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Il Forum PA ha ribadito l'allarme sull´età media dei dipendenti pubblici e il rischio che si profila di svuotamento della Pubblica Amministrazione nei prossimi anni, rilevando che «nel 2020 l'età media dei lavoratori pubblici sarà di 53,6 anni» e che «un terzo dei dipendenti avrà più di 60 anni e sarà in uscita dal mercato del lavoro».Un quadro che già da tempo, come Uil, abbiamo posto all'attenzione e che non è altro che il risultato delle politiche di blocco del turn over, operate ormai da fin troppi anni, e delle politiche previdenziali che hanno stabilito l'allungamento della carriera lavorativa sulla base del parametro dell'aspettativa di vita. Tutto ciò, ovviamente, non ha consentito un ricambio generazionale all'interno della Pubblica Amministrazione.

Per questi motivi, già nell'accordo del 30 novembre e, poi, con la nostra costante rivendicazione, siamo riusciti ad ottenere dal Governo due misure utili a tal fine: lo sblocco del turn over e la stabilizzazione dei precari. Misure previste dal decreto Madia appena approvato dal Consiglio dei Ministri.

Inoltre, un altro luogo comune è stato smentito. Dall'analisi del Forum PA, si evince che in Italia il rapporto tra cittadini e pubblici dipendenti è fra i più bassi in Europa.

Adesso bisogna rinnovare i contratti per mettere fine ad una situazione che è diventata insopportabile

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Nel Marzo scorso facemmo un duro comunicato stampa contro il Governo Renzi che trionfalmente commentava la riduzione dei licenziamenti nel 2015, nonostante l'abolizione dell'art.18, e quindi il successo del suo Jobs act.

Ritenemmo prematura ogni analisi su questo argomento, ricordando che il Jobs Act prevedeva sgravi fiscali per i nuovi assunti nei primi 3 anni, pertanto ci sembra ovvio e scontato che le aziende non procedessero  a licenziare durante questo periodo.  Ed infine prevedemmo il rischio concreto che la maggior qualità dell'occupazione svanisse con il finire della decontribuzione.

I nuovi dati riportati dall'Osservatorio INPS sul Precariato ci stanno dando ragione.

Lo dice in una nota il Segretario Generale della Uil Fpl Giovanni Torluccio.

I contratti a tempo indeterminato in questo semestre 2016 sono calati dell'84% rispetto al saldo positivo dei contratti stabili dei primi sei mesi del 2015. Cala quindi ulteriormente il saldo positivo dei nuovi contratti a tutele crescenti a tempo indeterminato.

Il calo, a partire dal settore privato è da ricondurre al fatto che nel 2015 potevano beneficiare dell'abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni.

Non è con l'abolizione delle tutele ai lavoratori (art.18) che si crea occupazione.

Ma non è avvenuto solo questo. E' doveroso ricordare che  sono passate in silenzio le conseguenze nefaste del Jobs Act nei confronti di alcune categorie di lavoratori del terzo settore ma anche nella sanità privata. Pochi sanno che nel solo 2015, (ma sta continuando anche in questo  2016), sono stati migliaia i lavoratori impiegati nei servizi socio-sanitari assistenziali che, a seguito dei vari cambi appalto e quindi nel passaggio da una cooperativa o società all'altra hanno perso le tutele previste dalla legge 300/70 (art.18) stipulando un nuovo contratto seppur con una eventuale continuità lavorativa. L'unica cosa certa del Jobs Act in questo caso specifico è che migliaia di lavoratori,con anni di anzianità di servizio, possono essere estromessi dal mercato del lavoro in qualsiasi momento.

Per questo la Uil Fpl – conclude Torluccio - sottolinea ancora una volta che il Governo Renzi ha prodotto una drastica riduzione delle tutele del lavoratore nell'impresa e la mancanza di una risposta adeguata sul piano della protezione del dipendente estromesso dal mondo del lavoro.

