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"Apprezziamo la disponibilità del Governo a chiudere in tempi brevi  la partita dei rinnovi contrattuali assicurando l'aumento medio di 85 euro e la salvaguardia del bonus degli 80 euro onde evitare penalizzazioni ai lavoratori che attualmente lo percepiscono".  Lo afferma in una nota il Segretario generale della Uilpa Nicola Turco, puntualizzando tuttavia che "tale impegno non esaurisce il rispetto dell'accordo stipulato lo scorso 30 novembre tra Governo e Sindacati confederali con il quale è stato previsto uno specifico intervento finalizzato al riequilibrio tra le fonti – legge e contratto – accordando anzi una posizione di maggior favore alla contrattazione".

"Ricordiamo – prosegue Turco – che il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego non riguarda soltanto la parte economica ma anche quella normativa, nella quale va ridisegnato il nuovo sistema delle relazioni sindacali e  vanno ridefiniti i contenuti della contrattazione che deve riappropriarsi delle materie sottratte, ad iniziare dall'organizzazione del lavoro e dai molteplici aspetti che caratterizzano il rapporto di lavoro pubblico".

Conclude Turco: "Per la Uilpa non c'è contratto senza il ripristino, anche nel settore pubblico, della contrattazione".

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Nei giorni 21 e 22 settembre si sono svolti a Tivoli  i lavori dell'Esecutivo Nazionale della Uil Pubblica Amministrazione, nel corso del quale sono state affrontate le tematiche più rilevanti che riguardano da vicino il mondo del lavoro pubblico, in primis il rinnovo dei contratti, cui  in questo momento spetta un ruolo di centralità assoluta.

Il Segretario Generale della UILPA Nicola Turco ha sottolineato le varie criticità che rimangono da definire nel corso della trattativa per il comparto delle Funzioni Centrali e che comunque assumono una valenza generale per tutto il Pubblico Impiego, evidenziando il particolare come il rinnovo del contratto non possa prescindere dal rilancio della contrattazione alla quale va restituito quel ruolo attivo, di primo piano, che il legislatore degli anni '90 aveva definito con successo. Non può esserci contratto senza contrattazione.

Insomma, ha ribadito Turco,  è necessario un cambiamento di rotta che consenta di valorizzare la contrattazione e di ricondurre nel suo alveo  tutte le materie sottratte, che da troppi anni sono state oggetto di scelte unilaterali che hanno prodotto danni  enormi non solo ai lavoratori ma soprattutto all'utenza ovvero ai cittadini.

Il Segretario Generale della UIL, Carmelo Barbagallo, intervenuto ai lavori dell'Esecutivo UILPA, ha dimostrato ancora una volta la sua vicinanza alla categoria, assicurando come sempre il supporto della Confederazione nella vertenza su rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego. I contratti del pubblico impiego vanno chiusi presto e bene, ha evidenziato Barbagallo nel corso del suo intervento, sottolineando in particolare  la necessità di riappropriarsi della funzione della contrattazione. "Io sono convinto - ha dichiarato il leader della Uil - che ci sono le condizioni per fare l'accordo: non stiamo chiedendo la luna".

Grande entusiasmo e passione nella platea UILPA, un unico comune denominatore: restituire dignità e valore al lavoro di coloro che sono al servizio della collettività attraverso il rispetto e l'esigibilità dell'Accordo dello scorso 30 novembre che, oltre agli incrementi contrattuali, prevede la salvaguardia del bonus degli 80 euro, il riequilibrio tra le fonti – legge e contratto – e nuove forme di welfare aziendale, come nel mondo del lavoro privato.

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OGGETTO : comunicazione della mancata partecipazione delle organizzazioni sindacali di Polizia Penitenziaria ai festeggiamenti per il Bicentenario della Fondazione del Corpo che si terranno negli Istituti penitenziari della Regione Piemonte e V. d. A..

