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L'INPS informa che il prossimo 13 novembre scade il termine per presentare domanda per l'indennità COVID onnicomprensiva, pari a mille euro, prevista dal decreto Agosto per alcune categorie di lavoratori (stagionali o somministrati del turismo, intermittenti, occasionali etc.) le cui attività lavorative sono state colpite dall'emergenza epidemiologica COVID. Per i lavoratori marittimi l'indennizzo è di 600 euro ed è riferito ai mesi di giugno e luglio 2020.

Il termine di scadenza per le domande di indennità onnicomprensiva è stato introdotto dal decreto "Ristori" (DL 137/2020), in vigore il 29 ottobre scorso.

Coloro che hanno già beneficiato delle indennità COVID non devono presentare una nuova domanda: l'indennità onnicomprensiva verrà erogata dall'INPS secondo le precedenti modalità di pagamento qualora sussistano tutti i requisiti di legge.
Diversamente, in caso di prima richiesta o di richieste respinte, è necessario presentare la domanda all'INPS.

L'indennità COVID onnicomprensiva è rivolta:

Ai lavoratori stagionali del turismo e stabilimenti termali compresi i lavoratori in somministrazione;

Ai lavoratori appartenenti alle quattro categorie già individuate dal DL 20 aprile 2020 e dal DL Rilancio (turismo e stabilimenti termali, lavoratori intermittenti, lavoratori con contratti di lavoro autonomo o occasionale, incaricati di vendita a domicilio);

Ai lavoratori dello spettacolo;

Ai lavoratori a tempo determinato del settore turismo e stabilimenti termali.

Il 28 ottobre scorso l'INPS, con la circolare n. 125/2020, ha emanato le istruzioni amministrative per l'applicazione delle disposizioni in merito all'indennità onnicomprensiva.

Il Patronato ITAL è a disposizione dei lavoratori interessati per fornire le informazioni, l'assistenza e presentare le domande all'INPS.

Sono molti i docenti che stanno pensando seriamente di andare in pensione. Esiste ancora la possibilità, per l'ultima volta, di andare in pensione con quota 100, ovvero 62 anni di età e 38 di contributi.

Quota 100 ultima occasione per dire addio alla scuola

Andare in pensione dalla scuola con la famosa quota 100 sarà ancora possibile per questo ultimo anno scolastico 2020/2021.  In buona sostanza i lavoratori del comparto scuola potranno accedere alla pensione con quota 100, a partire dal 1° settembre 2021, se compiranno 62 anni di età entro il 31 dicembre 2021 e contemporaneamente avranno computati almeno 38 anni di contributi. Nella legge di bilancio 2021 sono previsti i fondi per consentire il pensionamento con quota 100, ma è giusto sottolineare che questa modalità non sarà più attuata in futuro e, se non si interviene con una riforma pensionistica alternativa, si torna alla formula imposta con la legge Fornero.

Pensione di vecchiaia applicata d'ufficio

Un docente che compie 67 entro il 31 agosto 2021 ed ha almeno 20 anni di contributi maturati, andrà in pensione di vecchiaia imposta d'ufficio. Se invece il docente, ma questo vale per tutti i lavoratori del comparto scuola che abbiano almeno 20 anni di contributi maturati, dovesse compiere i 67 entro il 31 dicembre 2021, allora potrà andare in pensione di vecchiaia ma a con espressa domanda dell'interessato, altrimenti resta in servizio un altro anno scolastico. Per i docenti o il personale Ata che pur avendo compiuto i 67 anni, non avessero raggiunto i 20 anni di contributi, è consentito restare in servizio fino al raggiungimento dei 20 anni di contributi ma al massimo fino a 71 anni di età.

Pensione anticipata a domanda o d'ufficio

Il docente che dovesse raggiungere i 42 anni di servizio e 10 mesi se è mascio oppure i 41 anni e 10 mesi se è donna, con età inferiore ai 65 snni di età, potrebbe richiedere il pensionamento anticipato a domanda, mentre, con la stessa anzianità di servizio, se ha compiuto i 65 anni di età entro il 31 agosto 2021, allora scaterebbe la pensione anticipata d'ufficio.

