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Il 19 ottobre scorso le organizzazioni sindacali Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs hanno incontrato Federdistribuzione per riprendere il confronto con la predetta associazione d’imprese della Grande distribuzione organizzata per il rinnovo del Ccnl Dmo scaduto il 31 dicembre 2019.

In apertura del confronto di cui qui si rassegna l’esito le parti hanno preliminarmente stabilito di procedere alla sottoscrizione definitiva del testo unico contrattuale risultante dal riallineamento dell’intesa di rinnovo del 19 dicembre 2019 e dalla disciplina riconducibile alla versione del Ccnl Tds 2013 (quando Federdistribuzione era ancora in Confcommercio).

Nei prossimi giorni il testo definitivo sarà siglato e si procederà successivamente alla stampa del Ccnl.

Relativamente al negoziato sul rinnovo del contratto collettivo, parte sindacale, in estrema sintesi, ha richiamato i temi salienti contenuti nella piattaforma rivendicativa.

Federdistribuzione, per parte sua, ha manifestato preoccupazione rispetto a due elementi che potrebbero seriamente incidere sul versante dei costi nel medio periodo: fiammata inflazionistica e riforma degli ammortizzatori sociali.

Si è stabilito, per il prosieguo del confronto, di dare vita a tre commissioni su classificazione, mercato del lavoro e relazioni sindacali.

Per i lavori delle predette commissioni sarà condivisi un calendario di incontri.

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Lunedì, 18 Dicembre 2017 16:29

Venerdì 22 dicembre sciopero Federdistribuzione

COMUNICATO STAMPA SCIOPERO FEDERDISTRIBUZIONE 22 dicembre 2017

Venerdì 22 dicembre, a pochi giorni dal grande corsa agli acquisti in previsione delle festività natalizie, i lavoratori e le lavoratrici della grande distribuzione (per le aziende aderenti a Federdistribuzione, catene come Pam Panorama, Iper, Carrefour, ecc...) sciopereranno per l'intero turno di lavoro.

La motivazioni che ha portato allo sciopero è la violazione del diritto costituzionale dei lavoratori  ad avere un contratto di lavoro perché solo attraverso questo strumento si possono stabilire retribuzioni sufficienti a garantire la libertà e la dignità.

Fino ad ora il mancato rispetto dell'applicazione del contratto ha colpito il 10% degli addetti del settore, circa 200.000 dipendenti che hanno subito un ingente danno economico sia in termini retributivi che di contribuzione pensionistica.

Maura Settimo, UILTuCS Alessandria: "è sconcertante che proprio i marchi della grande distribuzione più grandi, importanti e capillarmente diffusi su tutto il territorio nazionale con prepotenza speculino sul costo del lavoro, ragionando solo in termini di risparmio senza garantire quanto dovuto ai proprio dipendenti che si trovano svantaggiati rispetto a chi lavora presso aziende che invece applicano integralmente il CCNL.

È vergognoso e sleale farsi concorrenza sulle spalle dei lavoratori.

L'unica strada praticabile è l'applicazione immediata del contratto nazionale di lavoro a tutti i dipendenti ".

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Il 30 marzo 2015 è stato firmato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del commercio, ma le aziende aderenti a FEDERDISTRIBUZIONE non lo applicano nonostante qualsiasi trattativa sia cessata da oltre un anno. I gruppi della grande distribuzione aderenti a Federdistribuzione si rifiutano di dare applicazione all'unico contratto collettivo nazionale di lavoro valido e vigente senza neppure addurre giustificazioni, negando un diritto sancito dalla Costituzione: il diritto a un contratto di lavoro.

In tutto questo tempo circa 200.000 lavoratrici e lavoratori, ossia il 10% degli addetti del settore, hanno subìto un danno economico consistente, sia in termini retributivi diretti che in termini di mancata contribuzione pensionistica, che si aggrava ogni mese che passa nonostante le erogazioni unilaterali operate da alcune aziende.

La UILTuCS chiama pertanto alla mobilitazione e alla lotta le lavoratrici e i lavoratori delle aziende aderenti a FEDERDISTRIBUZIONE per l'intera giornata di venerdì 22 dicembre 2017. Al fine di rendere A quasi quattro anni dalla scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della Distribuzione Cooperativa, la UILTuCS chiama i lavoratori alla lotta per imprimere una svolta alla vertenza che langue senza risultati e costringere le associazioni della cooperazione a uscire allo scoperto. I tempi sono maturi per pervenire ad un'intesa che possa essere sottoposta al vaglio delle lavoratrici e dei lavoratori recuperando la perdita salariale che si è realizzata in tutto questo tempo. Superata la crisi, non ci sono più giustificazioni sostenibili per ulteriori ritardi.