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Ci costituiremo parte civile contro i pochi fannulloni

"In questo nuovo anno è ripreso con forza l'attacco contro i dipendenti pubblici da parte del Governo Renzi.Forse questo nuovo assalto selvaggio e deprimente contro 3 milioni di lavoratori pubblici nasce dal fatto che si vuole mascherare l'incapacità del governo a trovare le risorse per un rinnovo dignitoso dei contratti?".

Lo dichiara in una nota il Segretario Generale della Uil Fpl Giovanni Torluccio.

"Prima hanno tentato di scaricare la colpa sui sindacati sulla mancata riduzione dei comparti, cosa assolutamente falsa, dimostrando come la Uil insieme alle altre sigle abbiano già presentato una proposta unitaria per passare da dodici a quattro comparti. Essendo stati smascherati hanno ben pensato di ripartire sulla 'questione Fannulloni'.

Ormai è chiaro a tutti che i furbetti rappresentano solo una piccola minoranza. Siamo stanchi ormai di ripetere che è giusto licenziare chi ha sbagliato, insieme al dirigente che non ha vigilato. Licenziare chi non svolge il proprio lavoro è un atto dovuto nei confronti del 98% dei dipendenti pubblici di questo Paese che  lavora alacremente, tutti i giorni, al servizio dei cittadini per garantire elevati livelli di scuola, sanità, sicurezza sulle strade, attenzione ai problemi sociali, promozione della cultura e del turismo, cura e prevenzione dell'eco-ambiente.

Siamo stufi delle campagne mediatiche studiate ad hoc. Per questo ci costituiremo parte civile contro tutti i dipendenti pubblici, che, con la copertura di politici e dirigenti, discreditano tutto il lavoro pubblico. Chiediamo al contempo al Governo di iniziare ad innovare e ad investire  sulle competenze, invece di seguire la facile strada dei tagli , del blocco del turn over e del mancato rinnovo del contratto.

Noi – conclude il Segretario Generale Uil Fpl - continueremo senza sosta a portare avanti tutte le azioni di lotta possibili per tutelare i lavoratori che orgogliosamente rappresentiamo e che, nonostante siano stati abbandonati e umiliati dal Governo, continuano a svolgere il proprio lavoro con dignità e professionalità.

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Comunicato Stampa Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uilpa

Pa: Cgil Cisl Uil, non basta 'passerella' Madia, serve rinnovo contratto subito

 

Roma, 29 luglio - "Non basta... una passerella in piazza: è ora di aprire un tavolo di trattativa per il rinnovo dei contratti pubblici". Parole dei segretari generali di Fp Cgil (Rossana Dettori), Cisl Fp (Giovanni Faverin), Uil Fpl (Giovanni Torluccio) e Uilpa (Nicola Turco) in merito alla manifestazione di oggi promossa oggi a Roma a Palazzo Vidoni, sede del Ministero per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, per chiedere lo sblocco immediato dei contratti dei lavoratori pubblici.

"In una piazza bardata di ombrelloni, a sottolineare come i sindacati siano pronti da subito al rinnovo del contratto, anche a ferragosto, la manifestazione di oggi ha visto la partecipazione di tantissimi lavoratori con un solo chiaro e deciso obiettivo: l'apertura immediata delle trattative per il rinnovo del contratto e una riforma della Pa fatta insieme ai lavoratori: con meno sprechi, meno burocrazia, meno gerarchia e più innovazione organizzativa, più investimento in competenze, più partecipazione dei lavoratori al cambiamento dei servizi che chiedono cittadini ed imprese", aggiungono i quattro segretari generali.

Per queste ragioni, Cgil Cisl e Uil del pubblico impiego non si accontentano, proseguono, "della passerella del ministro Madia che, sul finire della manifestazione, si è affacciata in piazza. Non servono gesti del genere, servono atti formali e concreti: lo stanziamento delle risorse per il rinnovo, l'atto di indirizzo all'Aran e l'avvio delle trattative per i rinnovi contrattuali. E un tavolo di confronto sulle tante vertenze aperte nel settore pubblico".

