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COMUNICATO STAMPA UNITARIO DI CGIL, CISL e UIL

SITUAZIONE FINANZIARIA REGIONE PIEMONTE: I SEGRETARI REGIONALI DI CGIL-CISL-UIL CHIEDONO UN INCONTRO URGENTE AL PRESIDENTE SERGIO CHIAMPARINO.

I segretari generali Cgil Cisl Uil del Piemonte, Alberto Tomasso, Giovanna Ventura, Gianni Cortese hanno inviato una lettera al Presidente della Regione, Sergio
Chiamparino, con la richiesta di un incontro urgente, per conoscere la reale situazione finanziaria della Regione Piemonte e come si intende procedere
per fronteggiarla.

Le segreterie regionali di Cgil Cisl Uil sono assolutamente contrarie a un eventuale aumento dell'addizionale Irpef perché ritengono che non si possano scaricare sui cittadini, sui lavoratori e pensionati, le colpe di una pessima gestione delle finanze pubbliche, protratta nel tempo.

I piemontesi - secondo i segretari di Cgil Cisl Uil, preoccupati della situazione finanziaria della Regione - non sono più in grado di sopportare ulteriori aumenti di prelievo fiscale dai loro redditi già falcidiati dalla crisi e dalle politiche di tagli degli ultimi anni, nonché riduzione di servizi sociali, sanitari e di trasporto.

Il disavanzo di bilancio e il debito non possono gravare nemmeno sui dipendenti dell'Ente, già penalizzati dal blocco del contratto e del turnover.

Torino, 13 ottobre 2014                                                                                                                                        UFFICI STAMPA

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Venerdì, 10 Ottobre 2014 09:41

P.I.: Cgil Cisl Uil su mobilità statali

Apprendiamo dal question time del Ministro Madia di ieri che alcune materie che hanno sempre riguardato la contrattazione vengono affrontate, come si faceva negli anni 50-60, con provvedimenti legislativi. E' il caso della mobilità del personale tra amministrazioni diverse, e delle necessarie tabelle di equiparazione tra personale appartenente a contratti diversi e con inquadramenti e retribuzioni differenti.

Riteniamo imprescindibile che per favorire la mobilità obbligatoria non si possa eludere un confronto di merito fra sindacato e controparte, atteso peraltro che il Testo Unico 165/2001, ancora in vigore, ha proprie procedure ed un soggetto che rappresenta la controparte (l'A.Ra.N.).

L'atteggiamento del Governo è dare per scontato che su queste tematiche non vi possa essere condivisione. Vogliamo ricordare che sulla valutazione, proprio attraverso la contrattazione, abbiamo stabilito strumenti molto impegnativi e concreti ed anche elementi che hanno evitato soprusi. Infatti, la valutazione deve essere oggettiva e soprattutto trasparente, cosa che non sempre avviene. Mentre sulle tabelle di equiparazione troppo diverse sono le normative contrattuali fra i diversi comparti, e, pertanto hanno bisogno di un confronto fra coloro che hanno partecipato alle varie fasi contrattuali e che ne hanno stabilito le norme.

Il sindacato confederale non si è mai tirato indietro, anche nel pubblico impiego, nel valutare, proporre e concordare soluzioni innovative, sempre nell'interesse dei cittadini e dei lavoratori pubblici.

Questa autosufficienza non pagherà, anche perché con i lavoratori, ci parlano e li rappresentano le organizzazioni sindacali.

CGIL    CISL    UIL confederali

Roma 9.10.2014

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Oggi il Presidente del consiglio ha fatto una scelta di discontinuità rispetto al passato. Forse siamo in presenza di un cambiamento di atteggiamento politico del Presidente nei confronti delle parti sociali.Sul merito, l'unica cosa chiara è emersa a proposito del TFR. I lavoratori devono essere liberi di destinare queste risorse secondo le proprie esigenze.

Sul resto, c'è stata una discussione per titoli, come era prevedibile, sia sulla delega sul lavoro sia su fisco e Spending review. Ho fatto una battuta: gli ho detto che ci sono troppi sindaci e lui ha detto che ci sono troppi sindacalisti. Il punto, però, è che i primi sono pagati, con le tasse, da noi tutti.

È stato un incontro dalla valenza più politica che sostanziale. Se sostanza ci sarà, lo vedremo nel concreto delle leggi che saranno approvate e negli incontri che faremo sulla legge di stabilita e sulla delega sul jobs Act. Dopo l'approvazione della delega, il ministro è disposto a discutere.

Vedremo se siamo all'inizio di un cambiamento.

Perché non si applica l'articolo18 ai sindacati? Gli abbiamo fatto una battuta: se un dipendenti del PD fa campagna elettorale per Forza Italia, che succede?

Questo governo, per mesi, si è caratterizzato per aver negato, in via di principio, ogni discussione e confronto con le organizzazioni sindacali, al punto di arrivare a non rispondere alla lettera della Ces. Ora, forse, comincia a esserci la percezione che la quantità e lo spessore dei problemi sociali, occupazionali e aziendali sono tanti e così profondi da non potere essere risolti con lo spirito rivoluzionario del governo. Non bisogna patteggiare tutto, ma almeno dovrebbero verificare se le organizzazioni che rappresentano milioni di persone, fossero disponibili ad attuare cambiamenti. Questa è la vera lettura che si deve dare a questo inizio (possiamo definirlo così?) di confronto: maggioranza e governo hanno compreso che non sono in grado, da soli, di imprimere la svolta.

