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Martedì, 26 Gennaio 2016 11:22

Asdi: nuovo assegno di disoccupazione

In allegato il Decreto del Ministro del Lavoro del 29 ottobre 2015, in materia di assegno di disoccupazione, Asdi, pubblicato in gazzetta ufficiale il 18 gennaio scorso.

Sotto il profilo squisitamente normativo l'Asdi è stata istituita in via sperimentale per l'anno 2015 dal D.lgs. 22/2015, con riferimento a lavoratori o lavoratrici percettori di Naspi che abbiano beneficiato della prestazione per la sua intera durata nell'anno 2015 ed al termine della quale si trovino ancora in stato di disoccupazione.

Successivamente, con il D.lgs. 148/2015, la misura è stata rifinanziata per permettere la prosecuzione della sperimentazione anche dopo il 2015, con uno stanziamento pluriennale (200 milioni a regime dal 2019) ed attraverso un ulteriore Decreto Interministeriale (lavoro/finanze), sentita la Conferenza delle Regioni.

Pertanto il Decreto Ministeriale del 29 ottobre 2015 arriva in ritardo e nasce "vecchio" ma, malgrado la sua portata sia limitata agli ultimi 9 mesi del 2015, definisce l'architettura del nuovo sussidio e le modalità per la sua erogazione che saranno sicuramente mantenute.

Per la partenza vera e propria, inoltre, si dovrà comunque attendere l'emanazione di una apposita circolare dell'Inps (entro 15gg dalla pubblicazione del Decreto) che è attesa per i prossimi giorni.

E' comunque ipotizzabile, visto il ritardo con cui è stato pubblicato il Decreto, che i termini di decadenza per la presentazione della domanda, 30 giorni dalla fine della Naspi, vengano rivisti attraverso una neutralizzazione e prevedendo l'inizio della decorrenza dei 30 giorni dalla data di pubblicazione della circolare Inps.

Come stabilito dal D.lgs. 22/2015 il sussidio Asdi è caratterizzato sia dallo stato di disoccupazione che dallo "stato di bisogno" del richiedente, prevedendo i seguenti requisiti:

·         Fruizione della Naspi per tutta la sua durata entro il 31/12/2015

·         Stato di disoccupazione (come modificato dall'art. 19 del D.lgs. 150/2015)

·         Presenza nel nucleo familiare di almeno un figlio minore, ovvero avere un'età superiore ai 55 anni

·         Attestazione Isee in corso di validità non superiore ai 5000 euro

·         Sottoscrizione, presso il centro per l'impiego di residenza, di un "progetto personalizzato", le cui caratteristiche sono riportate all'art. 5 del Decreto Ministeriale 29 ottobre 2015

Riguardo all'ultimo dei requisiti sopra indicati il Ministero del Lavoro ha recentemente emesso una nota operativa (in allegato) che disciplina i flussi informativi che i centri per l'impiego dovranno utilizzare per certificare l'avvenuta sottoscrizione, da parte del richiedente, del progetto personalizzato.

L'Asdi avrà una durata massima di 6 mesi ed il suo ammontare sarà pari al 75% dell'ultima rata mensile di Naspi e comunque non superiore all'assegno sociale (€ 448,07).

L'importo dell'Asdi è incrementato per ogni figlio a carico, secondo una tabella riportata in calce al Decreto ed in ogni caso, l'ammontare complessivo del sussidio, non potrà superare il 75% dell'ultima indennità di Naspi percepita comprensiva degli assegni per il nucleo familiare.

In conclusione ed in attesa della circolare dell'Inps,  è ipotizzabile che i potenziali beneficiari dell'Asdi possano, sin d'ora, verificare i requisiti relativi allo stato di bisogno attraverso l'Isee e successivamente recarsi al centro per l'impiego per la sottoscrizione del c.d. progetto personalizzato.

Si ricorda infine che la domanda di Asdi, come tutte le altre prestazioni di sostegno al reddito, andrà presentata in via telematica e che i possibili beneficiari andranno indirizzati presso le nostre sedi dell'Ital.

 

Il Segretario Confederale UIL

Guglielmo Loy

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Anche quest'anno dal 1 gennaio fino al 31 marzo 2016 tutti gli interessati possono fare richiesta per ottenere la disoccupazione agricola.