Il tutto, continuano, "con la consapevolezza, e contro l'eccesso legislativo, che solo attraverso la contrattazione, il reciproco riconoscimento e le buone relazioni sindacali è possibile cambiare la Pa, come noi vogliamo, migliorando i servizi e valorizzando i lavoratori. Con la manifestazione di oggi, la mobilitazione continua. Andremo avanti finchè il governo non troverà il coraggio di accettare la sfida che i lavoratori pubblici hanno rilanciato oggi: apra il confronto. Se a breve non assumerà atti e fatti formali, metteremo in campo altre e più incisive azioni. Il contratto è un diritto e noi pretendiamo che venga rispettato", concludono.

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La Consultaha deciso: il blocco dei contratti nel pubblico impiego è illegittimo. Il Governo, dunque, ci convochi immediatamente per rinnovare i contratti di tutti i lavoratori del settore: non c'è da aspettare un minuto in più degli anni che abbiamo già perso. Certamente il nostro Presidente del Consiglio e la ministra Madia saranno pronti a rispettare la sentenza e a procedere conseguentemente: se così non fosse, saremmo di fronte a un atto gravissimo contro il quale non resteremmo a braccia conserte. Abbiamo sempre detto che il 2015 deve essere l'anno dei contratti: ora ci sono tutte le condizioni perché questa nostra rivendicazione e questo nostro impegno vengano rispettati.Infine, il fatto che il blocco non sia stato considerato illegittimo per il passato non ci impedisce di rivendicare il "maltolto" in sede di trattativa sindacale. E' un diritto che vogliamo e dobbiamo esercitare, nelle forme e nei modi che potranno scaturire dal confronto, per restituire ai lavoratori del pubblico impiego il potere d'acquisto perduto in questi anni.

Roma, 24 giugno 2015

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Comunicato stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa

Pa, la piattaforma di Cgil Cisl Uil per i rinnovi dei contratti

"Per milioni di famiglie un'attesa ingiusta che dura da 6 anni. Dai contratti l'unica spinta possibile a innovazione e valorizzazione professionale"

 

Locandina della manifestazione del 1 luglio a Milano in allegato.

Roma, 22 giugno 2015. "Contratto subito", la piattaforma per i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego messa a punto da Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa si apre con una parola d'ordine chiara. Dopo sei anni di ingiusto blocco della contrattazione e in attesa di una nuova sentenza della Consulta, i sindacati lanciano la sfida al Governo "per dare ai lavoratori pubblici il sacrosanto rinnovo, negato per legge dal 2010, ma soprattutto per far ripartire l'innovazione nel settore pubblico, ferma da un decennio nonostante il diluvio di norme e finte riforme".

"Negli ultimi 10 anni la politica ha fatto di tutto per frenare il cambiamento nella Pa. Gli addetti sono scesi di 222mila unità, si sono congelati contratti e carriere, in molte amministrazioni si è messo a rischio il salario accessorio. Solo dal 2011 i mancati rinnovi hanno portato nelle casse dello stato 8,7 miliardi di euro, ma la spesa pubblica è cresciuta di 27 miliardi. E' un bilancio fallimentare. Ma prima ancora una strategia fallimentare: la riqualificazione della spesa e l'innovazione nei servizi si fanno solo con la contrattazione".

Da qui l'iniziativa unitaria dei sindacati per rilanciare il ruolo del contratto collettivo e per recuperare spazi di partecipazione dei lavoratori: "il vero potenziale da liberare". Un ccnl nazionale, per tutelare il lavoro contro le interferenze della legge e per garantire diritti economici e normativi generalizzati ed esigibili. E contratti integrativi per garantire il cambiamento nel modo di gestire, organizzare e valorizzare servizi e professionalità: orari, organizzazione del lavoro, innovazione nei prodotti e nei processi, valutazione e performance, riconoscimento economico e professionale. E poi nuovi sistemi di classificazione per le 584 professioni della Pa, tutela occupazionale e criteri per una mobilità condivisa, formazione professionale, benessere organizzativo, trasparenza sugli appalti. Materie che vanno riportate nell'ambito degli accordi fra le parti. "E' dai contratti che deve venire la spinta in avanti per costruire un welfare più veloce, moderno ed efficiente. Perché è con i rinnovi che si può aprire una nuova stagione di investimento nei servizi e nelle persone, senza chiedere altri soldi ai cittadini. Come dimostrano anche le più avanzate esperienze nel settore privato", puntualizzano le federazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil.

