Visualizza articoli per tag: uil

A cura della UIL Servizio Politiche Economiche e Territoriali

Con l'emanazione, nel mese di Gennaio 2018, da parte dell'ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive e del Lavoro), di due Decreti Direttoriali che rendono operativi gli incentivi per le assunzioni nel Sud (Bonus assunzioni Sud), e delle assunzioni di giovani NEET iscritti al Programma Garanzia Giovani, si completa il quadro degli incentivi al lavoro e all'occupazione per l'anno 2018, iniziato con l'incentivo per l'occupazione giovanile stabile inserito nella Legge di Bilancio per il 2018 (Legge 205 del 2017).

I due incentivi, che valgono per le assunzioni fatte a partire dal 1 gennaio 2018 e fino al 31 Dicembre 2018, sono un rafforzamento, in quanto compatibili, dell'incentivo strutturale all'occupazione giovanile stabile.

INCENTIVI PER L'OCCUPAZIONE GIOVANILE STABILE (LEGGE DI BILANCIO 205/2017)

A partire dal 2108 per le assunzioni di giovani under 29 anni con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a tutele crescenti è riconosciuto l'esonero triennale del versamento del 50% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro fino ad un massimo di 3 mila euro annui.

Resta ferma l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche (contribuzione figurativa).

L'esonero spetta ai giovani che, non sono mai stati occupati precedentemente a tempo indeterminato, esclusi eventuali periodi di apprendistato.

Limitatamente alle assunzioni per il 2018 l'età per avere diritto all'esonero contributivo è innalzata a 35 anni.

Nell'ipotesi in cui il lavoratore o lavoratrice, per la cui assunzione a tempo indeterminato è stato parzialmente fruito l'esonero, sia nuovamente assunto a tempo indeterminato da altro datore di lavoro privato, il beneficio è riconosciuto a quest'ultimi per il periodo residuo utile alla piena fruizione (tre anni), indipendentemente dall'età del lavoratore o lavoratrice alla data della nuova assunzione (portabilità del beneficio dell'esonero).

L'incentivo è riconosciuto anche in caso di trasformazione di contratto da tempo determinato a tempo indeterminato fermo restando i requisiti anagrafici e di primo contratto a tempo indeterminato.

L'esonero si applica per un periodo di 1 anno, fermo restando il limite annuo di 3 mila euro, in caso di prosecuzione di un contratto di apprendistato in un rapporto a tempo indeterminato condizione che, il lavoratore o lavoratrice non abbia compito l'età di 30 anni alla data della prosecuzione.

L'esonero spetta ai datori di lavoro privati che, nei sei mesi precedenti all'assunzione, non abbiano proceduto a licenziamenti individuali per giustificato motivo o fatto ricorso a licenziamenti collettivi, non spetta inoltre in caso di licenziamento per giustificato motivo del lavoratore assunto o di un lavoratore impiegato nella medesima unità produttiva e inquadrato nella medesima qualifica del lavoratore assunto con l'esonero.

Per le assunzioni di lavoratori in alternanza scuola lavoro o di apprendisti di primo e terzo livello l'esonero è riconosciuto al 100%, fermo il limite di 3 mila euro annui.

L'incentivo per l'occupazione giovanile stabile non è cumulabile con altri incentivi economici della stessa natura (assunzioni di lavoratori e lavoratrici over 50 anni disoccupati da oltre 12 mesi, oppure donne di qualsiasi età senza lavoro dai 6 ai 24 mesi), mentre è cumulabile con l'incentivo assunzioni Sud e l'incentivo assunzioni NEET.

La misura è finanziata con 381 milioni di euro per l'anno 2018, 1,2 miliardi di euro per il 2019, 1,9 miliardi di euro per il 2020 e 2,4 miliardi di euro a partire dal 2021.

INCENTIVO ASSUNZIONI SUD

Per quanto riguarda il bonus assunzioni al Sud per nuove assunzioni, si tratta della decontribuzione totale (contributi previdenziali a carico del datore di lavoro), con tetto massimo fino a 8.060 euro, per un anno, per le assunzioni a tempo indeterminato, anche in apprendistato professionalizzante, trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, nonché al socio lavoratore di cooperativa se assunto con contratto di lavoro subordinato.

L'incentivo è riconosciuto anche in caso di contratto di lavoro a tempo parziale, ma in questo caso il massimale è proporzionalmente ridotto.

L'incentivo non è riconosciuto in caso di assunzioni con contratto di lavoro domestico, occasionale o intermittente.

L'incentivo è riconosciuto ai datori di lavoro privati con sede di lavoro ubicata nelle Regioni "meno sviluppate" (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia), o nelle Regioni "in Transizione" (Abruzzo, Molise, Sardegna).