Che cos'è?


E' un'indennità che tutela gli operai agricoli che sono stati licenziati.

A chi spetta? Ecco i requisiti:

- Anzianità assicurativa che può essere perfezionata o mediante l'iscrizione negli elenchi anagrafici per almeno due anni consecutivi oppure un contributo settimanale versato prima del biennio precedente l'anno nel quale viene richiesta l'indennità coperto da contribuzione per la disoccupazione;


- Iscrizione negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli nell'anno solare per il quale viene richiesta l'indennità;


- Almeno 102 contributi giornalieri nel biennio precedente la domanda(Vengono valutati anche i periodi di lavoro svolti in settori non agricoli a condizione che vi sia la prevalenza nell'anno o nel biennio di lavoro nel settore agricolo).

Quanto spetta:


Il trattamento è pari al 40% della retribuzione. Viene corrisposta per il numero delle giornate iscritte negli elenchi anagrafici e comunque per un numero massimo a 365 meno il numero delle giornate lavorate o comunque già indennizzate.

Quando va presentata la domanda: entro il 31 marzo 2016

Basta recarsi in una della sedi UIL della provincia di Alessandria (AL, Acqui Terme, Casale M.to, Novi Ligure, Ovada, Tortona e Valenza) per fare domanda.

Le sedi UIL di Novi Ligure e Acqui Terme rimarranno aperte anche il sabato mattina dal 2 gennaio fino a sabato 26 marzo 2016, con orario 9 - 12, per facilitare i lavoratori. Un rappresentante della UILA sarà a disposizione per raccogliere le domande della disoccupazione agricola anno 2015.

Inoltre per chi compila alla UIL la disoccupazione agricola, il 730 sarà gratuito.

La UILA resta a disposizione su appuntamento sempre, in tutte le sedi del territorio, ai seguenti numeri:

Tiziano Crocco 339 5043850

Giovanni 328 8458665

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Martedì, 01 Dicembre 2015 10:38

Occupati e disoccupati: nuovi dati Istat

Nel quadro dell'arricchimento e maggiore integrazione delle informazioni statistiche sul mercato del lavoro, in questo comunicato stampa l'Istat fornisce per la prima volta i dati mensili degli occupati, disoccupati e inattivi per classi di età.

Dopo la crescita registrata tra giugno e agosto (+0,5%) e il calo di settembre (-0,2%), a ottobre 2015 la stima degli occupati diminuisce ancora dello 0,2% (-39 mila). Il calo è determinato dagli indipendenti mentre i dipendenti restano sostanzialmente invariati. Il tasso di occupazione diminuisce di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,3%. Su base annua l'occupazione cresce dello 0,3% (+75 mila persone occupate) e il tasso di occupazione di 0,4 punti.

La stima dei disoccupati a ottobre diminuisce dello 0,5% (-13 mila); il calo riguarda le donne e la popolazione di età superiore a 34 anni. Il tasso di disoccupazione, pari all'11,5%, resta sostanzialmente invariato dopo il calo dei tre mesi precedenti. Nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 12,3% (-410 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 1,4 punti.

Dopo la crescita di settembre (+0,5%), la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta ancora nell'ultimo mese dello 0,2% (+32 mila persone inattive). Diminuisce il numero di inattivi maschi e di età inferiore a 50 anni. Il tasso di inattività, è pari al 36,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali. Su base annua l'inattività aumenta dell'1,4% (+196 mila persone inattive) e il tasso di inattività di 0,6 punti percentuali.

Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo agosto-ottobre 2015 la stima dei disoccupati diminuisce di 142 mila, a fronte di una crescita degli occupati (+32 mila) e degli inattivi (+66 mila).

Nella nota metodologica sono riportati gli intervalli di confidenza dei principali indicatori non destagionalizzati.

 

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Osservatorio sul Precariato: dati Inps

Nei primi nove mesi del 2015 aumenta, rispetto al corrispondente periodo del 2014, il numero di nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel settore privato (+340.323).

Crescono anche i contratti a termine (+19.119), mentre si riducono le assunzioni in apprendistato (-32.991). In aumento anche le cessazioni (+37.868).