Nel documento, che verrà discusso nelle tre grandi assemblee di delegati e Rsu indette  per l'inizio di luglio (1° luglio Milano, 2 luglio Roma, 3 luglio Bari), una strategia contrattuale con chiari elementi di discontinuità: "bisogna guardare a tutti i soggetti coinvolti nell'erogazione dei servizi, siano essi pubblici o privati. La chiave è arrivare per tutte queste realtà ad uno strumento unico: il contratto di filiera. Vogliamo avviare un confronto tra le parti per arrivare, nell'arco di tre tornate contrattuali al massimo, a contratti per le funzioni centrali, i servizi locali, la sanità, i servizi socio-sanitario assistenziali ...in cui pubblico e privato convergano, promuovendo l'integrazione dei servizi ed eliminando il dumping tra lavoratori che svolgono le stesse funzioni".

Con il lancio della piattaforma, Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa mandano un segnale forte al Governo e agli amministratori: "Apriamo subito il tavolo di confronto sui nuovi contratti. La politica dimostri di essere all'altezza di una sfida su cui si gioca un pezzo importante del futuro del paese".

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Si profila un risultato eccezionale per le liste della UIL impegnate nelle elezioni per il rinnovo delle RSU del pubblico impiego. I dati dei seggi in cui lo scrutinio è stato ultimato, pervenuti al centro di raccolta confederale, segnalano una UIL in crescita ovunque.Di seguito, solo alcuni dati esemplificativi.

Il Sindacato di via Lucullo si conferma prima Organizzazione, al Palazzo Pitti di Firenze con il 58%, alla provincia di Rieti con il 57%, al Conservatorio di Campobasso con il 51%, all'Ospedale San Giovanni di Roma con il 40%, alla Regione Liguria con il 38%, all'Enea con il 27%. Molti sono gli Istituti scolastici in cui la UIL è prima: tra gli altri, al Tasso di Roma con il 55%, al Convitto nazionale di Napoli con il 54%, al Martin Luther King di Genova con il 38%, al Parini di Milano con il 60%.

Clamorosa la crescita negli Uffici centrali dell'Agenzia delle Dogane, dove la lista UIL consolida il primato passando dal 35 al 53%, al Dipartimento immigrazione del Ministero degli Interni (dal 53 al 56%), all'amministrazione centrale del Ministero dell'Economia (dal 35 al 40%), all'Ospedale Galiera di Genova (dal 44 al 60%), al Comune di Torino (dal 35 al 42%), al CNR, all'Università Roma 3, all'ISPRA e all'Isfol (dal 30 al 50%).

Rispetto alla precedente tornata elettorale, poi, la UIL scavalca le altre liste e diventa prima all'Università dell'Aquila passando da seconda a prima Organizzazione con il 54%, al CNR di Napoli con il 38%, all'Università di Viterbo con il 32%, all'INPS di Catanzaro con il 63%. In Basilicata, negli Enti locali e nella sanità, la UIL passa dalla terza alla prima posizione e anche in provincia di Messina, negli stessi Enti, si colloca al primo posto passando dal 27 al 34%.

"Le nostre categorie, la UIL PA, la UIL FPL, la UIL RUA e la UIL Scuola - spiegano il Segretario organizzativo, Pierpaolo Bombardieri, e il Segretario confederale, Antonio Foccillo - hanno messo a punto un sistema di rilevazione dati, statisticamente tarato, che ci consente già di effettuare proiezioni molto attendibili sull'esito del voto. Noi stimiamo che la UIL abbia raccolto, complessivamente, tra il 22,5% e il 24,5% dei consensi; e si tratta di stime prudenziali. Peraltro - proseguono i due sindacalisti - che le prospettive per la nostra Organizzazione fossero decisamente incoraggianti lo si poteva già desumere dall'incremento del numero di liste presentate alla competizione elettorale, in tutti i comparti del pubblico impiego, dalla scuola alla ricerca, dagli enti locali, alla sanità, dalle amministrazioni centrali a quelle territoriali.  L'insieme di questi dati, delle rilevazioni statistiche e dei risultati parziali già definitivi - concludono Bombardieri e Foccillo - ci consentono di esprimere una valutazione estremamente positiva".