Il bonus dovrà riguardare le assunzioni: di lavoratori e lavoratrici di età compresa tra i 16 e i 34 anni di età; lavoratori e lavoratrici con 35 anni ed oltre purchè disoccupati da oltre sei mesi.

Per avere diritto all'incentivo, salve fatte le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, i lavoratori e lavoratrici assunti non devono avere avuto rapporti di lavoro con il medesimo datore di lavoro negli ultimi sei mesi.

In caso di fruizione dell'incentivo oltre i limiti del regime "de minimis" (200 mila euro nel triennio), occorre rispettare le condizioni previste dal Regolamento sugli Aiuti di Stato (Regolamento UE 651 del 2014).

Ciò significa che, per avere diritto all'incentivo occorre rispettare il principio di "occupazione aggiuntiva" (al netto delle interruzioni per giusta causa, dimissioni volontarie, invalidità e pensionamenti), e delle condizioni di "fascia debole".

In quest'ultimo caso se l'assunzione riguarda persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni l'esonero è riconosciuto se il lavoratore o lavoratrice è alternativamente: priva di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; non sia in possesso di un diploma di istruzione secondaria o qualifica professionale; al primo impiego regolarmente retribuito; assunto in settori con un tasso di disparità uomo-donna superiori al 25%.

Il Bonus non è cumulabile con altri incentivi economici della stessa natura (assunzioni di lavoratori e lavoratrici over 50 anni disoccupati da oltre 12 mesi, oppure donne di qualsiasi età senza lavoro dai 6 ai 24 mesi), incentivi assunzioni NEET (Garanzia Giovani), mentre è cumulabile con l'incentivo  strutturale all'occupazione giovanile stabile.

In questo caso l'incentivo assunzioni Sud è fruibile per la parte residua, fino al 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con tetto massimo di 8.060 euro.

Gli incentivi per le assunzioni al Sud saranno finanziati fino ad un massimo di 500 milioni di euro di cui: 200 milioni di euro a valere sul Programma Operativo Nazionale Sistemi di Politiche Attive e Occupazione (PON SPAO); 300 milioni di euro a seguito dell'approvazione da parte del CIPE del Programma  Operativo Complementare Sistemi di Politiche Attive e Occupazione (POC SPAO).

Il bonus è riconosciuto dall'INPS fino ad esaurimento della dotazione finanziaria stanziata e le risorse non avranno, quest'anno vincoli territoriali di ripartizione tra categorie di Regioni (meno sviluppate e in transizione).

INCENTIVO ASSUNZIONI GIOVANI NEET

All'interno del Programma "Garanzia Giovani", che ricordiamo è stato rifinanziato fino al 2023 con 1,3 miliardi di euro di nuove risorse, è stato istituito "l'Incentivo Occupazione NEET", con una dotazione  finanziaria di 100 milioni di euro.

L'incentivo finanzierà assunzioni, dal 1 gennaio 2018 fino al 31 dicembre 2018, fino ad esaurimento delle risorse, di giovani NEET di età compresa tra i 16 e i 29 anni che hanno aderito al Programma Garanzia Giovani.

Nel caso di età inferiore di 18 anni i giovani devono avere assolto al diritto dovere all'istruzione  e formazione.

L'incentivo spetta ai datori di lavoro privati con sede di lavoro ubicata su tutto il territorio nazionale ad eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano.

L'incentivo consiste  della decontribuzione totale (contributi previdenziali a carico del datore di lavoro), con tetto massimo fino a 8.060 euro, per un anno, per le assunzioni a tempo indeterminato anche a scopo di somministrazione, in apprendistato professionalizzante, al socio lavoratore di cooperativa se assunto con contratto di lavoro subordinato.

L'incentivo è riconosciuto anche in caso di contratto di lavoro a tempo parziale, ma in questo caso il massimale è proporzionalmente ridotto.

L'incentivo non è riconosciuto in caso di assunzioni con contratto di lavoro domestico, occasionale o intermittente.

Il Bonus non è cumulabile con altri incentivi economici della stessa natura (assunzioni di lavoratori e lavoratrici over 50 anni disoccupati da oltre 12 mesi, oppure donne di qualsiasi età senza lavoro dai 6 ai 24 mesi), incentivi assunzioni Sud, mentre è cumulabile con l'incentivo  strutturale all'occupazione giovanile stabile.

In questo caso l'incentivo assunzioni Sud è fruibile per la parte residua, fino al 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con tetto massimo di 8.060 euro.

Essendo finanziato con fondi comunitari le aziende possono usufruire dell'incentivo in regime del "de Minimis".

In caso di fruizione dell'incentivo oltre i limiti del regime "de minimis" (200 mila euro nel triennio), occorre rispettare le condizioni previste dal Regolamento sugli Aiuti di Stato (Regolamento UE 651 del 2014).