La variazione netta tra i nuovi rapporti di lavoro e le cessazioni, pari rispettivamente a 4.094.061 e 3.494.883, è di 599.178; nello stesso periodo dell'anno precedente è invece stata di 310.595.

Le nuove assunzioni a tempo indeterminato nel settore privato stipulate in Italia, rilevate da Inps, sono state 1.330.964, il 34,4% in più rispetto all'analogo periodo del 2014.

Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine, comprese le "trasformazioni" degli apprendisti, sono state 371.152 (l'incremento rispetto al 2014 è del 18,1%).

Pertanto, la quota di assunzioni con rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati/variati è passata dal 32,0% dei primi nove mesi del 2014 al 38,1% dello stesso periodo del 2015.

Nella fascia di età fino 29 anni, l'incidenza dei rapporti di lavoro "stabili" sul totale dei rapporti di lavoro è passata dal 24,4% del 2014 al 31,3% del 2015.

L'incremento delle assunzioni a tempo indeterminato 2015 su 2014 risulta superiore alla media nazionale (+34,4%) in Friuli-Venezia Giulia (+82,0%), in Umbria (+59,6%), in Piemonte (+54,4%), nelle Marche (+52,8%), in Emilia-Romagna (+50,1%), in Trentino-Alto-Adige (+48,7%), in Veneto (+47,8%), in Liguria (+46,0%), nel Lazio (+41,1%), in Lombardia (+39,0%), in Basilicata (+35,9%), in Sardegna (+35,4%) e in Toscana (+34,9%). I risultati peggiori si registrano nelle regioni del Sud: Sicilia (+10,8%), Puglia (+15,8%) e Calabria

(+17,1%).

La quota dei nuovi rapporti di lavoro full time sul totale dei nuovi rapporti registra un incremento di 0,9 punti percentuali, passando dal 61,8% del 2014 al 62,7% del 2015.

Rispetto al 2014, il peso dei nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni mensili inferiori a 1.000 euro diminuisce di un punto percentuale, passando dal 6,3% al 5,3%; una diminuzione si

riscontra anche nella fascia retributiva immediatamente superiore (1.001-1.250 euro), la cui incidenza passa dall'8,8% del 2014 al 7,9% del 2015. Risulta in lieve diminuzione (da 22,9% a 22,6%) il peso dei nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni comprese nella fascia tra 1.251 e 1.500 euro, mentre aumenta di 0,9 punti percentuali il numero dei rapporti che si collocano

nella fascia retributiva da 1.501 a 1.750 euro e di 0,7 punti percentuali quello nella fascia da 1.751 a 2.000 euro; per i nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni compresa fra 2.001 a 3.000 euro gli aumenti sono pari a 0,2 punti percentuali, mentre risulta pressoché stabile l'incidenza delle fasce retributive superiori a 3.000 euro.

Per quanto riguarda i buoni lavoro, nei primi nove mesi del 2015 risultano venduti 81.383.474 voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento medio nazionale, rispetto al corrispondente periodo del 2014 (48.067.353), pari al 69,3%, con punte del 99,4% in Sicilia e dell'87,7% in Puglia.

I dati completi sono consultabili sulla home page del sito istituzionale dell'Inps (www.inps.it) nella sezione Banche Dati/Osservatori Statistici, report dal titolo "Osservatorio sul precariato", dove il giorno 10 di ogni mese vengono pubblicati gli aggiornamenti tabellari dei nuovi rapporti di lavoro e delle retribuzioni medie.

A partire dall'aggiornamento di giugno 2015 il campo di osservazione è riferito esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli) e degli Enti pubblici economici. Pertanto, dal report di giugno 2015 pubblicato oggi, i dati non sono comparabili con quelli pubblicati nei report dei mesi precedenti.

A partire dall'aggiornamento di agosto 2015 sono state sviluppate le procedure amministrative di controllo delle dichiarazioni UNIEMENS e perfezionate le metodologie di normalizzazione dei dati.

Ciò ha comportato, rispetto ai dati pubblicati con l'aggiornamento di luglio 2015, la variazione in diminuzione delle trasformazioni a tempo indeterminato dei rapporti a termine e delle trasformazioni dei contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato.