"Se le nostre proiezioni fossero confermate - ha commentato il Segretario generale, Carmelo Barbagallo - vorrebbe dire che 1 lavoratore su 4 ha scelto la UIL. Un risultato, questo, davvero eccezionale che premia il lavoro svolto dalle nostre categorie e dai nostri delegati e che ci rafforza nella linea sindacale di rivendicazione dei diritti contrattuali. Quel che è certo - ha proseguito il leader della UIL - è che la partecipazione al voto è stata altissima e che il Sindacato confederale, nel suo insieme, si conferma punto di riferimento in un settore tartassato dal punto di vista economico e anche in termini di immagine. Deve finire questa storia dello stereotipo del lavoratore pubblico fannullone: vanno perseguiti i comportamenti illeciti, ma va rispettato e valorizzato il lavoro di chi opera al servizio della collettività. Peraltro, la stessa riforma della P.A. , perché sia davvero efficace per i cittadini e per la modernizzazione del Paese, deve essere attuata coinvolgendo i lavoratori e le forze sociali che li rappresentano. Ora è tempo di fare i contratti. La ministra Madia - ha concluso Barbagallo - attivi il tavolo senza attendere oltre e si restituisca potere d'acquisto ai lavoratori".

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La grande affluenza al voto Rsu è una ...richiesta forte di partecipazione alle riforme

"La vera sfida sono i contratti fermi da quasi 6 anni e la riorganizzazione partecipata della Pa", così Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili – segretari generali di Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa – rispondono all'intervista del ministro Marianna Madia pubblicata oggi da Il Foglio.

"Ogg, i è l'ultimo giorno di voto per il rinnovo delle Rsu in tutti i posti di lavoro pubblici, con oltre 2,4 milioni di dipendenti coinvolti. La massiccia affluenza alle urne registrata finora è una prova evidente della grande voglia dei lavoratori pubblici di essere protagonisti delle riforme", sottolineano i quattro segretari in una nota.
"A fronte di questo è del tutto fuori luogo la provocazione della ministra sulla fine della concertazione. Arroganza gratuita. Anche perché, quale grande innovazione ha portato questo governo? Tweet a parte, su contratti, competenze e qualità dei servizi non è cambiato niente. E se non fosse chiaro, in queste ore il ministro potrebbe averne un'idea facendo un giro negli oltre 12 mila seggi elettorali".

"La verità è che sulle province si parla di esuberi prima di avere un progetto di rete di servizi, si fanno numeri prima di aver mappato le professionalità, si definisce "storica" un'operazione che di storico ha solo il caos che lascia a lavoratori e cittadini", ribadiscono Dettori, Faverin, Torluccio e Attili. "Per non parlare delle tabelle di equiparazione: di governi e di tecnici in questi anni ne abbiamo visti parecchi, ma i risultati? E poi c'è il turn-over fasullo, la semplificazione sempre rimandata, l'eterno ritornello dei licenziamenti: meglio occuparsi dei 112 mila precari della Pa lasciati senza certezze".

"Da questo governo, così come dai sindaci e dai governatori, i lavoratori si aspettano un vero cambio di passo", concludono i segretari di Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa. "ma soprattutto si aspettano quel coinvolgimento e quel riconoscimento che una politica arrogante cerca di togliere loro. La partecipazione è l'unica leva del cambiamento nell'interesse di lavoratori, cittadini e imprese".

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Nonostante gli attacchi che i dipendenti pubblici stanno subendo da mesi, con definizioni che vanno da "fannulloni", "svogliati", "privilegiati" sino al blocco del rinnovo del contratto,  hanno continuato a svolgere il proprio lavoro con professionalità e serietà, cosi come dimostrato dall'abbattimento delle assenze nel 2014, con percentuali che variano dal  - 7% al 24,8%.