Ciò significa che, per avere diritto all'incentivo occorre rispettare il principio di "occupazione aggiuntiva" (al netto delle interruzioni per giusta causa, dimissioni volontarie, invalidità e pensionamenti), e delle condizioni di "fascia debole".

In quest'ultimo caso se l'assunzione riguarda persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni l'esonero è riconosciuto se il lavoratore o lavoratrice è alternativamente: priva di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; non sia in possesso di un diploma di istruzione secondaria o qualifica professionale; al primo impiego regolarmente retribuito; assunto in settori con un tasso di disparità uomo-donna superiori al 25%.

Gennaio 2018

Pubblicato in Notizie

Il leader della UIL a un convegno sulla sicurezza con il Capo della Polizia

"Sicurezza, Legalità, Lavoro". Su questi temi, di grande attualità, la Uil Emilia-Romagna ha organizzato un convegno che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Capo della Polizia, Franco Gabrielli, del Presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, del Sindaco di Bologna, Virginio Merola. Presenti anche Giuseppe Amato, procuratore capo di Bologna, Matteo Piantedosi, Prefetto di Bologna e Ignazio Coccia, questore di Bologna.

I lavori sono stati introdotti da Giuliano Zignani e da Antonio Cosi e sono stati conclusi dal Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.

"Bisogna sconfiggere l'illegalità diffusa - ha sottolineato il leader della Uil - che ancora persiste nel nostro Paese e che determina anche un paralizzante senso di insicurezza nei nostri concittadini. Affrontare i problemi che riguardano la sicurezza e la legalità significa anche risolvere una questione economica, perché la malavita organizzata drena risorse sottraendole al territorio. Ci vogliono più investimenti per la sicurezza e la legalità e occorre determinare migliori condizioni di lavoro per tutte le Forze dell'ordine. A questo proposito - ha aggiunto Barbagallo - dopo anni e anni di vana attesa, finalmente siamo riusciti a ottenere il rinnovo del contratto per tutti questi lavoratori che svolgono un'attività pericolosa e che, dunque, meritano più attenzione e maggiore serenità. Bisogna, infine - ha concluso Barbagallo - porre argine alla delinquenza e ragionare in termini di sicurezza preventiva, a partire dalle scuole, per fermare il bullismo e la microcriminalità che rischiano di diventare terreno fertile in cui può attecchire anche la criminalità organizzata".

Bologna, 30 gennaio 2018

Pubblicato in Notizie

Continuano a proliferare dichiarazioni e articoli più o meno allarmistici e strumentali, che vedrebbero il nostro sistema previdenziale a volte moribondo, a volte barcollante sul ciglio di un baratro, questi articoli hanno in comune un evidente vizio di forma, partono da presupposti e da assiomi che sono distanti dalla verità delle cose, i numeri sulla previdenza italiana, infatti, vengono spesso estrapolati dal contesto sociale ed economico o spesso vengono valutati tenendo i valori troppo aggregati e confondendo la spesa assistenziale con quella per le pensioni. Il sistema previdenziale di un paese non può essere valutato se non nella sua interezza, avendo ben presenti le componenti pensionistiche, assistenziali, demografiche e sociali.

Per questo è necessario che si avviino al più presto i lavori della commissione istituzionale, fortemente voluta dalla Uil e dalla Uilp, per la separazione della spesa assistenziale da quella previdenziale producendo uno studio che mostri in maniera corretta l'impatto delle prestazioni di welfare erogate in Italia. Questa rappresentazione dovrà essere di facile lettura, fornendo dati che tengano ben distinte le prestazioni di natura previdenziale, derivanti da contribuzione, e quelle assistenziali, a carico dell'erario. Ad oggi si continua a fare molta confusione, in qualche occasione in modo strumentale, sulla spesa previdenziale, ad esempio, il dato di un'incidenza del 15,7% sul Pil, spesso presentato, se disaggregato e limitato alle sole misure di natura previdenziale nette scende all'11%. Proporzione che è perfettamente in linea con la media europea, anzi, un punto meno della Francia e mezzo punto meno della Germania. Per quanto concerne la differenza tra contribuzione entrante e prestazioni erogate, vogliamo ricordare che i correttivi, per scongiurare il verificarsi di uno squilibrio ingestibile del sistema, sono stati già operati con una serie di interventi avviati a metà degli anni novanta, i quali hanno 2

introdotto il sistema contributivo, sistema che riconosce al lavoratore un assegno pensionistico direttamente correlato alla propria storia contributiva.