Le scriventi OO.SS., con la presente, comunicano che, nel condividere l'iniziativa delle segreterie e dei coordinamenti Nazionali delle Sigle SAPPe – OSAPP – UIL/PA – SINAPPE – FNS/CISL – U.S.P.P. – CNPP/FSA – CGIL, le quali hanno indetto, e confermato dopo l'incontro col Ministro della Giustizia, la manifestazione di protesta che si terrà martedì 19 settembre p.v. a Roma in piazza Montecitorio a partire dalle ore 9.00, concomitante con i festeggiamenti del bicentenario del Corpo, non parteciperanno ai festeggiamenti. Pertanto preannunciano che in data 21 settembre 2017, con inizio alle ore 9.00, manifesteranno davanti la Casa Circondariale di Brissogne (Aosta); e il giorno successivo 22 settembre 2017, con inizio alle 09.00, manifesteranno avanti la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, per vedere riconosciute le seguenti rivendicazioni:

Per chiedere più sicurezza ed ottenere adeguati strumenti per garantire l'incolumità dei poliziotti penitenziari, stante l'aumento di aggressioni, colluttazioni e ferimenti tra le sbarre;

Per chiedere un adeguato piano di nuove assunzioni di Agenti di Polizia Penitenziaria (sono 8.000 le unità necessarie al Corpo);

Per chiedere un adeguamento delle risorse per il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da quasi 10 anni;

Per chiedere il ripristino di corrette relazioni sindacali in sede centrale (DAP) e presso gli Istituti e servizi penitenziari del Paese;

Per chiedere una rimodulazione del provvedimento di "riordino delle carriere";

Per chiedere il pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario richiesto al personale di Polizia Penitenziaria del Piemonte e Valle d'Aosta e non retribuito;

Per chiedere la somministrazione di pasti dignitosi in tutte le mense di servizio degli istituti del Piemonte e Valle d'Aosta;

Per chiedere la fornitura di vestiario che permetta al Personale di Polizia penitenziaria di presentarsi in servizio in maniera decorosa e uniforme;

Oltre ai problemi sopra elencati, che accomunano la totalità degli istituti del Piemonte e Valle d'Aosta, le scriventi Organizzazioni Sindacali MANIFESTANO più specificatamente per l'immediata assegnazione di un Direttore ed un Comandante in pianta stabile presso la Casa Circondariale di Brissogne ( Aosta ) e per l'immediato avvicendamento dei vertici preposti alla direzione della Casa circondariale di Biella;

Inoltre:

Allo stato non vi è da festeggiare, ma riflettere sul futuro del Corpo, e sul malessere generale che vive giornalmente il Personale, e che spesso si traduce in gesti disperati ed estremi, come avvenuto per il Poliziotto penitenziario in servizio presso il Nucleo Cittadino di Palermo, suicidatosi con l'arma di ordinanza in data 13 settembre 2017, e meno di due giorni dopo analoga sorte è occorsa ad altro collega a Prato.

Ogni giorno nelle carceri italiane contiamo gravissimi eventi critici che vedono spesso soccombere i poliziotti penitenziari, sempre più soli e senza adeguati strumenti di difesa. Non solo aggressioni e colluttazioni: dall'inizio dell'anno sono stati quasi 40 i detenuti suicidi in cella e numerosi sono anche gli atti di autolesionismo ed i tentati suicidi compiuti Pag. 4 di 3

da essi, sventati grazie al tempestivo intervento degli eroi con la divisa della Polizia Penitenziaria, senza i quali queste drammatiche statistiche raggiungerebbero cifre non degne di uno Stato civile.

Questo è il momento di indignarsi con forza per quanto sta accadendo giornalmente negli Istituti penitenziari, per mostrare alla politica assente, sorda ai nostri costanti richiami ed appelli, e ad una Amministrazione Penitenziaria silente ed incapace di gestire e risolvere le continue criticità, le pessime condizioni lavorative ed organizzative degli Istituti Piemontesi e Valdostani, dotati di organici sottodimensionati alle reali necessità, gravati da carichi di lavoro che il personale di Polizia Penitenziaria è costretto, da tempo, a sopportare in ragione delle nuove ed attuali necessità.

