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Martedì, 09 Settembre 2014 02:00

PA: blocco degli stipendi come atto di disperazione

Roma, 8 set. (Adnkronos) - "Il blocco degli stipendi agli statali è un gesto di disperazione. Si tratta di tagli lineari". Lo ha detto Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, intervenendo ad Agorà Estate su Rai3.  "Succede quando non si sa come governare, perchè governare vuol dire fare delle scelte. Chi governa deve dire dove è 'il grasso che cola' e tagliare lì - ha continuato il leader sindacale - se invece fai un taglio lineare, cioè togli i soldi a tutti a prescindere da quello che fanno, da quanto sia utile, fai un gesto di disperazione, dal punto di vista della politica economica, prendi i soldi nel modo più semplice".

Ma, ha incalzato, "la cosa più grave è che noi abbiamo bisogno di una Pubblica amministrazione che funzioni meglio". "Il vero problema - ha spiegato - è la quantità e la qualità dei servizi che vengono offerti. Il problema burocratico: avere un'autorizzazione, una pratica, un certificato, una licenza. In Italia si distruggono posti di lavoro per queste ragioni. C'è un lungo elenco di imprenditori italiani e stranieri che sono andati via per questi motivi".

Angeletti: Gli effetti degli 80 euro ci saranno sicuramente tra un anno

Roma, 8 set. (Adnkronos) - "Gli effetti degli 80 euro ci saranno sicuramente tra un anno". Lo ha detto Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, intervenendo ad Agorà Estate su Rai3.

"E' essenziale mantenere il bonus", ha aggiunto. In generale sulla situazione della Pa, Angeletti ha osservato che "produttività significa aumentare la quantità di ricchezza che un'organizzazione economica produce. Nella Pubblica amministrazione se la produttività aumentasse del 10%, il Pil aumenterebbe dell'1%".

Quindi bisogna ''affrontare questo problema - ha concluso - dicendo che ci sono tre milioni di persone che non fanno niente o guadagnano troppo è un atto di disperazione, di incapacità di scegliere, di non avere il coraggio di dire dei sì e dei no''.

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Ecco la dichiarazione di Antonio Foccillo, segretario confederale Uil: "Il Ministro Madia ha voluto confermare, con un intervento tempestivo e deciso, le indiscrezioni in merito a un ulteriore rinvio dei contratti del pubblico impiego, sostenendo che siamo in crisi e che, quindi, saranno i lavoratori a doverla pagare.

Lo stesso Ministro,  poco tempo fa, aveva sostenuto diversamente. Ricordiamo al Ministro che gli 80 euro non sono sufficienti per i lavoratori del pubblico impiego, così come da lei affermato,  e non possono essere considerati un aumento contrattuale. Infatti, negli altri settori produttivi, oltre agli 80 euro si rinnovano anche i contratti, mentre nel pubblico impiego sono pochi ad aver diritto al bonus, sia per la cifra di riferimento, sia perché, nella somma su cui si stabilisce il diritto a riceverlo,  viene calcolato, a differenza degli altri settori, anche il salario di produttività, con la motivazione che non è defiscalizzato. Oltre al danno, dunque, anche la beffa!

A questo punto, dopo una riforma che ha penalizzato, ancora una volta, i dipendenti pubblici si continua con questa impostazione nella prossima legge di stabilità. E' venuto il momento di rispondere forte e chiaro che non sono accettabili queste vessazioni continue e soprattutto il non rispetto dei patti. Il contratto, la contrattazione, fanno parte di normali relazioni fra parti e la seconda è  tutelata dalla Costituzione, pertanto la nostra risposta dovrà essere rivolta a garantire questi principi e questi diritti, utilizzando tutti gli strumenti possibili a partire dallo sciopero del Pubblico impiego".

Roma, 4.9.2014

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Ecco in sintesi l'intervento del Segretario Generale aggiunto UIL, Carmelo Barbagallo, a UNO MATTINA in merito ai debiti della PA.

Noi siamo l'unico paese in cui si fallisce per eccesso di credito. Quando un'azienda fallisce perché ha un credito nei confronti dello Stato o delle Regioni o degli enti locali è la cosa più grave che possa accadere.Del milione di disoccupati in più dal 2008 al 2013, il 40% lavorava nell'edilizia. Ci sono 30mila stazioni appaltanti e abbiamo appalti al massimo ribasso con la conseguenza che o si fanno carte false per adeguare i prezzi o non si pagano gli stipendi e gli oneri sociali o si va in contenzioso legale e ci sono, così, le opere "incompiute". Il cosiddetto "riparte Italia" dovrebbe affrontare seriamente tali questioni, magari coinvolgendo i sindacati per capire quali possano essere le soluzioni più efficaci.

Il Governo sta cercando di recuperare, ma ciò che sta facendo ancora non basta se continuano a verificarsi casi di mancato pagamento alle imprese. In passato, ho avuto modo di verificare come avveniva negli Usa il pagamento da parte degli uffici pubblici a chi otteneva un appalto: in 15 giorni pagavano e riuscivano a tenere i prezzi bassi.

Ridurre le stazioni appaltanti, introdurre i costi standard, evitare gli appalti al massimo ribasso sono strade da seguire che possono aiutare a risolvere anche questo problema.