Continuare a fare allarmismo speculando sull'assenza di un dato universalmente condiviso dell'impatto previdenziale e contrapponendo le generazioni dei lavoratori ha il solo risultato di generare paura e diffidenza. Nei pensionati che sentono parlare di fallimento dell'Inps, di ricalcolo dell'assegno percepito con il metodo retributivo, di tagli e di contributi speciali a loro carico, purtroppo, mentre viene troppo di rado evidenziato che le pensioni erogate oggi sono frutto di contributi versati secondo le regole e le norme di volta in volta in vigore; Diffidenza e rassegnazione che coinvolge anche i lavoratori, specialmente giovani, ai quali viene prospettato un futuro grigio, fumoso, con effetti negativi sulla loro gestione del risparmio, soprattutto quello previdenziale. Per questo in Italia è assolutamente necessario avviare un processo di diffusione della cultura previdenziale che fornisca ai cittadini gli strumenti critici per valutare il proprio futuro, per programmare il proprio risparmio previdenziale, per dare loro serenità.

Certo non dobbiamo dimenticare che il sistema italiano è un sistema a ripartizione, e che quindi risente dei mutamenti economici e occupazionali, quindi una corretta valutazione dei dati previdenziali non può prescindere da un confronto con le contingenze storiche, come la recente recessione, il blocco dei contratti e l'aumento della disoccupazione, tutti fenomeni che incidono negativamente sulle casse degli enti. Ma le risposte devono arrivare da un intervento di ampio respiro non ci si può, infatti, limitare a fare cassa sulle pensioni operando misure di contenimento della spesa pensionistica curando così il sintomo ma non il male. Bisogna rilanciare l'economia, sostenendo la domanda interna, creando occupazione stabile, aumentando il potere di acquisto dei lavoratori e dei pensionati anche attraverso una concreta riduzione della fiscalità a loro carico (ricordiamo che in Italia le tasse sulle pensioni sono quasi il doppio della media europea). È doveroso restituire pieno potere d'acquisto alle pensioni in essere operando una serie di interventi come l'introduzione di un nuovo paniere di riferimento per le rivalutazioni, più rispondente alle spese sostenute dai pensionati, recuperando una piena indicizzazione degli assegni ed il montante sottratto in questi anni dal blocco della perequazione, estendendo la quattordicesima mensilità anche ai redditi fino a 2,5 volte il minimo. In questo modo si avvierebbe quel circolo virtuoso che genera buona occupazione e ed incrementa i consumi. 3

Siamo altresì convinti che il sistema pensionistico di un paese si debba evolvere con la società del paese stesso, per questo è necessario operare dei correttivi all'attuale struttura previdenziale italiana. Bisogna introdurre una flessibilità di accesso alla pensione intorno ai 63 anni esigenza rispondente all'attuale situazione economica e coerente con le logiche di un sistema previdenziale contributivo; al contempo si deve prevedere un meccanismo che tuteli le future pensioni la cui adeguatezza è minacciata dalla forte discontinuità delle carriere; si devono, poi, sanare le storture ancora presenti nel sistema superando, ad esempio, le disparità di genere e valorizzando il lavoro di cura svolto in particolare dalle lavoratrici. Questi interventi sono ampiamente sostenibili dal punto di vista economico, ma per fare ciò dobbiamo uscire dalla attuale logica tutta ragionieristica che persegue l'ottimizzazione economica dimenticando che la funzione principale del sistema è quella sociale.

Pubblicato in Notizie

Il MIUR ha  dato notizia con la circolare  n.2748 del 23 gennaio, in cui vengono comunicate le modalità con cui si svolgeranno le attività di chiusura delle scuole seggio elettorale per le elezioni del 2018 in calendario per il prossimo 4 marzo.

La circolare rende noto che le scuole si dovranno mettere a disposizione degli uffici comunali dal pomeriggio del 2 marzo fino a tutta l'intera giornata del 6 marzo 2018

Elezioni 2018: assenza dal lavoro dei dipendenti che si recano a votare in comuni diversi da quelli dove prestano attività lavorativa

In allegato una guida sui permessi , in un documento informativo molto utile, non è previsto alcun permesso specifico per recarsi a votare. È comunque pacifico il diritto del lavoratore a chiedere – ed ottenere – permessi non retribuiti o ferie per raggiungere il proprio comune di residenza con i mezzi di trasporto ordinari (treno, aereo, nave). Solo il personale con rapporto a tempo indeterminato dei comparti pubblici può fruire, a tale scopo, dei permessi retribuiti previsti contrattualmente, se non ancora utilizzati.

Elezioni 2018: permesso retribuito per esercitare il diritto al voto

La materia è disciplinata dalla circolare della ragioneria generale dello Stato n. 23 del 10.3.1992.

La concessione del permesso retribuito per recarsi a votare in comune diverso da quello della sede di servizio, ai sensi dell' art. 118 del DPR 30.3.1957, n. 361, è previsto solo nell'ipotesi in cui il lavoratore risulti trasferito di sede nell'approssimarsi delle elezioni il quale, anche se abbia provveduto nel prescritto termine di 20 giorni a chiedere il trasferimento di residenza, non abbia ottenuto in tempo l'iscrizione nelle liste elettorali della nuova sede di servizio.