Lavoratori precoci con quota 41 e opzione donna

Esiste anche la possibilità, introdotta dalla legge Fornero per andare in pensione come lavoratore precoce con 41 anni di contributi a prescindere dall'età.

I lavoratori precoci che potrebbero andare in pensione dal 1° settembre 2021, sono coloro che nel 1979 avevano almeno 18 anni di età e avevano già 12 mesi di contributi versati e al 31 agosto 2021 hanno maturato 41 anni di contributi.

C'è anche la poco conveniente modalità di pensionamento, che vale solo per il genere femminile, "opzione donna" che dovrebbe essere confermata dalla legge di bilancio anche per l'anno 2021. Le donne con almeno 58 anni di età e 35 di contributi calcolati al 31 dicembre 2020, potranno andare in pensione con il meccanismo esclusivamente contributivo rinunciano ai periodi calcolati con il più conveniente retributivo.

Le OO.SS. FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, FIALS E NURSING UP e la maggioranza della RSU ASL AL, denunciano la gravissima carenza di personale del comparto sanità presso i presidi ospedalieri e i servizi territoriali dell'ASL AL, ormai assolutamente insufficiente per far fronte alla seconda ondata di pandemia oltre che all'attività ordinaria, chiedendo immediate assunzioni di infermieri e Operatori Socio Sanitari.
Denunciano altresì il rischio per la tenuta psicofisica dei professionisti impegnati a fronteggiare la prima ondata di pandemia marzo-giugno 2020, che si ritrovano impegnati in questa seconda fase con risorse umane numericamente inferiori a quelle della prima; a tal proposito è stato chiesto all'Asl di conoscere la dotazione organica complessiva e suddivisa per reparto e gli accorgimenti che intendono mettere in atto per contrastare queste gravi criticità.
Per quanto sopra annunciamo che, se nei prossimi giorni non verrà invertita la rotta con un effettivo riscontro alle nostre richieste di assunzioni straordinarie ed implementazione degli organici, siamo pronti a mobilitarci a salvaguardia dei lavoratori e dei cittadini.


FP CGIL -  CISL FP - UIL FPL - FIALS - NURSING UP

Alta adesione dei lavoratori e delle lavoratrici allo sciopero generale di 4 ore dei lavoratori metalmeccanici proclamato da Fim Fiom Uilm a sostegno del rinnovo del Contratto
Nazionale di Lavoro.
Fin dall'inizio del primo turno, in tantissime fabbriche in tutto il territorio nazionale i lavoratori hanno incrociato le braccia, fermando la produzione e formando innumerevoli presidi davanti ai luoghi di lavoro e in molti casi davanti alle Unioni degli industriali locali.
Scioperi, in molte aziende estesi per l'intera giornata lavorativa, che proseguiranno nel pomeriggio con l'uscita anticipata dal lavoro per giornalieri e turnisti.
Un segnale forte, determinato, quello dei lavoratori metalmeccanici in risposta all'intransigenza di Federmeccanica/Assistal che, rigettando le richieste salariali e normative contenute nella piattaforma rivendicativa, sta nei fatti impedendo la trattativa per il rinnovo del Ccnl.
Mai come ora gli aumenti salariali e l'estensione dei diritti dei lavoratori – a partire dal diritto di lavorare in salute e sicurezza – la formazione, il contrasto alla precarietà, la difesa dell'occupazione, rappresentano la ricetta necessaria per superare la crisi sanitaria ed economica, per rilanciare l'industria e qualificare il lavoro di operai, tecnici ed impiegati.
Dopo il successo dello sciopero di oggi spetta a Federmeccanica/Assistal riconvocare il tavolo negoziale e avanzare nuove proposte utili ad affrontare positivamente i temi posti da Fim Fiom Uilm per rinnovare il Ccnl, con contenuti salariali e normativi rispondenti alle legittime richieste dei lavoratori metalmeccanici.
Fim, Fiom, Uilm nazionale, nell'esprimere soddisfazione per la riuscita dello sciopero generale riconfermano il proprio impegno per rinnovare il Ccnl, garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, estendere i diritti, difendere l'occupazione.


