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Un'assemblea per il personale ATA si terrà il 19 febbraio, in orario di servizio, come avvio di una campagna di mobilitazione.

​Argomenti:

1.Un piano di assunzioni e l'istituzione dell'organico funzionale;

2.l'abrogazione delle norme che tagliano gli organici, che limitano le supplenze brevi e congelano il turn over;

3.l'estensione della figura di Assistente Tecnico in ogni scuola;

4.il superamento dell'esternalizzazione dei servizi ausiliari, tecnici e amministrativi;

5.il pagamento e ripristino delle posizioni economiche non liquidate;

6.la ripresa della mobilità professionale tra le aree l'indizione del bando per i concorsi ordinario e riservato al profilo di Dsga;

7.Il pagamento della indennità ai Dsga in reggenza su due scuole;

8.il superamento delle disfunzioni croniche del sistema informativo Sidi e la corretta interpretazione delle leggi e delle norme contrattuali

Serve meno propaganda e più concretezza

SUPPLENZE ATA

Oggi un dirigente con i 'superpoteri' ha difficoltà a sostituire un ATA assente

I risparmi a tavolino sugli Ata producono solo inefficienze

Lo scongelamento dei posti per tutti i profili ATA, in tempi e con procedure certe.

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In questi giorni la FLCGIL sta convocando assemblee di sigla nelle scuole della provincia.

Queste assemblee sono riservate agli iscritti FLCGIL, sono convocate dalla FLCGIL per motivi interni di confederazione e non intaccano assolutamente il percorso unitario che tutti i sindacati scuola insieme stanno facendo per modificare, ove possibile, la legge 107/2015 e per ridurne al massimo gli effetti più deleteri.

Prova ne sia l'unità sindacale che sta portando a risoluzione il problema della mobilità 2016, il presidio unitario che vi sarà il 12 febbraio davanti alle Prefetture italiane, per sostenere il personale precario e l'avvio della vertenza ATA con le assemblee unitarie che si stanno programmando.

Vi diamo appuntamento quindi per il 12 febbraio, alle ore 16, davanti alla prefettura di Alessandria, in piazza della Liberà, per maniferstare TUTTI INSIEME, a favore dei precari della scuola!!!

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FORMAZIONE DOCENTI NEO IMMESSI IN RUOLO

La UIL Scuola Alessandria, in collaborazione con l'IRASE Nazionale, offre un supporto ai docenti neoassunti in ruolo di ogni ordine e grado nell'anno di formazione e di prova. L'incontro si terrà giovedì 11 FEBBRAIO dalle ore 17,00 alle ore 19,30 presso SALA CONVEGNI UIL - Via Fiume,10 - Alessandria

Relatrice Francesca Severa, Segretaria Irase Nazionale , saranno trattati i seguenti argomenti:

- Bilancio delle competenze, analisi dei bisogni formativi e obiettivi della formazione

- Laboratori formativi dedicati

- Peer to Peer (osservazione in classe)

- Formazione online (portfolio formativo digitale)

Secondo incontro

"Facciamo il punto"

L'adesione all'iniziativa è gratuita e si configura come attività di aggiornamento.

E' previsto l'esonero dal servizio ai sensi degli artt. 64 e 67 del CCNL 2006/09. Verrà rilasciato attestato di partecipazione

Per la partecipazione è necessario inviare la scheda di adesione (allegata)
via email a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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I precedenti contratti collettivi nazionali integrativi concernenti la mobilità territoriale e professionale hanno assicurato, sino  ad ora, a chi assiste a un disabile in situazioni di gravità la precedenza nella scelta della sede nei movimenti in ambito provinciale e interprovinciale (in quest'ultimo caso eccetto per chi assiste il genitore o parente o affine)

Dopo la legge n. 107/2015, alla luce delle aperture del MIUR nell'ambito delle trattative con le OO.SS. per il prossimo CCNI, le precedenze dovrebbero essere applicate nelle varie fasi previste, come abbiamo riferito nelle nostre anticipazioni, tuttavia una volta che si entra nell'ambito territoriale, la detta legge prevede, nemmeno perentoriamente, che vengano  rispettate solo le precedenze per disabilità personale artt. 21 e 33 comma 6 legge 104/92, ma nulla dice per quelle previste  ai sensi dell'articolo 33 comma 5 e 7 della medesima legge 104/92 (assistenza a disabilità in situazione di gravità)