Qualora ricorra la predetta circostanza al lavoratore va riconosciuto il permesso retribuito per l'esercizio del diritto di voto entro i limiti di tempo stabiliti dal Ministero del Tesoro con Decreto 5.3.1992 sotto indicati, comprensivi del tempo occorrente per il viaggio di andata e ritorno:

• un giorno per le distanze da 350 a 700 chilometri;

• due giorni per le distanze oltre i 700 chilometri o per spostamenti da e per le
isole.

Elezioni 2018: agevolazioni per le spese di viaggio

Per usufruire delle agevolazioni occorre presentare la tessera elettorale: in mancanza della tessera elettorale il viaggiatore potrà firmare un'autocertificazione. In ogni caso nel viaggio di ritorno l'elettore dovrà presentare la tessera elettorale con il timbro della sezione presso cui ha votato.

Si ricorda che il diritto di voto è, a norma dell'art. 48 della Costituzione, dovere civico ed è tutelato e garantito dalle disposizioni generali dell'ordinamento in materia di esercizio dei diritti politici, per cui sarebbero illegittimi eventuali comportamenti miranti ad ostacolarlo.

Agevolazioni sulle spese di viaggio per gli elettori residenti in Italia

– Treno: riduzione del 60% sulla tariffa ordinaria (andata e ritorno) sia per la 1^ che
per la 2^ classe;

– Nave: riduzione del 60% sulla tariffa ordinaria (andata e ritorno).
Informazioni più dettagliate possono essere ottenute rivolgendosi agli Uffici delle FF.SS. Trenitalia S.p.A. e presso le compagnie marittime.

Elezioni 2018: permessi per lo svolgimento della campagna elettorale

Non sono più previsti specifici permessi per lo svolgimento della campagna elettorale in qualità di candidato alle elezioni amministrative, politiche ed europee. Solo nel comparto pubblico è possibile, per il personale a tempo indeterminato, fruire a tal fine dei permessi retribuiti previsti contrattualmente (3 giorni all'anno).

Il personale docente con contratto a tempo indeterminato delle scuole statali, può utilizzare, come permessi, anche i sei giorni lavorativi di ferie di cui all'art. 15 comma 2 del CCNL del 29 novembre 2007. La precisazione è contenuta nella nota telefax 3121 del 17.4.1996 della Presidenza del Consiglio Dipartimento Funzione Pubblica che faceva riferimento all'art. 21, 3° comma del CCNL del 4.8.1995 ora ripreso dal citato art. 15 del CCNL del 2007.

Il personale a tempo determinato ha diritto a fruire dei permessi previsti dal contratto, ma in questo caso si tratta di permessi non retribuiti. Naturalmente tutto il personale, sia pubblico che privato, può fruire dei periodi di aspettativa previsti contrattualmente con la perdita sia della retribuzione sia del computo del trattamento di quiescenza e di previdenza per il relativo periodo.

Elezioni 2018: quali sono i diritti dei lavoratori impegnati nelle operazioni elettorali

Al personale con contratto a tempo indeterminato e determinato, impegnato nei seggi elettorali in occasione delle elezioni 2018, ai sensi dell'art. 119 del T.U. n. 361/57, modificato dalla Legge n. 53/90, e dell'art. 1 della Legge 29.1.1992, n. 69, è riconosciuto il diritto di assentarsi dal servizio per tutto il periodo corrispondente alla durata delle operazioni di voto e di scrutinio. L'assenza è considerata attività lavorativa a tutti gli effetti.

In particolare, al lavoratore, con contratto a tempo indeterminato e determinato (anche temporaneo) sia nel pubblico che nel privato, chiamato a svolgere funzioni presso i seggi elettorali per le elezioni del Parlamento (nazionale ed europeo), per le elezioni comunali, provinciali e regionali ed in occasione delle consultazioni referendarie, ai sensi dell'art. 119 del T.U. n. 361/57, modificato dalla Legge n. 53/90, e dell'art. 1 della Legge 29.1.1992, n. 69, è riconosciuto il diritto di assentarsi per tutto il periodo corrispondente alla durata delle operazioni di voto e di scrutinio.

L'assenza è considerata attività lavorativa a tutti gli effetti. Il beneficio spetta ai componenti del seggio elettorale (presidente, scrutatore, segretario), ai rappresentanti di lista, nonché in occasione del referendum popolare ai rappresentanti dei promotori del referendum. Analogo diritto spetta ai lavoratori impegnati a vario titolo nelle operazioni elettorali (vigilanza o altro). Essendo l'attività prestata presso i seggi equiparata (2° comma art. 119 Legge 361/57) ad attività lavorativa, non è consentito richiedere prestazioni lavorative nei giorni coincidenti con le operazioni elettorali, anche se eventuali obblighi di servizio fossero collocati in orario diverso da quello di impegno ai seggi.