Roma, 5 novembre 2020
Uffici stampa Fim, Fiom e Uilm

La pandemia ha prevalso sulle narrazioni di questi mesi, sprecati ad inseguire gli eventi e supportare posizioni di parte.

La realtà ha prevalso sulla narrazione: serve un atto di responsabilità e non limitarsi alla sospensione del concorso straordinario, ma serve una sessione di discussione che riguardi il reclutamento – commenta Pino Turi, segretario generale Uil Scuola, in merito alla sospensione dei concorsi pubblici prevista nel nuovo Dpcm.

Il percorso è saltato e va riprogrammato. C'è qualcuno che possa pensare ancora che la convivenza tra il concorso ordinario e lo straordinario possa ancora reggere?
Si tratta di agire e presto per non pregiudicare anche il prossimo anno scolastico.

Un tema che riguarda centinaia di migliaia di lavoratori che hanno acquisito anni ed anni di esperienza per i quali serve una selezione sui titoli, sul curriculum, con una prova finale di verifica.
Non vanno misurate capacità enciclopediche ma verificate le capacità professionali, quelle che si apprendono in classe, con i ragazzi.
Dobbiamo, ora più che mai – sottolinea Turi – pensare ad una sorta di percorso integrato pluriennale che abbia come finalità quella della continuità didattica.
Il sistema scolastico ha caratteristiche tali da richiedere percorsi costituzionali di reclutamento, come quelli che la scuola ha sempre avuto.

Il Dpcm ha sospeso tutti i concorsi pubblici e privati eccetto quelli che si svolgono per valutazione telematica o per curricula (allora esistono concorsi costituzionali diversi?), proprio quelli che erano stati concepiti e sottoscritti con gli accordo governativi presi con i predecessori dell'attuale ministro che peraltro, nella sua vita da sottosegretario, aveva anche condiviso – osserva Turi-

Ci auguriamo che non si pensi a riprendere, acriticamente, il percorso interrotto – aggiunge Turi.
Un percorso già pregiudicato, nella sua iniquità, dall'esclusione di molti candidati, che non hanno potuto partecipare per ragioni a loro non imputabili.

L'interruzione del calendario delle prove, a nostro parere – sottolinea Turi - archivia un concorso nato male e continuato peggio, che ora mette i candidati in posizioni diversificate.
Ancora altre disparità di trattamento.

Questo dpcm archivia il concorso e apre una strada di riflessione nuova che serve – propone il segretario della Uil Scuola - a mettere il prossimo anno scolastico nelle condizioni di avviarsi senza ritardi didattici ed educativi. Serve un piano nuovo di reclutamento. Non è tempo di polemiche o di rimpianti.

SE LA REGIONE NON PROVVEDERA' NELLE PROSSIME ORE AD UNA MASSICCIA ASSUNZIONE DI PERSONALE SANITARIO, TECNICO SANITARIO E DI SUPPORT SIAMO PRONTI A MOBILITARCI

