per le assunzioni di lavoratrici e lavoratori beneficiari iscritti nelle liste di mobilità e che sono beneficiari di sussidi.

Tornado a Garanzia Giovani gli altri 630 milioni di euro destinati al Programma saranno ripartiti tra le Regioni secondo la chiave di riparto già individuata e andranno finanziare gli obiettivi (corsi di formazione, orientamento, tirocini e stage, servizio civile), che saranno condivisi tra Ministero e Regioni.

Su questo punto abbiano chiesto e ottenuto una riunione (si terrà il prossimo 12 dicembre), anche con le parti sociali per discutere e condividere i nuovi obiettivi di Garanzia Giovani

Infine, dato che il Programma Nazionale Occupazione e Politiche Attive inizia finalmente a spendere risorse per obiettivi che sono condivisi (bonus occupazione), abbiamo chiesto al Ministero di iniziare a parlare delle risorse da destinare al finanziamento diretto alle parti sociali nell'ambito del dialogo sociale.

Si tratta di uno stanziamento sul PON di 21 milioni di euro per finanziare progetti formativi, come previsto dai Regolamenti Europei, che aiutino le parti sociali ad aumentare le proprie competenze nell'ambito dell'utilizzo dei Fondi Strutturali e di Investimento Europeo.

La prima riunione sul dialogo sociale è programmata per la fine del mese di gennaio 2017.

Roma 28 Novembre 2016

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In allegato vi trasmettiamo il mensile Rapporto dell'Inps sull'occupazione con analisi dei  dati (nazionali e regionali)  sia degli  avviamenti che delle cessazioni dei rapporti d'impiego.

Ad avviso della UIL traspare come sia in campo l'effetto del combinato disposto Jobs Act e Legge di Stabilità. La fotografia scattata per la prima volta dall'Inps  sulle cause di cessazione dei rapporti di lavoro, ci dice molto anche sulla nuova sanzione "a tutela crescente", tanto che, tra il 2015 e 2016, crescono i licenziamenti per motivo oggettivo.

Sarà un caso, inoltre, che diminuiscono le assunzioni a tempo indeterminato e soprattutto tra i giovani fino a 29 anni, essendo diventato più "conveniente" da un punto di vista contributivo, oltre che retributivo, il contratto di apprendistato, tipologia contrattuale, quest'ultima, che sta, anche se lentamente, risalendo?

I dati amministrativi dell'Inps ci informano anche di una riduzione di 35 mila stagionali, tra il 2015 e 2016. E' possibile presumere che siano stati "fagocitati" nel mondo dei voucher ( il cui utilizzo aumenta oltre 35%) ? Se così fosse, ricordiamoci che quest'ultimo strumento non da diritto a nessun tipo di tutela per questi lavoratori. Il rischio che si apra dallo snaturamento dei contratti un problema anche sociale, è inevitabile.

Se aggiungiamo a tutto ciò che, nel 2016, si sta assistendo ad un nuovo aumento di aperture di partita Iva e di utilizzo dei voucher (per il cui contrasto ad un uso distorto, attendiamo di vedere gli effetti della appena entrata in vigore comunicazione preventiva), possiamo dire che le tanto ambiziose misure per accrescere il lavoro a tempo indeterminato e scoraggiare il precariato, stiano funzionando?

Crediamo, come UIL,  che ci sia ancora molto da fare sul fronte del lavoro. E' necessaria, tra le altre cose, una forte presenza ed efficienza ispettiva, che si costruisce attraverso un maggior coordinamento di tutti gli enti preposti alle ispezioni sul lavoro. E da questo punto di vista, pur fiduciosi sull'operato del nuovo Ispettorato Nazionale del Lavoro crediamo che vada messa in campo una vera terapia d'urto in termini qualitativi e quantitativi per rafforzare gli stessi controlli ispettivi.

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Mercoledì, 14 Settembre 2016 10:23

PIL: Loy, occorre un piano pluriennale per la crescita

Non è certo una doccia gelata la revisione al ribasso della crescita del PIL per l'anno in corso e, purtroppo, forse pure per il prossimo anno. Si prevede, infatti, un proseguimento della fase di debolezza della nostra economia anche per i prossimi mesi.