Avremmo preferito sostenere una piattaforma unitaria, aggiornarla. Noi siamo convinti che per contrastare una politica considerata sbagliata, occorre chiarezza, convinzione, determinazione e tempo: fare un'iniziativa per quanto simbolicamente importante, non è per nulla sufficiente. Serve una lunga e prolungata iniziativa di lotte, possibilmente tutti insieme. Sarebbe necessaria una sintesi dei punti fondamentali della piattaforma da portare avanti unitariamente.

Abbiamo un problema di rapporto con l'opinione pubblica e cioè con quella parte di cittadini italiani che non hanno la possibilità di sapere cosa pensa il sindacato e per risolvere questo problema l'unica soluzione èripetere cose semplici sino a quando non passano. Se il governo avesse tolto le protezioni a milioni di italiani facendo finta di spalmarle, ci saremmo opposti. Le tutele e le protezioni sono differenziate. L'articolo 18 è un problema di potere tra azienda e dipendente. Bisogna avere bilanciamento di poteri all'interno dell'azienda.

Senza rendere più conveniente i contratti a tempo indeterminato, forse un giorno vedremo qualche nostro nipote assunto in forza del jobs Act, perché gli imprenditori preferiranno sempre i contratti a termine.

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Trasmettiamo in allegato il verbale dell'incontro svoltosi venerdì scorso presso la Regione sul tema degli ammortizzatori sociali in deroga ed il relativo comunicato.

Entrambi i testi rispecchiano i contenuti della discussione svolta.

In attesa del confronto tra le Regioni (già fissato per il prossimo 3 settembre) e di alcuni chiarimenti sul testo del decreto interministeriale del I° agosto non è
stato ancora possibile sottoscrivere un nuovo accordo, tuttavia la discussione è stata utile e sono stati assunti alcuni importanti orientamenti nei limiti di
quanto stabilito dal citato decreto.

In particolare, utilizzando gli spazi di derogabilità ai criteri ministeriali possibili soloper il 2014 ai sensi dell'art. 6 comma 3, si è stabilito che fino al 31 dicembre 2014 potranno continuare ad accedere alla cigd anche i datori di lavoro non imprenditori; per quanto riguarda l'anzianità aziendale dei lavoratori sempre fino al 31 dicembre si continuerà a considerare sufficiente quella di almeno 3 mesi; nei casi di cessata attività con ricorso alla cigs per la generalità dei lavoratori, si continuerà a riconoscere la cigd agli eventuali apprendisti presenti. Si è invece dovuto prendere atto dell'impossibilità di recuperare i casi di cessazione parziale o totale dell'attività, a causa del costo elevato (circa 16,5 mln su base annua) che porterebbe a superare di molto il limite del 5% stabilito dal decreto.

Per quanto riguarda le durate massime, deve intendersi definitivamente superato il precedente sistema applicato in Piemonte (910 giorni a decorrere dal 2010), trovando invece applicazione quanto stabilito dal decreto (11 mesi nel corso del 2014, 5 mesi nel 2015); si è tuttavia in attesa di un chiarimento sulle modalità di computo dei periodi, in quanto il decreto parla esplicitamente di periodi "di fruizione" e non di periodi concessi.

Tra le questioni non chiarite vi è quella relativa all'obbligatorietà o meno della sottoscrizione di un accordo sindacale quale "conditio sine qua non" per poter presentare la domanda: da parte nostra si è sostenuto la necessità di evitare il suddetto obbligo, anche visto il numero elevato di domande presentate da piccole e micro aziende totalmente sconosciute al sindacato. E', invece, sin d'ora confermata la necessità dell'effettuazione dell'esame congiunto presso la Regione per tutte le imprese "cassaintegrabili", anche nei casi si trattasse di continuazione a settembre di un periodo iniziato in precedenza (ovvero non è sufficiente la semplice comunicazione di prosecuzione).

Sempre sul piano procedurale, tutte le parti, salvo l'Inps che ha espresso qualche riserva in merito, hanno convenuto sulla necessità di mantenere il sistema di concessione "a consuntivo", al fine di impiegare al meglio le scarse risorse disponibili. Peraltro anche l'Inps concorda sul fatto che sino a che non pervengano indicazioni esplicitamente diverse, si potrà continuare con la prassi in atto.

Per quanto riguarda l'indennità di mobilità in deroga, è stata posta da parte nostra la necessità di un ampliamento dello strumento, a fronte di criteri più restrittivi stabiliti per la cigd: la Regione si è riservato un approfondimento, specie sugli aspetti relativi agli oneri connessi.

Per consentire l'effettuazione delle necessarie verifiche ed approfondimenti, la discussione è stata aggiornata al 12 settembre, data alla quale realisticamente si dovrebbe sottoscrivere il nuovo accordo. Come riportato nei testi allegati, i termini per l'effettuazione delle procedure saranno gestiti con le opportune flessibilità, anche a fronte del fatto che il sistema per la presentazione telematica delle domande è temporaneamente bloccato per i necessari adeguamenti tecnici.

Segnaliamo infine che la ripartizione di risorse effettuata con il D.I. 6 agosto 2014, con la quale sono stati assegnati al Piemonte poco meno di 30 mln di euro, consente di sbloccare autorizzazioni e pagamenti per il II° trimestre 2014.

Torino, 1 settembre 2014
CGIL – CISL – UIL PIEMONTE

Scarica la documentazione in allegato relativo all'incontro intercorso tra le parti

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