In questi ultime settimane abbiamo assistito ad una serie di gravi carenze programmatiche da parte della Regione in merito al contrasto dell'emergenza Covid e la messa in sicurezza di tutto il personale del Servizio Sanitario Regionale.
Tra le varie spiccano certamente:
- la mancata attivazione dei Covid Hospital e la tardiva e in alcuni casi discutibile riorganizzazione della Rete Ospedaliera mediante la riconversione di 16 Presidi Ospedalieri del territorio piemontese;
- il mancato potenziamento del territorio e dell'assistenza infermieristica domiciliare;
- la tardiva esecuzione dei tamponi per il personale delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere del Piemonte, che ha determinato l'incompleta mappatura degli organici (che ad oggi si stima che i dipendenti contagiati superino il migliaio di unità) e il previdibile collasso dei laboratori analisi ospedalieri che hanno dovuto far fronte ad afflussi abnormi di utenti al di sopra della capacità di risposta;
- l'assenza di garanzia per tutto il personale della distribuzione delle mascherine FFP2.
Oltre tutto ciò, dobbiamo constatare con assoluto disappunto che di fronte ad una emergenza sanitaria che sta travolgendo il nostro territorio come tutto il Paese, la Regione abbia dato indicazioni
alle Aziende Sanitarie di "redistribuire ed impiegare per le attività ospedaliere, territoriali e di prevenzione connesse al trattamento ed al contenimento dell'epidemia Covid" il personale "liberato
dalle attività ordinarie", piuttosto che intervenire con un provvedimento d'urgenza per l'assunzione straordinaria di personale sanitario, tecnico sanitario e di supporto.
E' del tutto evidente che servono immediatamente assunzioni a tempo indeterminato, in numero adeguato, che garantiscano non solo la copertura del turn over ma anche l'aumento e il
rafforzamento strutturale delle dotazioni organiche.
Infine, troviamo incomprensibile, da parte della Regione, l'avvio di bandi di assunzione per Tempi Determinati della sola durata di 12 mesi quando, a rigor di logica, prolungare la durata contrattuale fino a 36 mesi consentirebbe una risposta in termini di candidature maggiormente apprezzabile poiché più attrattiva dando luogo alla possibilità futura di avviare un percorso di stabilizzazione.
Avevamo segnalato tutto questo già in primavera, con larghissimo anticipo rispetto alla drammatica seconda ondata pandemica. Memore degli enormi sforzi e sacrifici fatti dal personale sanitario
durante la prima ondata, la Regione Piemonte poteva fare molto per potenziare la capacità di risposta a questa nuova emergenza garantendo quel bene collettivo primario che è la salute e la sicurezza di chi lavora per garantirla a tutti.
Avremmo sperato di non dover denunciare, nuovamente, gli stessi gravi fattori di rischio per il personale già denunciati a marzo e la stessa sostanziale inerzia condita, questa volta, da incapacità
previsionale della Regione Piemonte.
Per tutto quanto sopra annunciamo che, se nei prossimi giorni non verrà invertita la rotta e la Regione non darà un effettivo riscontro alle nostre richieste di assunzioni straordinarie, siamo pronti a
mobilitarci a salvaguardia delle lavoratrici e lavoratori del Servizio Sanitario Regionale.


Torino 4 novembre 2020.


FP CGIL PIEMONTE CISL FP PIEMONTE UIL FPL PIEMONTE
Massimo ESPOSTO Alessandro BERTAINA Roberto SCASSA
FP CGIL MEDICI e DIRIGENTI SSN CISL MEDICI UIL FPL MEDICI
Paolo NUCCIO Germano GIORDANO Emiliano MAZZOLI

E' stato esteso il diritto alla maggiorazione finora spettante ai soggetti con più di sessanta anni, agli invalidi civili totali, ciechi civili assoluti e sordi titolari di pensione o che siano titolari di pensione di inabilità di età compresa tra i diciotto e i sessanta anni.

L'Inps torna ad occuparsi della questione, riportando informazioni riguardo alle modalità di pagamento dell'incremento nei confronti dei citati interessati, precisando che la maggiorazione economica è riconosciuta d'ufficio, non risultando quindi necessaria alcuna domanda.

L'aumento sarà corrisposto con le mensilità di novembre e dicembre 2020, con le quali saranno messe in pagamento anche le competenze arretrate dovute dal 20 luglio 2020.

L'importo spettante, per il 2020, potrà arrivare fino a 651,51 euro per 13 mensilità, nel rispetto dei limiti di reddito previsti dalla norma (8.469,63 euro per i beneficiari non coniugati e 14.447,42 euro, cumulati con il coniuge, per quelli coniugati).

Le pensioni in contanti di importo superiore ai mille euro devono essere accreditate solo su conto corrente postale o bancario, su libretto postale o su carta prepagata abilitata, con l'apposito codice IBAN, intestato al titolare della prestazione, su cui desiderano che sia accreditata la pensione e comunicato immediatamente all'INPS.