La nuova apertura di diversi padiglioni negli Istituti penitenziari piemontesi sommata alla mancanza di oltre 800 poliziotti penitenziari, doveva essere d'impulso per un'inversione di tendenza politica, indirizzata ad una maggiore collaborazione con i sindacati ed alla ricerca di strumenti adeguati al fine di ripristinare la piena sicurezza nel nostro sistema penitenziario.

Purtroppo ciò non è accaduto, e considerato il persistere delle attuali condizioni di sofferenza organica si rischia in concreto di vedere vanificati gli sforzi fin qui compiuti dall'Amministrazione Penitenziaria e dagli organi di Governo per deflazionare il sovraffollamento nelle carceri, ed ottemperare agli obblighi stabiliti dalla Corte Europea dei Diritti Umani in relazione alla sentenza Torreggiani.

Non è, infatti, ipotizzabile dare attuazione ad un programma di ammodernamento del sistema penitenziario e dell'esecuzione penale secondo quei canoni formulati dalla succitata sentenza senza un investimento in termini di potenziamento numerico delle piante organiche presenti in Regione e nella Nazione.

La possibilità data ai detenuti di muoversi con maggiore autonomia tra gli spazi detentivi, e di consentirne la permanenza fuori dalla cella fino per un minimo di 8 (otto) ore giornaliere, pone degli oggettivi problemi di sicurezza non più solo penitenziari ma anche pubblica, rispetto al quale si chiede un intervento ad adiuvandum da parte delle altre Autorità e organi di Pubblica sicurezza. Soprattutto nelle realtà detentive di piccole dimensioni il Personale opera già a livelli minimi di sicurezza durante le ore antimeridiane, e si riduce ai minimi termini nei turni pomeridiani e notturni, con un'inferiorità numerica rispetto alla popolazione detentiva che espone il Personale di sezione al concreto pericolo di restare vittima di quegli stessi eventi critici che deve impedire e fronteggiare. Viste le condizioni attuali, è legittimo preoccuparsi per la sicurezza interna ed esterna al carcere è doveroso investire di tale difficile situazione anche le Autorità competenti a garantire l'ordine e la sicurezza sul territorio. Pag. 5 di 3

Si rivendicano nuove assunzioni di Agenti, adeguate a fronteggiare le oltre 8.000 unità necessarie al Corpo, nuove dotazioni di risorse finanziare e tecnologiche, una rimodulazione del riordino delle carriere (che non ci soddisfa affatto), adeguati stanziamenti per il rinnovo del contratto scaduto ormai da dieci anni ed il ristabilirsi di corrette relazioni sindacali. Basta! Gridiamo la nostra rabbia e la nostra sfiducia perché non ce la facciamo più ad essere aggrediti dai detenuti ed abbandonati dalle istituzioni.

Con questo degradante e mortificante quadro che affligge il sistema penitenziario piemontese, il Personale di Polizia Penitenziaria è costretto a fare turni di servizio non inferiori alle otto ore giornaliere, con un notevole consumo di lavoro straordinario, di incerta remunerazione a causa dell'ulteriore e preannunciato taglio sui fondi anche di questo capitolo di spesa.

Le OO.SS. non solo sono perplesse ed amareggiate dalle risposte ricevute, e da come si sta pensando di affrontare la preoccupante situazione da tempo denunciata, ma sono seriamente preoccupate perché, a breve, ci si troverà nell'impossibilità di gestire adeguatamente le carceri, con grave nocumento per la sicurezza della collettività.

Per questi motivi le OO.SS. del Comparto Sicurezza non parteciperanno ai festeggiamenti per il Bicentenario della Fondazione del Corpo che si terranno negli Istituti della Regione Piemonte e Valle D'Aosta, anzi, da oggi, si è costituita una larga intesa per mettere in campo azioni di lotta sindacale, le quali culmineranno con l'avvio delle prime manifestazioni di protesta regionali sopra preannunciate, unica via per riappropriarci della dignità perduta.