L'articolo 7 del CCNI sulla mobilità per l'A.S. 2015/16 al punto V così stabilisce:

Nella I fase solo tra distretti diversi dello stesso comune e nella II e III fase dei trasferimenti viene riconosciuta, in base all'art. 33 commi 5 e 7 della L. 104/92, richiamato dall'art. 601 del D.L.vo n. 297/94, la precedenza ai genitori anche adottivi o a chi, individuato dall'autorità giudiziaria competente, esercita legale tutela del disabile in situazione di gravità, al coniuge e, limitatamente alla I e II fase al solo figlio individuato come referente unico che presta assistenza al genitore disabile in situazione di gravità. Qualora entrambi i genitori siano impossibilitati a provvedere all'assistenza del figlio disabile grave perché totalmente inabili, viene riconosciuta la precedenza, alla stregua della scomparsa di entrambi i genitori, anche ad uno dei fratelli o delle sorelle, in grado di prestare assistenza, conviventi di soggetto disabile in situazione di gravità.

In caso di figlio che assiste un genitore in qualità di referente unico, la precedenza viene riconosciuta in presenza di tutte le sotto elencate condizioni:

Segue elenco delle condizioni.

In assenza di posti richiedibili nel comune ove risulti domiciliato il soggetto disabile è obbligatorio indicare il comune viciniore a quello del domicilio dell'assistito con posti richiedibili (4).

I docenti che assistono disabili in situazione di gravità, quindi, hanno la precedenza, ai sensi del detto contratto, nell'assegnazione delle sede sia nei movimenti tra scuole delle stesso Comune, che sia suddiviso in distretti, sia in quelli tra comuni diversi della provincia sia in quelli interprovinciali tra comuni /scuole di diversa provincia.

A coloro i quali assistono il genitore (e a determinate condizioni un fratello o sorella) disabile grave la detta precedenza è riconosciuta in ambito comunale e provinciale e non interprovinciale (in quest'ultimo caso potranno far valere la precedenza nel corso della mobilità annuale).

Le precedenze appena illustrate, ai sensi della legge n. 104/92 art 33 commi 5 e 7, e tutte le altre previste nel suddetto articolo 7, si applicheranno, stante all'ultimo incontro al MIUR alle varie fasi della prossima mobilità.

Sin qui nulla da eccepire, il problema sulle precedenze previste dalla legga 104/92, eccetto per quelle determinate da situazioni di disabilità personale, si pone una volta che si è negli ambiti territoriali, da cui attingeranno i dirigenti per coprire i posti dell'organico dell'autonomia.

Vediamo perché.

Il comma 79 della legge n. 107/15, in cui è disciplinata la proposta d'incarico ai docenti da parte del DS, così prevede:

A decorrere dall'anno scolastico 2016/2017, per la copertura dei posti dell'istituzione scolastica, il dirigente scolastico propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all'ambito territoriale di riferimento, prioritariamente sui posti comuni e di sostegno, vacanti e disponibili, al fine di garantire il regolare avvio delle lezioni, anche tenendo conto delle candidature presentate dai docenti medesimi e della precedenza nell'assegnazione della sede ai sensi degli articoli 21 e 33, comma 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Il dirigente scolastico può utilizzare i docenti in classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati, purché posseggano titoli di studio validi per l'insegnamento della disciplina e percorsi formativi e competenze professionali coerenti con gli insegnamenti da impartire e purché non siano disponibili nell'ambito territoriale docenti abilitati in quelle classi di concorso"

Il DS, dunque, nel proporre l'incarico tiene conto "anche" della precedenza prevista dagli articoli 21 e 33 della legge 104/02, ossia di chi si trova in situazione di disabilità personale.

