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Lunedì, 26 Ottobre 2015 11:42

Gli effetti del Jobs Act secondo Aldo Gregori, Segretario generale UIL Alessandria

Effetto Jobs Act

I dati della "buona occupazione" in provincia di Alessandria non si discostano molto da quello che accade nel resto del Paese. Gli avviamenti riguardano  soprattutto le trasformazioni di posizioni di lavoro già esistenti. Le statistiche relative alle procedure di assunzione elaborate dalla Regione Piemonte, evidenziano l'incremento delle assunzioni sia a tempo indeterminato (+ 40%), che a tempo determinato (+ 7%), oltre all'aumento del lavoro subordinato (+ 16%), mentre al contempo calano l'apprendistato (- 22%) e il lavoro parasubordinato (- 32%).

Cambia inoltre la tipologia di assunzione: non è più diretta, ma avviene tramite agenzie interinali (+ 50% rispetto al 2014). Sono aumentati del 20% gli avviamenti giornalieri (quelli che terminano il giorno successivo a quello di inizio, numericamente 500) e anche l'utilizzo dei voucher (dato regionale) è cresciuto del 70% rispetto al 2014: si è passati infatti dai 2,4 mln ai 4,1 mln di valore.

Nella logica (positivistica) di guardare il bicchiere mezzo pieno, qualcosa si è mosso e si sono avviate al lavoro circa 2700 persone sul territorio. Anche se non si tratta di "buona occupazione", è un piccolo segnale.

I dati della Camera di Commercio di Alessandria del 2 trim. 2015, relativi all'indice della produzione industriale, registrano un +1.6 rispetto al 2 trim. 2014. Dagli elementi elaborati emergono due realtà molto differenti: la piccola e micro industria in difficoltà, con punte che vanno dal - 6.6 nella gioielleria al - 13 nell'industria chimica e plastica, e la media grande industria in crescita, con dati che vanno dal + 8 nell'industria chimica e plastica al + 13 nell' industria alimentare.

Preoccupa il dato degli ordinativi esteri (- 7.1) che finora è sempre stato positivo, in controtendenza gli ordinativi interni aumentano leggermente (+ 0.4) rispetto ai dati precedenti, che sono sempre stati negativi.

È vero che questi dati sono numeri, e vanno letti come tali e con cautela, però sono sempre un termometro della situazione.

Nel 2 trim. 2015 in provincia di Alessandria sono nate invece 619 nuove imprese e ne sono cessate 407, un saldo positivo di 212 imprese, la maggiore parte sono imprese individuali, anche qui dobbiamo aspettare per fare una valutazione in quanto tante attività nascono e muoiono nel giro di un anno, e comunque il dato complessivo è già inferiore a quello del 2014.

L'andamento della richiesta di cig è in diminuzione, ma proprio in queste settimane sono arrivate richieste che coinvolgono centinaia di lavoratori del comparto manifatturiero.

Sulla situazione territoriale locale c'è molto da fare, logistica, turismo, innovazione, banda larga, Terzo Valico, nuovo ospedale, Retroporto, termalismo, sono obiettivi sui quali in questi anni si è investito molto... a parole, ma queste realtà sono rimaste tali per mancanza di progettualità, di univocità di intenti, di lavoro di squadra e, non ultimo, di una politica forte che potesse prendere decisioni.

E' fuori dubbio che con il ridimensionamento degli Enti locali, con minori trasferimenti da parte dello Stato, non ci sono più neanche gli investimenti pubblici.

Anche il Comune di Alessandria, con l'esperienza del dissesto, è bloccato su questo versante. Di fatto la nostra realtà va avanti su iniziative ed investimenti individuali, senza una vera politica industriale.

La Provincia aveva un ruolo di tavolo politico istituzionale, a cui rispondevano tutti i sindaci, ed anche le parti sociali potevano avere un ruolo ( es. patti territoriali, tavolo anticrisi, emergenza abitativa, ecc...). Ora la Provincia di fatto è svuotata di questa posizione determinante e la Camera di Commercio, dove sono rappresentate tutte le parti sociali, non ha un ruolo politico e può solo dare indicazioni.

Il vero problema del territorio alessandrino e dell'intera provincia di Alessandria, è che manca un soggetto che possa coordinare, coinvolgere e proporre.

Il depauperamento, l'accentramento di funzioni, il tentativo di fare passare come inutili e superati i corpi intermedi e le parti sociali, genera un po' di anarchia e meno democrazia, e dobbiamo riflettere su ciò pensando al futuro con l'obiettivo prioritario della crescita del territorio.

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