I componenti del seggio elettorale o rappresentanti di lista o comunque impegnati in operazioni connesse, hanno diritto inoltre a recuperare le giornate non lavorative di impegno ai seggi con giorni di recupero da concordare con il datore di lavoro, in rapporto anche alle esigenze di servizio.

Per quanto riguarda i riposi compensativi si ricorda l'orientamento della Corte Costituzionale, secondo cui il lavoratore ha diritto al recupero delle giornate festive (la domenica), o non lavorative (il sabato, nel caso di settimana corta e cioè di intero orario settimanale prestato dal lunedì al venerdì), destinate alle operazioni elettorali, nel "periodo immediatamente successivo ad esse".

In altri termini, i lavoratori interessati avranno diritto a restare a casa retribuiti nei due giorni successivi alle operazioni elettorali (se il sabato è non lavorativo), o nel giorno successivo (se il sabato è lavorativo), salvo diverso accordo con il datore di lavoro, in forza della "voluta parificazione legislativa tra attività al seggio e prestazione lavorativa, rispetto al quale la garanzia del riposo è precetto costituzionale" (Corte Costituzionale n. 452 del 1991).

Nei casi in cui le operazioni di scrutinio si protraessero oltre la mezzanotte del lunedì, si dovrà considerare il martedì come giorno dedicato alle operazioni elettorali e pertanto le giornate di diritto al riposo dovrebbero essere il mercoledì ed eventualmente il giovedì.
Comunque, in caso di mancato godimento dei riposi compensativi non potrà essere negato ai lavoratori occupati nei seggi il pagamento delle quote di retribuzione dovute (Legge n. 69/1992).

Qualora l'amministrazione/il datore di lavoro si dovesse rifiutare di concedere l'immediata fruizione delle giornate di cui sopra per particolari esigenze di servizio, è opportuno non assentarsi, ma rivendicarne il godimento (ovvero il pagamento) successivamente.

Pubblicato in Notizie
Venerdì, 26 Gennaio 2018 10:51

Sintesi analisi cassintegrazione per l'anno 2017

Il bilancio del 2017 si chiude con una media annua di 172 mila posti di lavoro salvaguardati dalla cassa integrazione, con un potenziale perdita di 112 mila posti di lavoro rispetto all'anno precedente.

"La continua flessione di ore autorizzate, che si è registrata anche a dicembre scorso, fa totalizzare nel 2017 un calo del 39,3% di ore richieste rispetto al 2016 dove, sottolinea Guglielmo Loy - Segretario Confederale UIL, al netto di una cassa integrazione in deroga in estinzione, ciò che emerge  maggiormente è la brusca riduzione delle ore di cassa integrazione straordinaria (- 43,2%) che nell'anno raggiungono un totale di oltre 218 milioni di ore di cui il 52,8% con causale "solidarietà".

Il riscontro proveniente dai dati, sempre più vicini ai valori del 2008, mostra però un indicatore di persistente malessere delle aziende laddove le ore di cassa integrazione straordinaria vedono, rispetto a tale anno, un aumento del 150,3% (a fronte di una riduzione del 7,2% delle ore di cigo).

"Chiaramente questi dati vanno aggregati", precisa Loy, "anche con quelli provenienti dal Fondo di Integrazione Salariale (FIS) che, ad oggi, vede oltre 13,3 milioni di ore autorizzate e un montante di richieste per 100 mila lavoratori, in continuo aumento dall'entrata in vigore dello strumento".

Altro dato di sofferenza è l'aumento, rispetto al 2016, delle domande di disoccupazione pervenute nel periodo gennaio-novembre dello scorso anno, a fronte di una diminuzione che ha caratterizzato il triennio precedente.

"Ci domandiamo, quindi, se la flessione della cassa integrazione, che potrebbe essere considerato elemento positivo, coniugata però all'aumento delle domande di disoccupazione", osserva Loy, "abbia una ragion d'essere anche nella recente e stringente riforma degli ammortizzatori sociali  (minore durata, maggior costo per le imprese, riduzione delle casistiche "autorizzabili") e se, quindi si possa interpretare la riduzione della cassa integrazione solo  in senso di risalita, lenta ed ancora insufficiente, del sistema economico produttivo. Ed è proprio la flessibilità di utilizzo della Cassa Integrazione, coniugata ad un forte sistema di politiche attive dedicate, la strada da perseguire nei prossimi mesi".

"Grazie alla denuncia ed alle proposte della Uil con la recente legge di bilancio", conclude Loy, " sono state apportate modifiche significative, anche se da completare, per rendere meno complesso l'utilizzo di importanti strumenti di protezione sociale come gli ammortizzatori in generale e la Cassa Straordinaria in particolare. La ripresa economica sarà, purtroppo, caratterizzata ancora dal permanere di numerose crisi aziendali che necessitano di strumenti adatti a coniugare il rilancio con la tutela delle persone che vi lavorano".