Non si parla della precedenza, invece, per chi assiste il familiare disabile (figlio, coniuge, genitore o familiare), ai sensi degli articoli 33 commi 5 e 7 della legge 104/92.

La mancata previsione di quest'ultima precedenza è lesiva di un diritto fondamentale, soprattutto considerando la natura degli ambiti, così come delineati dal MIUR.

Gli ambiti, come è stato riferito dal MIUR alle OO.SS., saranno sub provinciali e, essendo costituiti da una popolazione scolastica di non meno 22000 alunni, abbracceranno più comuni.

Alla luce di quanto detto, un docente, che assiste il coniuge o il figlio o il genitore disabile grave, può non ricevere alcuna proposta di incarico nel comune dove risiede il disabile che necessita dell'assistenza del docente in questione, facendo venir meno quanto stabilito dalla legge n. 104/92, che riconosce il diritto di scelta della sede/comune più vicini al domicilio del disabile.

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Mercoledì, 20 Gennaio 2016 11:08

Pensione Scuola: domande entro il 22 gennaio 2016

Il personale della scuola che intende cessare dal servizio e accedere al trattamento pensionistico a decorrere dal 1° settembre prossimo, è tenuto a presentare le dimissioni volontarie, attraverso il canale telematico del sistema "Polis" del MIUR, entro la data del 22 gennaio 2016, salvo eventuali proroghe che potrebbero sopraggiungere.

Per i Dirigenti scolastici la data ultima di presentazione delle dimissioni è fissata per il prossimo 28 febbraio.

Come ogni anno il MIUR ha fornito le indicazioni operative in merito ai requisiti richiesti per il diritto alla pensione e alle procedure da intraprendere. La circolare ministeriale individua tre casistiche distinte: requisiti posseduti al 31 dicembre 2011; nuovi requisiti dal 1 gennaio 2012; pensione in regime sperimentale "Opzione donne".

Gli uffici di Patronato Ital sono a disposizione degli interessati per la verifica della posizione contributiva e per seguire l'iter di presentazione della domanda di pensione all'Inps – Gestione ex Inpdap.

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TURI: PESANTI LE CONSEGUENZE SULLE PERSONE. I PROBLEMI POLITICI RESTANO TUTTI


Garantire a tutto il personale  equità e parità di trattamento: è questa la condizione che la Uil scuola ha posto come indispensabile per la sottoscrizione dell'accordo per la mobilità nel corso della trattativa in atto al ministero.

Quel che registriamo è una condivisione generale  sulla mobilità provinciale, quella della prima e seconda fase – chiarisce il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – restano invece tutte le obiezioni e gli ostacoli per la firma di un accordo che tende a mantenere ed ampliare gli elementi di disparità di trattamento del personale interessato.

Una trattativa delicata e importante nella quale la Uil ha assunto una posizione chiara – spiega Pino Turi -al centro delle scelte ci devono essere sempre le persone.

Il nostro impegno ha portato il ministero a ipotizzare una deroga alla legge per la fase provinciale.
Un risultato non scontato ma prevedibile perché nasconde una delle difficoltà  di attuazione delle 107.

La legge, infatti, contiene una contraddizione macroscopica – spiega Turi - perché prevede per la mobilità una doppia posizione giuridica.
Concretamente si può avere il caso che gli ultimi assunti  (fase 0- A) restano titolari di sede e i docenti assunti prima,  magari soprannumerari, vanno negli ambiti .

E' talmente evidente che una simile situazione  va contro ogni principio di equità che – continua Turi - sarebbe semplice fare valere politicamente o davanti ad un qualunque tribunale. Talmente palese che il ministero si è dichiarato d'accordo.

Il punto che resta da risolvere è quello della mobilità di terza fase, quella tra province diverse.
La proposta della Uil è chiara: tutto il personale interessato deve poter scegliere la scuola di titolarità, in deroga ad ogni vincolo derivante da vecchie e nuove normative che non sono coerenti con la singolarità di questa fase di mobilità, prevista dalla stessa Legge 107/15.

Su questo punto che riguarda tutto il personale, che deve rispondere ad una situazione straordinaria con misure di equità e tutela per tutti, la trattativa è giunta ad un punto di stallo.