Questa rappresenterà l'occasione per chiedere all'Opinione Pubblica, a tutti i Cittadini, di aiutarci e di sostenere questa nostra protesta, in quanto una Società è degna di essere denominata "civile" se anche le Sue Carceri garantiscono dignità di vita e nel lavoro a chi è recluso, e alla Polizia Penitenziaria che in tali luoghi svolge la sua difficile ed importante attività.

Distinti saluti

SAPPE OSAPP UILPA SINAPPE FNS CISL USPP CNPP FP CGIL

Santilli Barassi Carbone Tuttolomondo Napoli Giglio Renda Scalzo

Chiepolo Passafiume Paterino Casertano

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I sindacati della Polizia penitenziaria incontrano il ministro Orlando ma, al termine della riunione, confermano la mobilitazione in programma martedì 19 settembre a Roma in piazza Montecitorio a partire dalle ore 9. Con la rivendicazione «meno parole e più fatti a sostegno della Polizia Penitenziaria», i sindacati Sappe, Osapp, Uilpa, Sinappe, Fns Cisl, Uspp, Fsa-Cnpp e Fp Cgil promuovono, infatti, un sit in in occasione della ricorrenza del bicentenario del corpo.

Al centro dell'iniziativa la richiesta di «più sicurezza e adeguati strumenti per garantire l'incolumità dei poliziotti penitenziari, dato l'aumento di aggressioni, colluttazioni e ferimenti tra le sbarre; un adeguato piano di nuove assunzioni di Agenti di Polizia Penitenziaria (sono 8.000 le unità necessarie al Corpo); un adeguamento delle risorse per il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da quasi 10 anni; il ripristino di corrette relazioni sindacali in sede centrale (Dap) e presso gli Istituti e servizi penitenziari del Paese; una rimodulazione del provvedimento di 'riordino delle carrierè».

Temi posti al centro della riunione di oggi col ministro della Giustizia, Andrea Orlando, - si legge in una nota - «ma che ha registrato esiti negativi». Da qui la conferma delle ragioni alla base della manifestazione di martedì 19 settembre che non avrà più corteo perché non autorizzato. Appuntamento quindi alle ore 9 in piazza Montecitorio davanti alla Camera dei Deputati dietro le parole d'ordine «Meno parole e più fatti per la Polizia Penitenziaria». (ANSA).

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Udienza il 24 novembre 2017. Il Tribunale ordinario di Roma ha fissato per il giorno 24 novembre 2017 alle ore 11.00 l'udienza per discutere il ricorso prodotto dalla UILPA Polizia Penitenziaria affinché venga accertata e sanzionata la reiterata condotta antisindacale da parte dell'Amministrazione penitenziaria.

La UILPA PP, difatti, già il 5 settembre u.s. ha notificato il ricorso, con il quale sono state denunciate numerose violazioni da parte del DAP e che attengono a una serie di materie che più da vicino interessano gli operatori di Polizia penitenziaria impiegati in prima linea nelle carceri.

Fra le più importanti tematiche oggetto del ricorso, si segnalano particolarmente:

Determinazione delle piante organiche (ivi comprese quelle extramoenia);

Distacchi per motivi personali e familiari (ex art. 7, DPR 254/99);

Distacchi per esigenze dell'amministrazione;

Trasferimenti;

Procedure propedeutiche alle promozioni (cc.dd. "avanzamenti di qualifica");

Mancate informazioni, violazioni e aggiramento di procedure, non rispetto di termini, etc.;

Come detto, queste sono solo alcune delle materie oggetto di contestazione e l'iniziativa s'inserisce nell'ambito di una strategia complessiva, finalizzata a rompere il muro d'inerzia dell'Amministrazione penitenziaria e a sconfiggere l'assoluta riluttanza al rispetto delle regole codificate. È pertanto evidente che l'azione della UIL non si esaurirà con l'esito del ricorso, ma  anche da esso deriveranno altri spunti per alimentare la spinta propulsiva e la forza dirompete capace di infrangere quel muro, nell'ambito, si ribadisce, di una strategia più vasta (che non si anticipa per ovvi motivi).