Le imprese della Cooperazione devono restituire ai propri dipendenti il diritto costituzionale ad avere un contratto collettivo di lavoro che regoli i rapporti di lavoro in modo equilibrato e duraturo. La UILTuCS chiama pertanto alla mobilitazione e alla lotta le lavoratrici e i lavoratori della Distribuzione cooperativa per l'intera giornata di venerdì 22 dicembre 2017. Al fine di rendere efficace la mobilitazione, le strutture territoriali potranno articolare diversamente la giornata di sciopero: 4 ore da effettuarsi il giorno 22 dicembre e le ulteriori 4 ore da programmare a livello territoriale, anche al fine di effettuare scioperi improvvisi, entro il 6 gennaio 2018. Roma, 6 dicembre 2017

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In allegato si trasmette la lettera sottoscritta dal Segretario Generale UILTuCS a Federdistribuzione sulla trattativa del rinnovo del ccnl.

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Sabato 28 maggio a Torino si terrà una manifestazione in concomitanza con la giornata di sciopero proclamata dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per contrastare l'attacco di Federdistribuzione a dignità e diritti dei lavoratori.

Le motivazioni che portano ancora a scendere in piazza sono il contratto, la necessità di un salario dignitoso e condizioni di lavoro sostenibili.

Comunicato stampa
Federdistribuzione nega il contratto alle lavoratrici e ai lavoratori della grande distribuzione commerciale


Nel pomeriggio del 13 aprile sono cessate le trattative per la definizione del primo contratto collettivo nazionale di lavoro per le aziende aderenti a Federdistribuzione.
Le ragioni della rottura sono da ricondurre alle condizioni inderogabili e non negoziabili poste da Federdistribuzione per la sigla del contratto, vale a dire:


1) La destrutturazione del sistema di inquadramenti utilizzando la leva del jobs act;

2) L'imposizione di norme destinate a consentire alle aziende di derogare a tutte le norme del futuro contratto anche in assenza di accordo tra le parti a livello aziendale;

3) La definizione di aumenti salariali che determinerebbe al 31.12.2018 una massa salariale di 1.831 euro al 4° livello a fronte dei 3.000 euro previsti alla stessa data e al medesimo livello d'inquadramento dal contratto applicato ai dipendenti delle altre aziende del commercio, ossia alla stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.


Porre a 28 mesi dall'inizio dei negoziati tali condizioni inderogabili e non negoziabili dimostra che l'asserita volontà di Federdistribuzione di realizzare un'intesa è priva di fondamento. Federdistribuzione vorrebbe imporre un diktat inaccettabile attraverso cui realizzare un evidente vantaggio competitivo a danno dei propri dipendenti.
In aggiunta a ciò è emersa palese la volontà di Federdistribuzione di modificare in peggio le norme contrattuali sul mercato del lavoro, l'orario di lavoro e la bilateralità, con particolare riferimento ai sistemi di welfare (assistenza e previdenza integrative), determinando un danno aggiuntivo per i dipendenti delle imprese ad essa associate.


Le Organizzazioni Sindacali Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e UILTuCS proclamano, nelle aziende aderenti a Federdistribuzione, uno sciopero nazionale per l'intera giornata del 28 maggio 2016 ed ulteriori otto ore di sciopero da gestire a livello territoriale ed approfondiranno nei prossimi giorni le ulteriori iniziative da adottarsi.

Da Alessandria partirà un pullman di lavoratori iscritti alla Uiltucs per seguire la manifestazione a Torino.

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Ecco la risposta della UILTuCS al comunicato diffuso da Federdistribuzione, file in allegato.