Per noi – ribadisce Pino Turi – restano  tutti i motivi di indisponibilità  ad una firma  che dovrebbe avallare un'ulteriore iniquità. E questa volta introdotta per contratto?

A questo punto, la decisione deve essere politica. Noi abbiamo dato un quadro di riferimento preciso e delineato le possibili soluzioni. Ora spetta al ministero decidere se e come continuare il negoziato.

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TURI: PESANTI LE CONSEGUENZE SULLE PERSONE. I PROBLEMI POLITICI RESTANO TUTTI


Garantire a tutto il personale  equità e parità di trattamento: è questa la condizione che la Uil Scuola ha posto come indispensabile per la sottoscrizione dell'accordo per la mobilità nel corso della trattativa in atto al ministero.

Quel che registriamo è una condivisione generale  sulla mobilità provinciale, quella della prima e seconda fase – chiarisce il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – restano invece tutte le obiezioni e gli ostacoli per la firma di un accordo che tende a mantenere ed ampliare gli elementi di disparità di trattamento del personale interessato.

Una trattativa delicata e importante nella quale la Uil ha assunto una posizione chiara – spiega Pino Turi -al centro delle scelte ci devono essere sempre le persone.

Il nostro impegno ha portato il ministero a ipotizzare una deroga alla legge per la fase provinciale.
Un risultato non scontato ma prevedibile perché nasconde una delle difficoltà  di attuazione delle 107.

La legge, infatti, contiene una contraddizione macroscopica – spiega Turi - perché prevede per la mobilità una doppia posizione giuridica.
Concretamente si può avere il caso che gli ultimi assunti  (fase 0- A) restano titolari di sede e i docenti assunti prima,  magari soprannumerari, vanno negli ambiti .

E' talmente evidente che una simile situazione  va contro ogni principio di equità che – continua Turi - sarebbe semplice fare valere politicamente o davanti ad un qualunque tribunale. Talmente palese che il ministero si è dichiarato d'accordo.

Il punto che resta da risolvere è quello della mobilità di terza fase, quella tra province diverse.
La proposta della Uil è chiara: tutto il personale interessato deve poter scegliere la scuola di titolarità, in deroga ad ogni vincolo derivante da vecchie e nuove normative che non sono coerenti con la singolarità di questa fase di mobilità, prevista dalla stessa Legge 107/15.

Su questo punto che riguarda tutto il personale, che deve rispondere ad una situazione straordinaria con misure di equità e tutela per tutti, la trattativa è giunta ad un punto di stallo.

Per noi – ribadisce Pino Turi – restano  tutti i motivi di indisponibilità  ad una firma  che dovrebbe avallare un'ulteriore iniquità. E questa volta introdotta per contratto?

A questo punto, la decisione deve essere politica. Noi abbiamo dato un quadro di riferimento preciso e delineato le possibili soluzioni. Ora spetta al ministero decidere se e come continuare il negoziato.

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MOBILITÀ, PER ORA NULLA DI FATTO

TURI: LA PRECONDIZIONE PER LA FIRMA È CHE SIA ABBANDONATO IL SISTEMA DEGLI AMBITI


Nel corso del previsto incontro di contrattazione con i rappresentanti del Miur, la UIL scuola, pur apprezzando lo sforzo realizzato dall'amministrazione, ritiene che non ci siano al momento le condizioni per firmare un contratto che dia equità e parità di trattamento ai lavoratori.

Mentre si è riscontrata nella prima e seconda fase, quella del livello provinciale delle operazioni di mobilità,  una convergenza di massima, nella terza fase , quella interprovinciale, si registra, invece, una posizione rigida dell'amministrazione che amplia gli elementi di  disparità di trattamento del personale interessato, del tutto inaccettabile.

Per la UIL scuola è fondamentale che anche nella mobilità di terza fase, quella tra province diverse, sia possibile per tutto  il personale interessato,  poter scegliere la scuola di titolarità, in deroga ad ogni vincolo derivante da vecchie e nuove normative che male si conciliano con la fase di mobilità che è straordinaria per volontà diretta della stessa legge 107/2015.