Bisogna fare una riforma della P.A. seria, non per e-mail. Per come è strutturata la nostra P.A., in Italia fare impresa è un'impresa: occorrono 28 passaggi o autorizzazioni, per completare i quali ci vogliono moltis mesi, quando va bene, se non anni. Perciò il nostro Paese è ancora in forte crisi. Il Presidente del Consiglio non vuole lezioni? Non ne dia nemmeno lui fino a quando non avremo la possibilità di uscire da questa crisi, con un Pil e un'occupazione che aumentino davvero.

Lo Stato non paga, non si può fare la compensazione tra tasse da pagare e debiti dello Stato, le banche non concedono prestiti: non si capisce dove andremo. Come se non bastasse, si continuano a mettere gli anziani contro i giovani. I giovani non hanno speranza: questo Paese rischia di andare verso l'estinzione, con 1,48 figli a coppia siamo sotto la parità. Io vorrei dare una speranza. Quando il Presidente del Consiglio dice che bisogna cambiare il Paese, sono d'accordo, ma allora bisogna dare stabilità ai giovani e flessibilità agli anziani: se lui vuole, ne possiamo discutere.

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Non conosciamo i veri motivi del taglio dei distacchi e dei permessi sindacali nella P.A., che sono un costo contrattuale sia nel pubblico sia nel privato.Certamente, questa scelta non c'entra nulla con la spending review. Da tale operazione, infatti, non scaturirà alcun risparmio per lo Stato; anzi, il rientro dei distaccati comporterà un aumento dei costi per le casse pubbliche, perché occorrerà pagare a questi dipendenti anche il salario accessorio, i buoni pasto e la produttività.

Al ministro Madia, comunque, diciamo che abbiamo già adempiuto al rispetto della tempistica fissata in questa legge. Auspicheremmo che altrettanta velocità si possa registrare sul fronte della riduzione dei costi della politica. Così come ci attendiamo che ci si affretti a riaprire il tavolo per il rinnovo dei contratti per i lavoratori della P.A., considerato che, da oltre cinque anni, i pubblici dipendenti non hanno più aumenti salariali: lo Stato è diventato il peggiore e il più inadempiente datore di lavoro.

Fonte: sito UIL nazionale

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Decreto  PA | Su 'quota 96' l'anti-emendamento del Governo
Di Menna: Sempre attiva una lobby  contro la scuola

Abbiamo l'impressione  che sia sempre attiva una lobby contro la scuola, il Governo messo in ginocchio  dal superpotere burocratico  – è il commento del segretario generale della  Uil Scuola, Massimo Di Menna, dopo la decisione assunta dal Governo di  presentare un anti-emendamento in Commissione Affari Costituzionali del Senato  che esclude dal decreto Pa la soluzione per il personale della scuola 'quota  96'.

"Siamo arrabbiati neri" è la frase che in queste ore  torna più spesso al telefono e per mail, e che riflette la protesta di tanti  insegnanti nei confronti della politica.

Il personale della scuola, che ha subito una pesante  ingiustizia dalla riforma Fornero, si trova oggi, di nuovo, incastrato nel  braccio di ferro tra Governo, Parlamento e Ragioneria dello Stato, e ancora una  volta incolpevolmente danneggiato.

Una decisione, quella del Governo,  che certo non aiuta  a portare quel clima di serenità che sarebbe necessario per il buon  funzionamento delle scuole.

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Venerdì, 01 Agosto 2014 11:26

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Il 1 aprile si è svolto, all'INAIL di Alessandria, l'assemblea degli iscritti INAIL, ed il IV Congresso G.A.U. della UIL PA INAIL, dal quale è risultato eletto il loro responsabile provinciale nella riconferma di ROGO ANTONELLA.

Il 9 aprile si è svolto il IV congresso provinciale UIL PA Penitenziari; nella stessa data a Torino, presso la Casa circondariale della città, il II Congresso regionale UIL PA Penitenziari. Nei congressi degli stessi è stato riconfermato Salvatore Carbone, rispettivamente Coordinatore provinciale e Segretario generale regionale del Piemonte della UIL PA Penitenziari.

In virtù di tali nomine, entrambe le segreterie avranno come sede la Camera Territoriale della UIL di Alessandria.

Il giorno 15 aprile, presso il salone della UIL Territoriale di Alessandria, si terrà dalle ore 10,00 alle 13,00, l'assemblea di tutti gli iscritti dei restanti settori della UIL PA di Alessandria: Giustizia, Interno, INPS, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle dogane, Agenzia del Territorio, Monopoli, Archivio di Stato e Difesa. Nel corso dell'Assemblea generale verranno celebrati i rispettivi Congressi G.A.U., eletti i responsabili ed i delegati alla IV Congresso Territoriale UIL PA di Alessandria.

Il giorno 17 aprile, a partire dalle ore 9,30, presso il Salone della UIL Territoriale di Alessandria, si terrà il IV Congresso Territoriale di Categoria. Interverranno il Segretario generale della UIL Territoriale di Alessandria Aldo GREGORI, un segretario nazionale della Segreteria Nazionale UIL PA Antonio PILLA. Parteciperanno in qualità di invitati Teresa VARACALLI, Segretaria Territoriale UILPA Torino, Carmelo POLITO segretario Territoriale UILPA Aosta e Segretario regionale della Valle d'Aosta della UILPA Agenzia del Territorio, Gaetano MINUTI segretario Territoriale UILPA Verbania e segretario regionale UIL PA Forestali e Ignazio ESPOSITO segretario UILPA Agenzia delle Entrate Torino.

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