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Venerdì, 01 Agosto 2014 10:55

Federdistribuzione: prime e timide aperture

Il 30 luglio si è svolto il previsto incontro con Federdistribuzione nell'ambito della trattativa per il rinnovo del CCNL del Terziario. In apertura dei lavori l'associazione dei datori di lavoro ha ribadito ancora una volta che in considerazione dello scenario economico non è possibile ipotizzare un rinnovo contrattuale di tipo tradizionale, ed è indispensabile che il futuro contratto realizzi un recupero di produttività e un contenimento dei costi a carico delle aziende. Di conseguenza Federdistribuzione ha dichiarato che, alla luce della tornata di trattativa svoltasi tra la fine di giugno e i primi di luglio, fatica a individuare i contenuti di un possibile sbocco per la vertenza, tenuto conto che le risposte fornite dalle OO. SS. alle richieste da essa formulate hanno evidenziato più difficoltà che convergenze sui contenuti di un futuro contratto. Federdistribuzione ha dichiarato che ritiene necessario da parte dei sindacati uno spirito più costruttivo, grande senso di responsabilità e la presa d'atto che un rinnovo che comporti un aggravio dei costi a carico delle imprese non è percorribile. A questo punto, allo scopo di mettere dei punti fermi alla discussione e di evitare momenti di contrapposizione, per dare tranquillità ai lavori del tavolo negoziale, Federdistribuzione ha dichiarato che si sentiva di dire che la comunicazione del 30 dicembre 2013, con cui dichiarava il recesso dal CCNL del Terziario e unilateralmente ne dichiarava l'ultrattività limitatamente al 31 maggio 2014, potrebbe essere superata da un accordo tra le Parti negoziali che definisse un periodo di ulteriore ultravigenza per permettere agli animi di rasserenarsi e al negoziato di procedere a partire dalla definizione di una soluzione per il fondo di assistenza sanitaria, superando la situazione di stallo presente.

Come UILTuCS abbiamo replicato che la percezione che il negoziato stenti a procedere anche a causa del macigno posto sul tavolo da Federdistribuzione con la sua lettera del 30 dicembre 2013 è senz'altro esatta. Ribadito che il recesso dal contratto e l'apposizione unilaterale di un termine di ultravigenza, ancorché scaduto da 2 mesi, è un atto illegittimo, abbiamo respinto recisamente l'ipotesi di stabilire con un accordo tra le Parti un ulteriore periodo di ultravigenza, giacché ciò implicitamente implicherebbe una presa d'atto del recesso effettuato e una sua legittimazione a posteriori. Chi ha posto il macigno sul tavolo negoziale con un atto unilaterale non può esimersi dal rimuoverlo di propria iniziativa e con un atto formale di rilevanza analoga a quello con cui il recesso è stato dichiarato. Questa sarebbe una decisione che potrebbe porre il negoziato su basi nuove, fermo restando il permanere delle notevoli distanze sul merito della trattativa emerse nel corso dei 6 mesi di negoziato. Abbiamo quindi ricordato che la piattaforma unitaria presentata a Federdistribuzione come a tutte le altre parti datoriali coinvolte muoveva dalla consapevolezza della situazione economica complessiva in cui versa il Paese ed era evidentemente tutt'altro che tradizionale dal punto di vista dei suoi contenuti. Abbiamo ricordato inoltre che nel mese di maggio la UILTuCS aveva formulato una proposta di sblocco del negoziato che si proponeva di realizzare un recupero di produttività e redditività, nel quadro di uno scambio complessivamente equo e al riconoscimento di un aumento salariale commisurato alla situazione economica, proposta che è stata respinta perché evidentemente ritenuta insufficiente e a cui si è contrapposta la reiterazione insistente delle richieste datoriali; la dichiarazione che solo dal soddisfacimento di tali richieste sarebbe stato possibile ipotizzare un aumento salariale e perfino il rifiuto di rispondere alla reiterata richiesta da noi formulata che venisse almeno indicato cosa del vecchio contratto si riteneva di poter conservare senza modifiche. Preso atto del rifiuto opposto alla nostra proposta, non abbiamo potuto far altro che toglierla dal tavolo, lasciando ad altri – evidentemente – l'onore della proposta per uscire dalla situazione di stallo in cui la trattativa era entrata e in cui si trova tutt'ora, che l'insistente dichiarazione di Federdistribuzione circa l'impossibilità di realizzare alcun tipo di aggravio dei costi per effetto del futuro contratto non contribuisce certo a superare.