 

Ore autorizzate a DICEMBRE 2017

(confronto con NOVEMBRE 2017)

Dati nazionali e per gestione:

ORE AUTORIZZATE: 19,9 milioni (-30,2 % su novembre 2017)

CIGO: circa 10 milioni (+27%)

CIGS: 9,4 milioni (-52,5 %)

CIGD: 542 mila (-40%)

Stima UIL posti lavoro salvaguardati a dicembre 2017:  117 mila

Dati per macro area:

NORD: 9,4 milioni (-22,8%)

MEZZOGIORNO: circa 7 milioni (-27,7%)

CENTRO: 3,5 milioni (-47,6%)

Dati regionali:

Aumento in 6 Regioni e nella Prov. Aut. di Trento

Prime 3 Regioni per maggior aumento: Molise (+660,5%); Basilicata (+485,5%); Sicilia (+61,7%)

Ultime 3 Regioni con maggiore flessione: Calabria (-79,4%); Sardegna (-70,9%); Campania (-65,2%)

 

Ore autorizzate nell'ANNO 2017

(confronto con stesso periodo del 2016)

Dati nazionali e per gestione:

ORE AUTORIZZATE: 351 milioni (-39,3% su ANNO 2016)

CIGS: 218,2 milioni (-43,2%) di cui il 52,8% per "solidarietà"

CIGO: 105 milioni (-23,7%)

CIGD: 28 milioni (-51,6%)

Stima UIL posti lavoro mediamente salvaguardati nel 2017: 172 mila

Dati per macro area:

NORD: 165,4 milioni (-50,5%)

MEZZOGIORNO: 105,5 milioni (-6%)

CENTRO: 80,2 milioni (-39,6%)

Dati regionali:

Aumento in 2 Regioni: Basilicata (+53%) e Puglia (+17,6%)

Ultime 3 Regioni con maggiore flessione: Friuli Venezia Giulia (-66,6%); Valle d'Aosta (-63,6%); Sardegna (-59,4%)

Dati provinciali:

Aumento in 13 Province

Le prime 5 province di maggior crescita: Potenza (+90%); Savona (+66,3%); Crotone (+55,8%); Brindisi (+55,4%) e Benevento (+46,6%).

Ultime 5 Province con maggiore riduzione: Frosinone (-82,8%); Mantova (-72,1%); Pordenone (-71,9%); Verona (-71,3%); Genova (-69,6%)

Settori produttivi:

Settore con più alto numero di ore autorizzate è l'industria con 273,2 milioni di ore (-39,7% rispetto al 2016), seguita dal commercio con oltre 34,8 milioni (-34,1%  sul  2016),  dall'edilizia  con  circa 34,8 milioni di ore (-30,1%) e dall'artigianato con 8 milioni di ore (-65,5%).

Roma, 24 gennaio 2018

Pubblicato in Notizie

Si invia in allegato Dlgs 202/2017, le cui disposizioni sono entrate in vigore lo scorso 12 gennaio, che, con riferimento al settore cinematografico ed audiovisivo, introduce due novità alla normativa sul contratto a tempo determinato (contenuta nel dlgs 81/2015).

Nello specifico amplia anche ai contratti a tempo determinato per la "produzione di specifiche opere audiovisive", la deroga al tetto del 20% di assunzioni con tale tipologia contrattuale; estende l'apprendistato, anche a tempo determinato, ad "attività in cicli stagionali nel settore del cinema e dell'audiovisivo".

 

UIL-Servizio Politiche attive e passive del lavoro

Pubblicato in Notizie
Etichettato sotto
Mercoledì, 24 Gennaio 2018 10:40

Ital UIL: il patronato e i suoi servizi

Domande di pensione vecchiaia, anzianità, reversibilità, estratti conto/verifica posizione assicurativa, invalidità civile e accompagnamenti, ricostituzioni/supplementi pensioni, pratiche Inail, disoccupazione - Naspi, indennità di maternità obbligatoria e facoltativa, permessi legge 104/92 e congedi straordinari assistenza persone con handicap, autorizzazione assegni familiari, domanda assegni familiari per colf e badanti, rinnovi dei permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari, test di italiano e dimissioni online.

Quest tutti i servizi offerti dall'ufficio Ital Uil. Il patronato Ital Uil di Alessandria dal 1 febbraio eroghera' ogni giorno di apertura 15 numeri per altrettante pratiche, per dedicare il giusto tempo ad ogni cittadino, evitando la formazione di code eccessive e lunghi tempi di attesa.