Vi terremo ovviamente informarti degli sviluppi.

 

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"Da parte dell'Aran, in occasione del confronto odierno, ancora nessuna risposta alle nostre richieste relative al rinnovo dei contratti del comparto Funzioni Centrali". Lo afferma in una nota il Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco.

"Ancor prima di affrontare ogni discussione su tutti i temi contrattuali - prosegue Turco - ribadiamo la necessità di rispettare l'accordo dello scorso 30 novembre. Pertanto, rinnoviamo con forza la nostra richiesta di restituire vigore e slancio alla contrattazione anche nel settore pubblico, quale strada maestra per dar voce ai lavoratori e per garantire servizi efficienti ai cittadini".

Conclude il Segretario Generale della UILPA: "Non ci stancheremo mai di ripetere che la valorizzazione della contrattazione rappresenta l'ineludibile caposaldo dell'accordo del 30 novembre, ovvero l'elemento prioritario per un rinnovo dei contratti che assicuri non solo i legittimi incrementi retributivi ai lavoratori ma anche il buon funzionamento della macchina pubblica ai cittadini. Tale rinnovo non potrà in alcun modo prescindere da un effettivo riequilibrio tra le fonti – legge e contratto."

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Pochissime risposte da uffici pubblici ministeri a monitoraggio su condizioni uffici

Si è conclusa l'ultima fase del monitoraggio avviato dalla Uilpa nel novembre 2015, quando fu chiesto ai datori di lavoro pubblici (Ministeri, Agenzie Fiscali ed Enti Pubblici non economici), un confronto sugli adempimenti previsti dalla legge del 9 aprile 2008, 81, finalizzato a misurare lo 'stato di salute' della Pubblica Amministrazione, inteso a verificare le reali condizioni degli ambienti, delle relazioni di lavoro e della qualità della vita dei lavoratori delle amministrazioni pubbliche, i cui risultati sono stati oggetto di un'elaborazione statistica.

"Un'indagine a tappeto sulle varie articolazioni centrali e periferiche della P.A., il cui risultato più significativo è sicuramente il 'silenzio' diffuso su tutto il territorio nazionale". A segnalarlo è il segretario generale della Uilpa, Nicola Turco. Un silenzio che osserva "si riferisce indistintamente a tutte le macro Aree del Paese (Nord, Centro, Sud ed Isole), con punte eclatanti che riguardano il ministero della Giustizia (75,9%), il Mef (73,9), il Miur (73,8%), l'Interno (73,2%), il Mibact (69,6%), il Mit (66,7%), il Lavoro (69,4%), la Difesa (51,9%)".

"Un silenzio - sottolinea Turco - che fa riflettere non solo sulla reale conformità a norma dei luoghi e dei processi di lavoro ma soprattutto sulla stessa percezione e sensibilità del management pubblico rispetto a tali problematiche". Il Segretario Generale della Uilpa evidenzia che "i risultati dell'indagine rappresentano plasticamente la scarsa cultura e l'insufficiente programmazione in materia di prevenzione e benessere organizzativo, fattori che si ripercuotono sulla qualità della vita dei lavoratori ma anche sui servizi erogati ai cittadini".

Fonte (AdnKronos)

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Il Forum PA ha ribadito l'allarme sull´età media dei dipendenti pubblici e il rischio che si profila di svuotamento della Pubblica Amministrazione nei prossimi anni, rilevando che «nel 2020 l'età media dei lavoratori pubblici sarà di 53,6 anni» e che «un terzo dei dipendenti avrà più di 60 anni e sarà in uscita dal mercato del lavoro».Un quadro che già da tempo, come Uil, abbiamo posto all'attenzione e che non è altro che il risultato delle politiche di blocco del turn over, operate ormai da fin troppi anni, e delle politiche previdenziali che hanno stabilito l'allungamento della carriera lavorativa sulla base del parametro dell'aspettativa di vita. Tutto ciò, ovviamente, non ha consentito un ricambio generazionale all'interno della Pubblica Amministrazione.