Dopo una breve interruzione dei lavori, Federdistribuzione si è ripresentata al tavolo dichiarando che il recesso dal contratto è conseguenza diretta della loro fuoriuscita dalla Confcommercio. Da ciò ne deriva che per essa non sono ipotizzabili sbocchi della trattativa diversi da un nuovo contratto da essa sottoscritto con le OO. SS. confederali. Però, al fine di rasserenare gli animi, ha ribadito che è nella disponibilità di sottoscrivere con le Organizzazioni Sindacali un accordo che dia continuità al vecchio contratto, levando i riferimenti alla Confcommercio, anche senza limiti temporali, e riaprendo il negoziato sull'insieme dei temi oggetto di trattativa a partire dalla bilateralità e in particolare dell'assistenza sanitaria. Davanti alla nostra affermazione che tale dichiarazione non aggiungeva nella sostanza alcunché di nuovo, da parte della delegazione di Federdistribuzione è stato osservato che le modalità attraverso cui realizzare il superamento delle conseguenze del recesso da essa dichiarato non sarebbero altro che un "tecnicismo" alla luce del fatto che ciò che conterebbe sarebbe che oggi Federdistribuzione ha dichiarato al tavolo che intende dare continuità all'applicazione del CCNL in essere. A ciò abbiamo ulteriormente replicato che non è pensabile che un atto formale giuridicamente oltre che politicamente rilevantissimo possa essere rimosso sulla base di una dichiarazione – ancorché autorevole – fatta al tavolo negoziale. Ammesso e non concesso, infatti, che ciò sani il vulnus che la dichiarazione recettizia, per di più connessa a una determinata data di efficacia, ha arrecato ai rapporti politici tra le parti, resta irrisolto il problema della sua efficacia giuridica, che può essere rimosso esclusivamente da un atto volontario di Federdistribuzione avente analoga rilevanza formale. Infine abbiamo dichiarato ancora una volta che l'insistenza a voler affrontare innanzitutto i temi della bilateralità non ci persuade oggi come non ci persuadeva ieri. In mancanza di un contratto la bilateralità è priva del suo fondamento e solo una volta definito il contratto si potranno condividere le forme, le sedi e le modalità con cui essa si potrà realizzare.

Le Parti si sono lasciate con l'impegno reciproco a riflettere sui temi oggetto della discussione odierna e si sono aggiornate al 17 settembre prossimo.

In chiave di valutazione politica complessiva, in vista della ripresa dei negoziati a settembre con l'insieme delle controparti coinvolte nel rinnovo del CCNL del Terziario, della distribuzione e dei servizi (Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione) e della Cooperazione, la UILTuCS non può che ribadire che il significato e la portata della piattaforma rivendicativa presentata con i medesimi contenuti a tutte le controparti nell'autunno passato evidenziava l'esigenza di preservare una sostanziale unicità delle condizioni contrattuali, normative e salariali, che per noi – e crediamo non solo per noi – rappresenta un valore rilevante, se non altro per evitare che la frammentazione delle controparti datoriali, da noi non voluta e neppure lontanamente auspicata, si traduca in un sostanziale peggioramento delle condizioni di lavoro degli addetti del settore. La sospensione del negoziato con la Confcommercio nel passato mese di giugno, di cui auspichiamo la pronta riapertura e una rapida conclusione, e le difficoltà persistenti su altri tavoli negoziali a definire anche in termini generali i possibili sbocchi delle trattative non possono che suscitare preoccupazione e dovrebbero indurre tutte le Parti coinvolte a un grande senso di responsabilità. Allungare i tempi del negoziato non crediamo infatti che sia interesse né dei lavoratori né delle imprese, piccole e grandi, in cui il contratto trova applicazione, specie in una situazione di persistente crisi economica, stagnazione dei consumi e caduta dell'occupazione.

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In occasione dell'incontro del 3 luglio scorso, Federdistribuzione ha dichiarato di voler proseguire nell'identificazione delle priorità da essa individuate per la definizione di un nuovo contratto affrontando il tema della produttività. A titolo di premessa ha quindi aggiunto che – nell'attuale contesto economico caratterizzato a suo dire da una crisi strutturale del comparto – risulta difficile non ipotizzare misure strutturali su questo argomento, ma ha dichiarato di aver compreso che siccome tale carattere di strutturalità delle misure sulla produttività potrebbe impedire il decorso del negoziato, si è dichiarata pronta a non farne un dogma, a condizione di comprendere quali potrebbero essere i contenuti di quel "patto per la crisi" che dovrebbe accompagnare il testo di rinnovo del CCNL, rimarcando altresì che esiste uno stretto legame tra questo possibile vero recupero di produttività e la definizione della materia salariale, su cui per altro ha dichiarato di non essere al momento disponibile ad entrare nel merito.