Lo dichiara in una nota il Segretario Generale della Uil Fpl Giovanni Torluccio.

Ma a fronte di questo non abbiamo ricevuto nessuna apertura dal Governo su questo tema.  Sono mesi che nei settori pubblici, stiamo portando avanti iniziative unitarie che sono sfociate nella grande manifestazione nazionale di sabato 8 novembre in Piazza del Popolo, con la presenza di oltre 100.000 lavoratrici e lavoratori provenienti da tutta Italia per arrivare sino allo sciopero generale del 12 Dicembre 2014.

"I dipendenti pubblici – continua il segretario - non sono un costo, ma una risorsa . Mentre si continua nella falsa politica dell'innovazione e della modernizzazione del Paese, i dipendenti pubblici e le loro famiglie stanno scontando da anni l'incapacità e la mancata volontà della politica di tagliare sprechi e prebende, dai cui risparmi sarebbe possibile rinnovare i loro contratti: si continuano a tagliare soldi agli enti locali, i presidi politici più vicini ai cittadini, che erogano servizi essenziali, si fomentano battaglie ideologiche che in realtà non contribuiranno a rimettere in moto l'economia, si svuotano i fondi per la pensione integrativa, si fanno operazioni inutili di marketing politico che non investono sulla persona, sui lavoratori e sui servizi.

"Noi  - conclude Torluccio - non abbiamo accettato inermi il blocco dei contratti del pubblico impiego, per questo abbiamo fatto ricorso in sede giurisdizionale contro la decisione del Governoricordando che già in passato la Corte Costituzionale si è pronunciata dichiarando l'ammissibilità di tale tipo di misura solo in quanto circoscritta ad un periodo limitato di tempo. Stiamo assistendo, invece, ad un progressivo consolidamento di misure di carattere prettamente emergenziale che, in quanto tali, non possono essere suscettibili di prolungata applicazione. Attendiamo  quindi con trepidazione la prima udienza fissata per il 28 Febbraio 2015, fiduciosi di ottenere giustizia".

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"Un appuntamento fondamentale che non riguarda soltanto le categorie del Pubblico Impiego ma tutta la UIL, globalmente intesa, per le implicazioni che tale voto esplica sui livelli di rappresentanza e rappresentatività confederale oltreché di categoria".

Così, in una nota inviata a tutte le categorie del Pubblico impiego, il Segretario Generale della Uil, Carmelo Barbagallo, e il Segretario Organizzativo, Pierpaolo Bombardieri, sottolineano l'importanza dell'imminente tornata elettorale per il rinnovo delle RSU nel pubblico impiego.

In questo particolare momento politico, il consueto appuntamento elettorale che riguarda il mondo del lavoro pubblico assume una connotazione di straordinaria rilevanza. La misurazione della rappresentatività sindacale, infatti, costituisce il vero "termometro" del consenso dei lavoratori nei confronti delle politiche globali poste in campo a livello confederale per contrastare scelte politiche che travalicano il confine del pubblico impiego e che investono tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato, oltre che gli stessi rapporti tra lo Stato e cittadini.

Ci troviamo a combattere una battaglia contro un attacco ai fondamentali diritti costituzionali, che non trova precedenti nella storia della Repubblica. E' nostro dovere erigere un baluardo forte e rappresentativo. In questo frangente non si tratta di arginare gli effetti devastanti delle scelte politiche dell'attuale Governo ma di far sì che tali effetti non abbiamo il tempo di prodursi.

La particolare sensibilità e la grande vicinanza espresse della Confederazione nei confronti delle Rsu e delle categorie del pubblico impiego, dunque, devono fungere da ulteriore sprone e sostegno nella profusione del massimo sforzo per questo fondamentale appuntamento che, com'è noto, avrà luogo nei giorni 3, 4 e 5 marzo 2015.

In allegato la lettera, a firma di Carmelo Barbagallo e Pierpaolo Bombardieri (documento scaricabile).

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