Pubblicato in Notizie

Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, è intervenuto agli Stati generali delle politiche giovanili, organizzato dal Forum nazionale dei giovani, sul tema lavoro e precarietà. Il leader della Uil ha ribadito la sua preoccupazione, già espressa in precedenti incontri, per l'affermazione di alcune piattaforme digitali che, di fatto, realizzano "forme moderne di caporalato o di intermediazione parassitaria. Non è questo il futuro che si può riservare ai nostri giovani ai quali dico che per guadagnare i propri spazi devono sgomitare.

Il punto - ha poi aggiunto Barbagallo - è che alla riduzione dei diritti e allo strapotere delle multinazionali non si può rispondere con logiche "locali": è necessario dare più forza al Sindacato europeo e a quello mondiale. Per sconfiggere il liberismo che impera, per evitare una sistematica riduzione dei redditi dei lavoratori e in particolare di quelli delle nuove leve e per restituire speranza ai giovani - ha concluso Barbagallo - serve più Sindacato nel mondo".

Pubblicato in Notizie

RAPPORTO GLI ITALIANI E LO STATO - 2017

Rapporto annuale sugli atteggiamenti degli italiani nei confronti delle istituzioni e della politica, realizzato su incarico del Gruppo L'Espresso.

Migliora e si increementa la fiducia degli italiani per i sindacati. La UIL registra un +6 rispetto alla precedente raccolta dati del 2016.

XX RAPPORTO GLI ITALIANI E LO STATO

Il Rapporto su Gli Italiani e lo Stato, giunto alla XX edizione, è realizzato da Demos & Pi per La Repubblica. La rilevazione è stata condotta da Demetra con metodo MIXED MODE (Cati - Cami - Cawi).
Periodo 04 - 12 dicembre 2017. Il campione (N=1211, rifiuti/sostituzioni/inviti: 11.759) è rappresentativo della popolazione italiana con 15 anni e oltre, per genere, età, titolo di studio e area, ed è stato ponderato in base alle variabili socio-demografiche (margine di errore 2.8%).
L'indagine è stata diretta, in tutte le sue fasi, da Ilvo Diamanti. Luigi Ceccarini, Fabio Bordignon, Martina Di Pierdomenico, Ludovico Gardani e Alice Securo hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati.
I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.

Documentazione completa su www.agcom.it

Pubblicato in Notizie

Riflettere ed adoperarsi sulla crescita del lavoro temporaneo

Il bilancio del 2017 si chiude con una media annua di 172 mila posti di lavoro salvaguardati dalla cassa integrazione, con un potenziale perdita di 112 mila posti di lavoro rispetto allo scorso anno (dati elaborati dal Servizio Politiche Attive e Passive della UIL).

La continua flessione di ore autorizzate che si è registrata anche a dicembre scorso fa totalizzare nel 2017 un calo del 39,3% di ore richieste rispetto al 2016 dove, al netto di una cassa integrazione in deroga in estinzione, ciò che preoccupa maggiormente è la brusca riduzione delle ore di cassa integrazione straordinaria (- 43,2%).

Il riscontro proveniente dai dati, sempre più vicini ai valori del 2008, mostra però un indicatore di persistente malessere delle aziende laddove le ore di cassa integrazione straordinaria vedono un aumento del 150,3% rispetto all'anno pre-crisi (a fronte di una riduzione del 7,2% delle ore di cigo).

Chiaramente questi dati vanno aggregati anche con quelli provenienti dal Fondo di Integrazione Salariale (FIS) che, ad oggi, vede oltre 12,5 milioni di ore autorizzate e un montante di richieste per 60 mila lavoratori, in continuo aumento dall'entrata in vigore dello strumento.

Altro dato di sofferenza è l'aumento, rispetto al 2016, delle domande di disoccupazione pervenute nel periodo gennaio-novembre dello scorso anno, a fronte di una diminuzione che ha caratterizzato il triennio precedente.

Ci domandiamo, quindi, se la flessione della cassa integrazione coniugata all'aumento delle domande di disoccupazione, abbia una ragion d'essere nella recente e stringente riforma degli ammortizzatori sociali o se possiamo interpretare la riduzione della cassa integrazione in senso di risalita del sistema produttivo.

In questa seconda ipotesi, il dato sulla disoccupazione in crescita andrebbe letto come segnale preoccupante dell'aumento della temporaneità del lavoro come evidenziato, attraverso i dati dell'Osservatorio sul Precariato, dalla forte crescita dei rapporti a termine nel corso del 2017 (+26% sullo stesso periodo del 2016), dal calo dei contratti stabili dovuto anche alla scelta delle imprese di attendere il nuovo anno per assumere con sgravi contributivi e dall'inevitabile forte incremento delle cessazioni (+24,2%), su cui occorre riflettere e adoperarsi.

Roma, 18 gennaio 2018

Pubblicato in Notizie

Sempre con voi

UIL Alessandria

© 2021. Tutti i diritti riservati.
Privacy Policy | Cookie Policy
Web by ModusOperandi

Search

No Internet Connection