Il primo elemento da affrontare in tale ambito sarebbe per Federdistribuzione l'orario di lavoro, con la sottolineatura che in questa fase non è interessata a definire nuove norme in tema di flessibilità del lavoro, perché ciò che le sta a cuore è la quantità dell'orario di lavoro individuale. Riconoscendo che la loro ipotesi iniziale di riconduzione dell'orario contrattuale a 40 ore settimanale per tutti non è praticabile, Federdistribuzione ha ritenuto di poter proporre oggi la cancellazione per tutti di 32 ore di permesso retribuito, vale a dire l'eliminazione totale dei permessi per quanti oggi operano a 38 ore settimanali e una decurtazione di 32 ore di ROL per quanti operano invece in regime di 40 ore settimanali "senza stare a guardare se tali ore derivano in forza di legge o di contratto."

Dato però che tale misura da sola è giudicata da Federdistribuzione insufficiente a garantire quel recupero di produttività che ritiene indispensabile, ad essa dovrebbero aggiungersene altre quattro, e precisamente:
1. L'eliminazione dei due giorni di ferie oggi previsti aggiuntivi rispetto alle 4 settimane di ferie previste per legge;
2. La modificazione della norma contrattuale relativa al pagamento di una giornata aggiuntiva di retribuzione a fronte del mancato godimento della giornata festiva del 4 novembre;
3. Modificare la base di calcolo del trattamento di fine rapporto, circoscrivendola alla sola paga base, contingenza e terzo elemento nazionale;
4. Intervenire sugli scatti d'anzianità, o eliminandoli o sospendendone la maturazione.

Come UILTuCS abbiamo replicato innanzitutto reiterando ancora una volta la nostra richiesta che Federdistribuzione fornisca l'elenco delle norme del vigente contratto e dell'accordo di rinnovo del 2011 che non è sua intenzione modificare, rimarcando che giacché nella riunione di oggi la medesima richiesta è stata formulata anche dalla Filcams-CGIL ci aspettiamo che ad essa venga finalmente dato seguito, allo scopo di fare chiarezza e pulizia circa le reali intenzioni dell'associazione datoriale. Ciò detto, l'ipotesi formulata di togliere 32 ore di permesso retribuito o ROL a tutti i lavoratori non ci trova concordi anche in considerazione del fatto che quanto proposto non si limiterebbe a intervenire esclusivamente su un derivato contrattuale, e costituirebbe l'abrogazione per via contrattuale di un diritto riconosciuto in forza di una legge dal 1977 a fronte della cancellazione di 4 festività allora intervenuta per effetto del cosiddetto Accordo Lama-Agnelli che si proponeva anche con quella misura (oltre che con il superamento della norma che prevedeva il pagamento a carico dell'INPS dei primi tre giorni di malattia e con la definizione del cosiddetto "punto unico di contingenza") di realizzare un recupero della produttività del lavoro e di ridurre l'assenteismo.

Abbiamo quindi ribadito la nostra indisponibilità a mettere mano all'istituto degli scatti d'anzianità, sia in termini assoluti, sia perché anche se temporanea tale misura intrinsecamente trascinerebbe i suoi effetti oltre la durata di vigenza del contratto, a meno di non prevedere una data di "sbarramento" di tale misura che avrebbe degli effetti di palese iniquità in quanto colpirebbe alcuni lavoratori (quelli che maturerebbero lo scatto prima di tale data) e altri no. Assai difficile ci sembra inoltre prevedere la cancellazione di due giornate di ferie o il venire meno del pagamento della giornata aggiuntiva del 4 novembre, mentre per quanto attiene l'ipotesi di non ritenere più utili ai fini del Trattamento di Fine Rapporto tutti gli elementi salariali aggiuntivi rispetto a paga base, contingenza e terzo elemento nazionale (ossia, a titolo esemplificativo, gli scatti di anzianità, i superminimi mensilizzati individuali e collettivi, tutte le indennità mensilizzate e i terzi elementi provinciali, laddove esistenti) ci siamo detti del tutto indisponibili. A tale riguardo abbiamo ricordato la norma contenuta all'art. 208 del vigente contratto e la relativa nota a verbale, che contraddistingue in modo da noi ritenuto impeccabile e immodificabile i caratteri della retribuzione prevista dal vigente contratto, chiedendo se fosse intenzione di Federdistribuzione porvi mano e ribadendo che essa è per noi intangibile.