Un nuovo incontro è previsto per domani 12 gennaio.

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Composizione del comitato di valutazione del merito dei docenti: una scelta ideologica sbagliata che si sta realizzando in pieno stile burocratico.
Sulla valutazione prevale la burocrazia
Turi: un processo frettoloso, con una preoccupante vocazione autoritaria

Una procedura all'italiana: dove non si arriva con la programmazione si decide con la burocrazia.
E' quanto sta accadendo – mette in luce il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi – per la formazione del comitato di valutazione nelle scuole.

La legge – precisa Turi – prevede che nel comitato sia nominato un  componente esterno, scelto tra docenti,  dirigenti scolastici e dirigenti tecnici, senza che sia previsto alcun compenso, per equità si direbbe. Ma invece di procedere con nomine ponderate, destinare a dare equilibrio e competenza, stanno decidendo le direzioni regionali nominando d'ufficio e in maniera unilaterale dirigenti e dirigenti in pensione.

Se da un lato è davvero poco chiaro perché le direzioni si stiano orientando a nominare dirigenti e non docenti, diventa chiara la deriva che tale atteggiamento assumerà nelle situazioni concrete.
Come se non bastassero i docenti contrastivi, la consegna dont'ask, dont' tell, nelle nomine del comitato di valutazione si scelgono ancora una volta dirigenti per riconoscere agli insegnanti l'assegnazione del bonus.

Da un lato si obbligano i dirigenti ad accettare incarichi che non vogliono – precisa Turi  - nella fattispecie sono  atti negoziali ricettizi che si perfezionano con l'accettazione e non possono essere attuati d'ufficio.
Dal'altro la decisione di comporre il comitato di valutazione con un dirigente, anche in pensione invece che con un docente, indica una deriva tutta burocratica che non presagisce nulla di buono.
E poi – aggiunge – sono incarichi non obbligatori che attengono alla libera scelta delle persone.

Si sta gestendo – si legge nella nota che la Uil Scuola ha inviato al Capo di Gabinetto del Miur - una delle più delicate novità normative con approccio meramente burocratico, come si trattasse di semplice adempimento, senza alcuna considerazione sulla ricaduta concreta di tali decisioni: una deriva burocratica che va, a nostro parere, interrotta e corretta.

Il ministro è ancora in tempo per intervenire. Ciò che nelle intenzioni del legislatore doveva essere l'elemento qualificante della riforma rischia di trasformarsi in un comitato in cui tutti, genitori, studenti  e dirigenti possono dare lezioni e stabilire criteri di retribuzione dei docenti.

Se veramente qualcuno pensa che genitori, studenti e dirigenti in pensione possano modificare e rinnovare la scuola italiana, vuole dire che in questo Paese la propaganda funziona eccome.

 

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Il MIUR con la nota 41637 del 30 dicembre 2015, rende noto che le lavoratrici della scuola che maturano i requisiti per accedere alla pensione con il regime sperimentale Opzione donna entro il 2015, avranno tempo fino al 15 febbraio per presentare la domanda di cessazione dal servizio.

Con il comma 281 della Legge di Stabilità 2016, come è stato ampiamente detto, si è permesso il pensionamento con il regime sperimentale a tutte le lavoratrici che raggiungeranno i requisiti necessari all'accesso entro il 31 dicembre 2015 consentendo loro di andare in pensione con 57 anni e 3 mesi di età e 35 anni di contributi in cambio di un ricalcolo contributivo dell'intero assegno previdenziale.

Anche se con la nota 40816 del 21 dicembre il MIUR aveva fissato la data di termine ultimo per la presentazione della domanda di cessazione del servizio in linea generale al 22 gennaio 2016, con la nota 41637 del 30 dicembre specifica che le interessate al regime sperimentale avranno tempo, per presentare la domanda di cessazione dal servizio tramite il sistema POLIS, dal 15 gennaio al 15 febbraio 2016. L'accesso alla pensione decorrerà comunque dal 1 settembre 2016.

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