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Comunicato stampa unitario Fai-Flai-Uila

Le segreterie generali di Fai-Flai-Uila si sono incontrate questa mattina e hanno confermato la manifestazione unitaria che si terrà a Roma, il 29 novembre prossimo, in piazza Santi Apostoli, per sostenere una nuova e più efficace gestione idrogeologica del territorio che metta al centro il lavoro forestale e valorizzi l'attività dei dipendenti dei consorzi di bonifica.


La manifestazione si pone anche l'obiettivo di sconfiggere una volta per tutte il caporalato, dando gambe al Ddl presentato da Fai, Flai e Uila, per un mercato del lavoro trasparente e legale in agricoltura.
Fai-Flai-Uila, inoltre, chiedono al Governo di cancellare le misure del Jobs Act che prevedono l'estensione generalizzata dei voucher, il demansionamento e il salario minimo previsti per legge.


Fai-Flai-Uila chiedono, altresì, maggiori e consistenti risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga, che costituiscono attualmente l'unica forma di sostegno al reddito per i dipendenti delle associazioni allevatori e della pesca, e che sia eliminato il taglio previsto dalla Legge di stabilità al finanziamento ai Patronati, a causa del quale milioni di persone saranno privati di un fondamentale servizio di assistenza gratuito.

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Aggiornamento delle 12: Guarda le fotografie scattate questa mattina in manifestazione e presenti in allegato.

Domani una nutrita delegazione della UIL di Alessandria sarà presente a Roma in occasione del presidio organizzato da UIL, insieme a CGIL e CISL per chiedere al Governo il finanziamento della cassintegrazione in deroga.  Scarica il volantino della manifestazione unitaria, presente in allegato.

Il ritardo del governo nell'emanare i necessari decreti per l'assegnazione delle risorse è ancor più incomprensibile perché i finanziamenti  necessari per dare le prime risposte sono disponibili, anche se non sufficienti per tutto il 2014.

Inoltre è di pochi giorni fa la nota che il Ministero del Lavoro ha inviato alle Regioni "invitandole" a prolungare gli accordi riguardanti la concessione degli
ammortizzatori in deroga  per un massimo di 8 mesi .

E' una iniziativa sbagliata ed arbitraria il cui unico obiettivo è quello di rinviare di qualche settimana  la vera sostanza del problema: l'emanazione del decreto di riordino per la concessione delle integrazioni salariali in deroga.

Un decreto con il quale oltre ad innalzare l'anzianità necessaria per poter accedere ai benefici della cassa in deroga e si riducono drasticamente  i periodi di utilizzo degli di ammortizzatori sociali, i cui effetti si scaricherebbero nell'immediato sui lavoratori, con l'apertura delle procedure di mobilità e dei licenziamenti collettivi.

Non possiamo permettere che a pagare il prezzo della crisi e delle incertezze del Governo siano ancora una volta i lavoratori privandoli  delle tutele necessarie senza alcuna alternativa se non quella della disoccupazione.

Il Governo deve rendersi conto della drammaticità della situazione ed aprire immediatamente un tavolo per ridiscutere i tempi e le modalità con le quali
intervenire su uno strumento che , nel perdurare della crisi, ha garantito la tenuta del tessuto sociale del nostro Paese e che non può essere superato o
ridimensionato prima che siano realmente disponibili adeguati strumenti alternativi.

Vanno  quindi reperite le risorse necessarie per assicurare per tutto il 2014 la copertura degli ammortizzatori in deroga e vanno messi in campo percorsi di politiche attive del lavoro per favorire la riqualificazione e la ricollocazione.

Vanno inoltre rifinanziati strumenti alternativi come i contratti di solidarietà e l'Aspi in caso di sospensione,  per i quali le risorse destinate sono
esaurite da alcuni mesi a causa dell'incremento nell'utilizzo. In definitiva, in un contesto che è ancora di recessione, va assicurata la possibilità di utilizzare l'intera  gamma di dispositivi per gestire le crisi aziendali, in particolare nelle piccole imprese.

In questi ultimi mesi, unitariamente, abbiamo ribadito in più occasioni le nostre ragioni al Governo ed al Ministro del Lavoro , abbiamo realizzato manifestazioni e presidi in tutte le Regioni per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni locali.

Ora in mancanza di risposte concrete riteniamo necessario realizzare una manifestazione a Roma in piazza Montecitorio, alla quale hanno assicurato la presenza i tre Segretari Generali, articolata in due giornate, il 22 ed il 24 luglio 2014

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In allegato il comunicato stampa UIL FPL – FP CGIL – CISL FP sulla " Riforma Pa Camere di Commercio: il 23 lavoratori in piazza a Roma - Sì alla riorganizzazione, no allo smantellamento dei servizi"

 

Il 23 luglio, in Piazza di Pietra a Roma, i lavoratori delle Camere di Commercio manifesteranno assieme a Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl contro lo smantellamento del sistema camerale. Un'iniziativa che fa seguito alla mobilitazione sul territorio e alla raccolta firme per richiedere la cancellazione dell'Art. 28 del Dl 90. Con quell'articolo, fortemente e incomprensibilmente voluto dal Governo Renzi, è stato previsto il taglio del 50% degli oneri camerali e quindi della principale
fonte di sostentamento di un sistema di servizi utile ad aziende che, come emerso da una recente indagine di Confcommercio, per oltre il 70% lo ritengono
indispensabile, apprezzando la qualità dell'offerta.

181 camere di commercio di cui76 all'estero, per un totale di 7.546 dipendenti (dato 2012), 69 camere arbitrali, 105 camere di conciliazione,  46 borse merci e Sale di contrattazione, 9 borse immobiliari e 131 Aziende Speciali.

Il sistema camerale destina circa il 90% del volume delle proprie risorse al territorio (465 MLN€) sotto forma di servizi alle imprese (promozione della competitività, internazionalizzazione, corretto funzionamento dei mercati), servizi di e-gov per facilitare il rapporto tra imprese e PA, accesso al credito (Confidi).

Questo è il mondo delle Camere di Commercio. Il sindacato ha le proposte necessarie per riformarlo senza penalizzare il nostro sistema di imprese: razionalizzando il sistema delle aziende speciali, snellendo i livelli, promuovendo sinergie e messa in comune di funzioni tra Unioni Regionali e Camere di commercio provinciali e
soprattutto ridisegnando la rete dei servizi in funzione dell'innovazione produttiva e nel quadro del riassetto istituzionale e amministrativo del territorio.

Spetta adesso al Parlamento modificare una simile stortura ed è questo che i lavoratori delle Camere di Commercio chiederanno in piazza il 23 Luglio.

 

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