In seguito Federdistribuzione ha ritenuto necessario ritornare sui concetti sopra descritti, rimarcando per l'ennesima volta che è il contesto economico "che impone di toccare degli argomenti complessi e difficili, perché a imporlo sono tutti gli indicatori di andamento del settore" precisando che a suo dire gli istituti presi in considerazione non hanno influenza sulla busta paga netta dei lavoratori, mentre il ricorso ad essi, unitamente agli altri tre elementi sollevati in occasione degli incontri svoltisi la settimana passata (Bilateralità, Mercato del Lavoro e deroghe contrattuali), sono indispensabili a realizzare un recupero di produttività, a cui risultano imprescindibilmente connessi i meccanismi, i tempi e l'ammontare stesso dell'esito salariale del rinnovo contrattuale. In aggiunta a quanto prima affermato – inoltre – Federdistribuzione ha dichiarato che secondo lei sarebbe necessaria una riflessione aggiuntiva su come sia possibile stimolare la nuova occupazione. In particolare, dopo aver dichiarato che non è sua intenzione procedere all'identificazione di nuove tipologie di contratto di lavoro e che non ha preclusioni sul metodo con cui tale incentivazione alle nuove assunzioni si possa realizzare, sia esso a carattere strutturale o temporaneo, lascia alle organizzazioni sindacali il compito di formulare delle ipotesi, ma nel far ciò ha dichiarato formalmente che comunque essa considera l'ambito temporale delle misure non strutturali coincidente con la durata di vigenza del contratto.

Come UILTuCS abbiamo a questo punto replicato che l'affermazione di Federdistribuzione secondo cui le misure proposte in tema di produttività nel confronto di oggi "non hanno influenza sulla busta paga netta dei lavoratori" ci risulta in parte non vera e in parte frutto di un puro artificio dialettico. Come si può infatti affermare che eliminare il pagamento della giornata del 4 novembre non sia influente sulla busta paga? Come non vedere che ogni intervento sugli scatti di anzianità va a ledere la legittima aspettativa di chi ne ha uno in corso di maturazione di vedersi erogata la somma corrispondente alla normale scadenza? Come non rilevare che l'ipotesi di ridurre la base di calcolo utile ai fini del Trattamento di Fine Rapporto ha degli effetti diretti in termini di retribuzione differita, ovvero di accantonamento degli importi nel Fondo di Previdenza Integrativa, qualora il lavoratore vi abbia aderito? Come non ricordare poi che l'impianto sulle deroghe contrattuali proposto in occasione dell'incontro del 27 giugno, e non accettato dalla nostra organizzazione, non mancherebbe di determinare ricadute pesanti sia in termini di orario che di retribuzione? Infine, abbiamo ribadito che l'identificazione del periodo "temporaneo" con la durata di vigenza del contratto non è praticabile in quanto ciò renderebbe tali misure temporanee solo nella forma ma strutturali nella sostanza, giacché ad esse andrebbe comunque applicata la clausola di ultravigenza contrattuale fino al successivo rinnovo. Abbiamo inoltre precisato che non a caso la proposta di un possibile percorso per un rinnovo del contratto formulata dal nostro Segretario Generale nel mese di maggio muoveva da una circoscrizione del periodo di validità dell'eventuale documento aggiuntivo sulla crisi ben limitata all'interno della durata di vigenza contrattuale, e che mai avrebbe potuto coincidere con essa. Ed in ogni caso abbiamo ribadito che tale proposta, essendo stata respinta, non è più sul tavolo del negoziato. Ne consegue tra l'altro che non ci sentiamo in obbligo di fornire noi una proposta su come i nuovi assunti possano essere ulteriormente penalizzati a fronte delle misure già esistenti in forza di legge e di contratto tese a ridurre inizialmente il loro costo unitario del lavoro (apprendistato e graduale maturazione dei permessi retribuiti).

Alla richiesta di Federdistribuzione di indicare nuove date di incontro "a seguito di un necessario periodo di riflessione" abbiamo dato la nostra disponibilità per il giorno 16 luglio e per l'intera settimana compresa tra il 28 luglio e il 1° agosto, rimarcando altresì il fatto che le quattro giornate di trattativa appena conclusesi hanno ancora una volta palesato non solo la persistente distanza tra le reciproche posizioni, quant'anche la considerazione pressoché nulla da parte di Federdistribuzione delle richieste contenute nella piattaforma rivendicativa unitaria, a cui viene costantemente contrapposta la riproposizione dei temi oggetto della piattaforma datoriale con aggiustamenti assolutamente marginali e talvolta idonei a indurre ulteriori motivi di contrasto, ragione per cui una fase di attenta riflessione ci sembra assolutamente opportuna innanzitutto e per lo più proprio da parte loro.

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