A partire dall'aggiornamento di giugno 2015 il campo di osservazione è riferito esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli) e degli Enti pubblici economici. Pertanto, dal report di giugno 2015 pubblicato oggi, i dati non sono comparabili con quelli pubblicati nei report dei mesi precedenti.

A partire dall'aggiornamento di agosto 2015 sono state sviluppate le procedure amministrative di controllo delle dichiarazioni UNIEMENS e perfezionate le metodologie di normalizzazione dei dati. Ciò ha comportato, rispetto ai dati pubblicati con l'aggiornamento di luglio 2015, la variazione in diminuzione delle trasformazioni a tempo indeterminato dei rapporti a termine e delle trasformazioni dei contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato.

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Mercoledì, 02 Settembre 2015 10:10

Dati Istat su occupazione e disoccupazione

Nell'ambito di un programma di diffusione sempre più integrata delle informazioni statistiche, a partire dal 15 settembre l'informazione trimestrale su domanda e offerta di lavoro sarà diffusa congiuntamente nel nuovo comunicato dal titolo "Il mercato del lavoro". I contenuti del comunicato "Indicatori del lavoro nelle imprese", in calendario lo stesso giorno, verranno inglobati in tale nuova diffusione.

Nel secondo trimestre 2015 – ininterrotta da cinque trimestri – continua la crescita degli occupati, stimata a +180 mila unità (0,8% in un anno). L'aumento riguarda entrambe le componenti di genere e coinvolge soprattutto il Mezzogiorno (+2,1%, 120 mila unità). Al calo degli occupati 15-34enni e 35-49enni (-2,2% e -1,1%, rispettivamente) si contrappone la crescita degli occupati ultra50enni (+5,8%).

L'incremento dell'occupazione interessa sia gli stranieri (+50 mila unità) sia, soprattutto, gli italiani (+130 mila unità). In confronto al secondo trimestre 2014, il tasso di occupazione 15-64 anni degli stranieri diminuisce di 0,1 punti percentuali a fronte di una crescita di 0,6 punti tra gli italiani.

Nell'industria in senso stretto, dopo la diminuzione del trimestre precedente, l'occupazione rimane sostanzialmente stabile su base annua a sintesi di un aumento nel Nord e di un calo nel Centro e nel Mezzogiorno. Nelle costruzioni, dopo diciannove trimestri di calo, torna a salire il numero di occupati (+2,3%, 34 mila unità in un anno). Nel terziario gli occupati crescono dello 0,8% (+127 mila unità), soprattutto tra i dipendenti e nel Mezzogiorno.

Nel secondo trimestre 2015, i lavoratori a tempo pieno aumentano in misura sostenuta per il secondo trimestre consecutivo, con un incremento di 139 mila unità (+0,8%). Ininterrotta dal 2010, prosegue la crescita degli occupati a tempo parziale (+1,0%, 41 mila unità nel raffronto tendenziale) ma in oltre sette casi su dieci questa riguarda il part time involontario, la cui incidenza arriva al 64,6% dei lavoratori a tempo parziale (era il 64,5% un anno prima).

L'incremento di occupazione interessa soltanto i dipendenti, cresciuti nel secondo trimestre del 2015 dell'1,1% (183 mila unità), mentre gli indipendenti rimangono sostanzialmente invariati. Continua, a ritmo più sostenuto, l'aumento del numero di dipendenti a tempo indeterminato (+0,7%, 106 mila su base annua), associato all'aumento dei dipendenti a termine (+3,3%, 77 mila unità). Si riduce il numero di indipendenti con contratti di collaborazione (-11,4%, -45 mila unità).

Nel secondo trimestre 2015 il numero di persone in cerca di occupazione è stimato rimanere invariato su base annua, a sintesi dell'aumento per gli uomini (+2,6%, 44 mila unità) e del calo per le donne (-3,1%, -45 mila unità). Il 59,5% dei disoccupati cerca lavoro da un anno o più (era il 61,9% nel secondo trimestre 2014).

Dopo quattordici trimestri di crescita e il calo nel primo trimestre del 2015, nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1% (-0,1 punti su base annua); alla riduzione del Nord (-0,3 punti) si associa la stabilità nel Mezzogiorno e l'aumento nel Centro (+0,1 punti), con le differenze territoriali che si ampliano: l'indicatore varia dal 7,9% delle regioni settentrionali, al 10,7% del Centro fino al 20,2% del Mezzogiorno.