Per questi motivi, già nell'accordo del 30 novembre e, poi, con la nostra costante rivendicazione, siamo riusciti ad ottenere dal Governo due misure utili a tal fine: lo sblocco del turn over e la stabilizzazione dei precari. Misure previste dal decreto Madia appena approvato dal Consiglio dei Ministri.

Inoltre, un altro luogo comune è stato smentito. Dall'analisi del Forum PA, si evince che in Italia il rapporto tra cittadini e pubblici dipendenti è fra i più bassi in Europa.

Adesso bisogna rinnovare i contratti per mettere fine ad una situazione che è diventata insopportabile

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Il Governo non ha più alibi. Subito direttiva ARAN per rinnovo CCNL

Roma, 04 Maggio 2017 "Esprimiamo soddisfazione per il via libera delle Commissioni parlamentari sul testo della riforma del Pubblico Impiego targata Madia, uscito rafforzato nella parte relativa alle nostre richieste di stabilizzazione dei precari." Così in una nota il Segretario Generale della Uil Fpl  Michelangelo Librandi ed il Segretario Generale della Uil Pa Nicola Turco.

" Stabilizzazioni a maglie larghe per i precari e i collaboratori, che potranno accedere al posto fisso purchè abbiano maturato tre anni di servizio negli ultimi otto. Parliamo di una possibile platea di circa 50.000 nuovi ingressi stabili nella Pubblica Amministrazione" e, affermano i Segretari, " con i pareri favorevoli delle Commissioni di Camera e Senato, si è concluso l'iter parlamentare dello schema di Dlgs del testo unico del pubblico impiego, ultimo tassello attuativo della legge delega Madia; l'approvazione definitiva dal Consiglio dei Ministri è attesa nei prossimi giorni."

" Adesso, quindi - concludono Librandi e Turco - dopo un impegno preciso sul precariato, il Governo non ha più alibi: si inauguri una nuova stagione contrattuale con l'invio dell'atto di indirizzo all'Aran e la riapertura immediata del rinnovo contrattuale. A beneficiarne non saranno solo i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego, ma la qualità dei servizi offerti ai cittadini."

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Il 1° marzo prenderà il via l'indagine conoscitiva sullo Stress lavoro correlato nel personale della Polizia Penitenziaria promossa da Uil, UilPa Polizia Penitenziaria e Ital Uil.

Il 1° marzo la UilPa Polizia Penitenziaria e il Patronato Ital Uil pubblicheranno, sui rispettivi siti internet, tre questionari rivolti agli operatori della Polizia Penitenziaria che operano all'interno del sistema carcerario italiano. Obiettivo dell'iniziativa sindacale: valutare lo stato di salute - legato allo stress - degli operatori penitenziari facendo emergere sia le differenze tra le diverse categorie di lavoratori, che i fattori di maggior rischio, identificandone così le possibili soluzioni.

Un'indagine qualitativa sullo "Stress lavoro correlato" che utilizza lo strumento del questionario individuale a risposta singola, volontario e anonimo, strutturato su un argomento molto sentito all'interno di un contesto particolarmente disagiato, soprattutto tra i poliziotti addetti alle sezioni detentive, ma che al tempo stesso, interessa anche coloro che svolgono altri compiti all'interno del settore.

Avviare un intervento di iniziativa sindacale in questo specifico ambito è una questione prioritaria che si pone tra gli obiettivi anche quello di suggerire all'Amministrazione penitenziaria le criticità specifiche e le possibili azioni di miglioramento in questo ambito lavorativo.

Il questionario potrà essere compilato dai lavoratori in via telematica (www.polpenuil.it – www.italuil.it) e la rilevazione durerà due mesi: prenderà il via il prossimo 1° marzo per terminare il 1° maggio.

I promotori dell'iniziativa auspicano di raggiungere, attraverso questa importante indagine, il maggior numero di operatori di polizia penitenziaria arrivando in breve tempo ad analizzare un campione di circa tremila questionari, pari al 10% degli operatori penitenziari che operano all'interno del sistema carcerario nazionale.

Roma, 27 febbraio 2017

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