E, purtroppo, quando si parla di PIL, anche i decimali sono importanti dal momento che un decimale dello stesso  PIL vale 1,6 miliardi di euro che potrebbe essere sottratto a politiche di crescita.

Ecco perché nella prossima Legge di Bilancio servono scelte coraggiose e selettive in grado di rilanciare l'economia. In sostanza, occorrono politiche non di breve respiro, ma un ampio piano per la crescita e l'occupazione. Un piano inevitabilmente pluriennale dando priorità a nuove politiche industriali con investimenti in ricerca e innovazione; più investimenti in opere pubbliche;  più protezione sociale con finanziamenti aggiuntivi per gli ammortizzatori sociali;  rinnovo dei contratti di lavoro a iniziare da quelli pubblici con specifici finanziamenti nella Legge di Bilancio; più potere di acquisto ai salari e alle pensioni con la riduzione delle imposte.

Se il Governo condivide questa impostazione troverà nella UIL un forte sostenitore a Bruxelles per chiedere nuova e maggiore flessibilità.

 

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Vi presentiamo in allegato il testo del documento condiviso da Confindustria, Cgil, Cisl, Uil sulle politiche del lavoro e sul quale è stata raggiunta un'intesa nella serata di ieri.
A breve illustreremo delle schede di approfondimento, esplicative dei contenuti e del percorso che dovrà essere realizzato.
Il documento è già stato inviato al Governo, con il quale nei prossimi giorni si sarà un incontro proprio su questi temi, in quanto chiamato in causa per l'attuazione di quanto concordato tra le parti.

Il confronto tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, iniziato appena alla fine del mese di luglio, ha già prodotto un suo primo risultato: un accordo su un documento comune, da presentare al Governo, relativo a Proposte per le politiche del lavoro.Il senso di questa iniziativa congiunta è chiaro e semplice: entro la fine dell'anno verranno meno alcuni ammortizzatori, in particolare la mobilità e la cassa in deroga, ma per molte aziende e per i loro lavoratori la crisi non è ancora finita. Le parti sociali, dunque, propongono alcune soluzioni, chiedendo al Governo di sostenere l'attuazione del progetto per una risposta efficace alla crisi ancora incombente. Al centro dell'iniziativa, percorsi formativi per la riqualificazione o la ricollocazione dei lavoratori, da realizzare già durante il periodo di cassa integrazione, oltre ad alcuni correttivi alla stessa disciplina degli ammortizzatori sociali e un prolungamento del sostegno al reddito. Soddisfazione è stata espressa da tutti i firmatari di questa prima intesa.

"Abbiamo già inviato il documento al Governo - ha dichiarato il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo al termine dell'incontro -  perché dobbiamo fare tutti la nostra parte. Bisogna programmare più risorse per gli ammortizzatori sociali e gestire le aree di crisi complessa. Occorre evitare che i lavoratori restino in mezzo al guado, rischio che si corre con le attuali norme. Questa intesa e la ripresa del dialogo con Confindustria - ha sottolineato Barbagallo -  sono un fatto decisamente importante e sono, peraltro, propedeutici anche al prosieguo del confronto sugli altri capitoli, a cominciare dalla riforma delle regole della contrattazione e delle relazioni industriali".

 

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Ieri mattina, nella sede della Prefettura di Alessandria, è stato firmato un importante protocollo sul Terzo Valico sottoscritto da Regione Piemonte, Commissario Straordinario di Governo, dalla Provincia di Alessandria, dal Cociv e dalle organizzazioni sindacali regionali e provinciali delle categorie edili.

Finalmente una buona notizia per l'occupazione in provincia: l'accordo prevede infatti l'assunzione da parte di Cociv di 150 lavoratori provenienti dalle aree piemontesi interessate dall'opera entro la primavera 2017. Cociv entro il 15 gennaio 2017 assumerà 70 lavoratori edili e 30 nei servizi per un totale di 100 unità.

25 di queste assunzioni verranno effettuate già entro settembre 2016. Ulteriori 50 unità, sempre edili, saranno assunte entro aprile 2017, subordinatamente all'avvenuto finanziamento del quarto lotto. L'accordo è stato sottoscritto anche dalla Feneal UIL.

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