Nel secondo trimestre 2015, a ritmi sostenuti, prosegue la diminuzione del numero degli inattivi di 15-64 anni (-1,9%, -271 mila unità) dovuto in circa sette casi su dieci ai 55-64enni. Il tasso di inattività scende al 35,8% (-0,6 punti percentuali). Dopo la crescita ininterrotta dal terzo trimestre 2011, diminuisce lo scoraggiamento (-5,8%, -114 mila unità), soprattutto nel Mezzogiorno e tra i giovani di 15-34 anni.

 

Occupati e disoccupati (dati provvisori)

 

Con l'obiettivo di fornire una informazione sul mercato del lavoro più ricca di contenuti, dal prossimo comunicato stampa l'Istat fornirà mensilmente nuovi indicatori, unitamente a intervalli di confidenza.

Dopo il calo di maggio (-0,2%) e la lieve crescita di giugno (+0,1%), a luglio 2015 la stima degli occupati cresce ancora dello 0,2% (+44 mila). Il tasso di occupazione aumenta nel mese di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,3%. Nell'anno l'occupazione cresce dell'1,1% (+235 mila persone occupate) e il tasso di occupazione di 0,7 punti.

La stima dei disoccupati diminuisce del 4,4% (-143 mila) su base mensile. Dopo la crescita degli ultimi due mesi, a luglio il tasso di disoccupazione cala di 0,5 punti percentuali, arrivando al 12,0%. Nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 6,6% (-217 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 0,9 punti.

Dopo la lieve crescita di maggio (+0,1%) e il calo di giugno (-0,3%), la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta nell'ultimo mese dello 0,7% (+99 mila persone inattive, prevalentemente donne). Il tasso di inattività, è pari al 35,9%, in aumento di 0,3 punti percentuali. Su base annua l'inattività è in calo dello 0,6% (-87 mila persone inattive) e il tasso di inattività di 0,1 punti.

Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo maggio-luglio 2015 il tasso di occupazione cresce (+0,2 punti percentuali), mentre calano il tasso di disoccupazione (-0,1 punti) e il tasso di inattività (-0,1 punti).

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Con il decreto approvato il 20 febbraio si è previsto che a partire dal 1 maggio 2015 l'indennità di disoccupazione costituita da Aspi e Mini Aspi è stata sostituita  dalla NASpI.

La durata della NASpI sarà calcolata in base alla contribuzione versata dal lavoratore per un massimo di 24 mesi  per chi ha versato almeno 4 anni di contributi.

Grazie all'approvazione della Legge di Stabilità 2015 il governo Renzi ha allargato la platea dei destinatari dell'indennità di disoccupazione anche ai lavoratori precari.

La NASpI è il sussidio di disoccupazione universale erogato dall'INPS per eventi di disoccupazione involontaria successivi al 1 maggio 2015. A partire dal 1 maggio, quindi, i lavoratori che perdono il lavoro ed hanno lavorato almeno 3 mesi hanno diritto a percepire l'assegno.

Beneficiari NASpI

La NaSpI è destinata a tutti i lavoratori che perdono involontariamente il lavoro. Esclusi dal trattamento sono i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato (entrambe le categoria sono tutelate da altra regolamentazione).

Anche i lavoratori che hanno presentato le dimissioni per giusta causa potranno beneficiare dell'indennità di disoccupazione. La circolare Inps 94 del 12 maggio 2015 chiarisce quello che si intende per giusta causa: tutte le cessazioni del rapporto di lavoro che sono motivate

dal mancato pagamento della retribuzione;dall'aver subito molestie sessuali nei luoghi di lavoro;dalle modificazioni peggiorative delle mansioni lavorative;dal c.d. mobbing;dalle notevoli variazioni delle condizioni di lavoro a seguito di cessione ad altre persone (fisiche o giuridiche) dell'azienda (art.2112 co.4 codice civile);dallo spostamento del lavoratore da una sede ad un'altra, senza che sussistano le "comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive" previste dall'art. 2103 codice civile;dal comportamento ingiurioso posto in essere dal superiore gerarchico nei confronti del dipendente.

Requisiti NASpI

Il lavoratore che voglia usufruire della NASpI deve possedere i seguenti requisiti:

Stato di disoccupazioneDeve poter far valere almeno 13 settimane contributive accreditate nei 4 anni precedenti l'evento di disoccupazioneDeve poter far valere, nei 12 mesi precedenti l'evento di perdita involontaria del lavoro, 30 giornate di lavoro effettivo a prescindere dal minimale contributivo.

Durata NASpI 2015

La durata della NASpI, come anticipato in precedenza, varia in base ai contributi versati dal lavoratore e può arrivare ad un massimo di 24 mesi per lavoratori che posano vantare 4 anni di lavoro precedente alla disoccupazione. La durata massima prevista, andando a guardare nel particolare, è pari alla metà delle settimane contributive maturate nei 4 anni precedenti (massimo 24 appunto).

Importo NASpI

L'importo della NASpI viene calcolato dividendo il totale delle retribuzioni imponibili degli ultimi 4 anni per il numero delle settimane di contributi accreditati. Il risultato deve poi essere moltiplicato per il coefficiente 4,33.

Se la retribuzione mensile che risulta da tale operazione dovesse essere pari o inferiore all'importo di 1195 euro, l'importo dell'assegno mensile sarà calcolato al 75% della retribuzione stessa, se invece l'importo ottenuto supera i 1195 euro al 75% sarà aggiunto il 25% della differenza tra detto importo e la retribuzione mensile.

L'importo mensile della NASpI, in ogni caso non potrà superare i 1300 euro.

La NASpI verrà corrisposta per intero per i primi 4 mesi, a decorrere dal quinto mese l'importo dell'assegno sarà ridotto del 3% al mese. Si precisa che alla NASpI non sarà applicata la trattenuta del 5,84% che si applica alle prestazioni a sostegno del reddito.

NASpI e contributi figurativi

Sempre nella circolare INPS 94 del 12 maggio 2015 viene chiarito che  i contributi figurativi sono riconosciuti d'ufficio per i periodi in cui si fruisce dell'indennità di disoccupazione entro un limite di retribuzione pari a 1,4 volte l'importo della NASpI per l'anno 2015.

Calcolando: se l'importo massimo mensile è per il 2015 di 1300 euro la contribuzione figurativa riconosciuta per lo stesso anno sarà al massimo di 1820 euro.

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Possiamo iniziare a intravedere uno spiraglio di ripresa nei dati che fotografano la cassa integrazione nei primi 3 mesi del 2015, oppure no?Dalla lettura dei dati Inps, le ore richieste dalle imprese nel I trimestre 2015 (oltre 170 milioni), sembrano essere più vicine a quelle del primo anno di crisi (129 milioni) che a quelle di un Paese in cui la sofferenza economico-occupazionale è ancora molto forte sia dalle imprese che dai lavoratori.

Noi crediamo che sia opportuno leggere i dati sentendo e ascoltando le sofferenze che quotidianamente vivono territori e lavoratori, quando lamentano l'assenza di risorse per la cassa integrazione in deroga, strumento fondamentale per il mantenimento dei posti di lavoro e per il necessario, quanto fondamentale, vivere dignitoso delle famiglie di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori.

Non si possono che considerare, quindi,  in maniera sottostimata le ore di cassa integrazione in deroga , mancando all'appello il dato del "reale" fabbisogno di questo ammortizzatore sociale che, mai come quest'anno, a causa di carenza di risorse determinata anche dalla necessità di utilizzare quelle disponibili per il 2015 per sanare periodi relativi al 2014, si è tradotto in un secco e brusco "stop" di richieste (poco più di 12 milioni di ore nel I trimestre 2015, con un calo dell'82% rispetto allo stesso periodo del 2014).

Roma, 20 aprile 2015

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La UIL, attraverso l'elaborazione dei dati sulle comunicazioni obbligatorie, un atto che le aziende devono compiere a ogni attivazione o cessazione di un rapporto di lavoro, analizza come si muove "realmente" il lavoro. L'analisi mette a confronto i dati dal 2009 al2014 approfondendo sia come si assume (a tempo indeterminato, determinato, collaborazioni, altre tipologie), sia come si licenzia o si cessa un rapporto di lavoro.

Colpisce, in particolare, il dato del 2014 che fa emergere soprattutto 2 aspetti: l'aumento delle attivazioni è dovuto solo in minima parte ai contratti stabili (circa 20.000 in più) e come le stesse siano alimentate, in maniera preponderante, dal  lavoro a termine che arriva a pesare per il 68,7 % per le scelte del Governo che, attraverso il decreto Poletti, ha incentivato le imprese a scegliere la strada del lavoro temporaneo.

L'incidenza annuale dei contratti stabili (tempo indeterrminato e apprendistato) continua inesorabilmente a scendere toccando il minimo storico del 18,8 % (nel 2009 era del24,6%). Impressiona e preoccupa la variazione dei rapporti di lavoro stabili avviati che, in termini assoluti, passano dai 2,4 milioni del 2009 ai circa 1,9 milioni del 2014 (- 22,2 %).

Il lavoro debole e temporaneo, di contro, cresce in termini assoluti e per incidenza rispetto alle attivazioni annuali (81,2 % contro il 75,4 % del 2009) con una tenuta, preoccupante, delle collaborazioni a progetto che nel 2014 rimangono stabili rispetto al 2013.

Ma i dati che più  preoccupano sono quelli che si riferiscono alle cessazioni (9.973.246):  in aumento nel 2014, rispetto al 2013, di oltre 158.000;  oltre 900.000 riguardano licenziamenti decisi dall'azienda (anche con l'articolo 18) e le vittime principali sono coloro che sono stati chiamati con un lavoro a termine (7.788.077).

Emerge, analizzando questi dati, come ci sia una quasi automatica corrispondenza tra le innovazioni legislative e le  modalità con le quali le imprese assumono (come l' "effetto spinta" dell'introduzione dell'acausalità per il contratto a termine e la forte riduzione delle collaborazioni a progetto non del tutto genuine  e del lavoro intermittente  quale effetto di regole  dissuasive come quelle inserite nella legge 92, Fornero).  C'è, comunque, altrettanta corrispondenza tra la quantita di lavoro richiesto dalle aziende e l'andamento della economia: zero. In sostanza, continuare a ignorare che è la crescita che crea buona occupazione non permetterà di  far crescere quest'ultima, semmai si redistribuirà quella poca che c'è in mancanza, soprattutto, di vere e buone politiche attive del lavoro.

In allegato l'intero studio.

Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL

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DICHIARAZIONE DI GUGLIELMO LOY- SEGRETARIO CONFEDERALE UIL

Dal 2008 al 2014 persi 811 mila posti di lavoro, di cui 355 mila con rapporti di natura subordinata.

Un gap molto difficile da recupare vista l'assenza di reali politiche di crescita e sviluppo, in particolare nelle aree più fragili del Paese.

La temperatura febbricitante del nostro sistema produttivo è misurata dal forte calo dell'occupazione che continua a investire, in particolare,  il settore delle costruzioni anche tra il 2013 e 2014 (-4,4%), oltre alla continua crescita del tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile.

Lo scoraggiamento nella ricerca di un lavoro vede un picco di aumento vertiginoso soprattutto tra coloro, in specie ragazze e ragazzi, che ritengono di non riuscire a trovare un'occupazione ai quali  il programma "garanzia giovani" non ha sostanzialmente risposto.

Il timido segnale di una ripresina occupazionale (più 88 mila occupati tra il 2013 e 2014) va letto con cautela, poiché ciò che aumenta è un'occupazione temporanea, in cui la flessibilità oraria è essenzialemnte involontaria. Elementi, questi, che sono sintomatici di una perdurante situazione di debolezza del nostro mercato del lavoro e dei lavoratori.

Il cambio di rotta è fondamentale, ma non può avvenire con misure e incentivi indiscriminati e non selettivi che, favorendo contratti a "tempo determinato incentivati", indeboliscano il sistema di tutele oltretutto con una rete di protezione debole e non innovata.

Roma, 2 marzo 2015

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Da domani, 10 gennaio e fino al 28 marzo, tutti i sabato mattina dalle 9 alle 12 nella sede UIL di Acqui Terme il Segretario territoriale della UILA Alessandria, Tiziano Crocco, sarà a disposizione per raccogliere le domande di disoccupazione agricola.

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