Se i redditi personali hanno subito una variazione nel corso del 2020, che incide sul diritto alla maggiorazione, ovvero non sono stati comunicati all'INPS, non si potrà procedere d'ufficio al riconoscimento della maggiorazione. Si dovrà quindi presentare una domanda amministrativa di ricostituzione reddituale, anche attraverso il Patronato, a seguito della quale l'Istituto procederà al riconoscimento del beneficio.

Il Patronato Ital Uil è a disposizione degli interessati per informazioni e inoltro telematico delle domande.

Fim Cisl, Fiom Cgil e UILM UIL di Alessandria hanno proclamato 8 ore di sciopero per giovedì 5 novembre nell'ambito dello sciopero nazionale indetto per il rinnovo del contratto nazionale Federmeccanica scaduto ormai 10 mesi fa. 

La mobilitazione mette al centro sei questioni fondamentali: la difesa dell'occupazione ed il rilancio dell'industria metalmeccanica, l'aumento dei salari, il miglioramento del welfare, dei diritti e delle tutele, la salute e la sicurezza dei lavoratori, la stabilizzazione dell'occupazione precaria e l'introduzione della clausula sociale nei cambi d'appalto, il riconoscimento delle competenze professioanli, la contrattazione dello smart working e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. In provincia di Alessnadia sono grandi aziende coinvolte in vertenze nazionali come l'ex Ilva di Novi Ligure, questione ancora oggi irrisolta, KME e SCT di Serravalle Scrivia, Bundy di Borghetto Borbera, Cerutti di Casale Monferrato, Dradura di Conzano e altre ancora che erano già in crisi prima della pandemia e non hanno soluzione. Altre realtà invece, a causa della pandemia, hanno fatto ricorso alla cassintegrazione come tante piccole e medie aziende che continuano a lavorare grazie ai propri dipendenti e ai protocolli anti contagio concordati con il sindacato e  le aziende.

FIM, FIOM e UILM hanno deciso di rimettere al centro le persone che lavorano, i loro diritti e la loro dignità.  I metalmeccanici si asterranno dal lavoro giovedì 5 novembre, ma non verranno chiamati in piazza perchè la salute deve venire prima di tutto e quindi inq uella giornata di lotta si terrà un presidio sotto a Confindustria Alessandria al quale parteciperanno  le RSU che portteranno simbolicamente gli striscioni delle aziende della provincia in cui si sta svolgendo lo sciopero. Il presidio si terrà in Via Legnano ad Alessandria dalle 10 alle 12.
Dal Covid si deve uscire con i contratti di lavoro rinnovati!

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri scrivono al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, per richiedere "già questa settimana" incontri tematici.

Di seguito il testo della missiva inviata oggi al Presidente del Consiglio:

Egregio Presidente, nel confronto tra di noi realizzato, che ha prodotto un primo importante risultato in materia di proroga cassa Covid e blocco dei licenziamenti fino al 21 marzo 2021, abbiamo convenuto di calendarizzare un programma di confronto e di possibile lavoro comune sulle importanti scelte di politica economica, sociale ed industriale che il Governo da lei presieduto, il nostro Paese e l'Europa sono chiamati a compiere in questa situazione inedita e straordinaria.

A tal fine, a partire per quanto ci riguarda dalle proposte che abbiamo elaborato e da un metodo di confronto che si misuri fin dalla fase di progettazione delle scelte e dei provvedimenti, è utile fissare già questa settimana incontri sulle seguenti materie, anche con specifici approfondimenti tematici:

1. L'utilizzo dei fondi e dei finanziamenti europei: linee guida, priorità e progetti (Next Generation UE, Fondi 2021/2027, Fondi per la coesione, Mes, Sure);

2. Decreto Ristori, Legge di Bilancio e Nadef 2021 (sanità, riforma fiscale, previdenza, pensioni e non autosufficienza,   riforma pubblica amministrazione, validità e rinnovo dei CCNL, rinvio elezioni Rsu, istruzione, formazione, assunzioni, investimenti pubblici, mezzogiorno, decontribuzioni, politiche industriali e gestioni crisi, politiche attive ed ammortizzatori sociali, servizi di conciliazione vita-lavoro, cultura, turismo e spettacolo, finanziamento Caaf e Patronati);

3. Aggiornamento protocolli sulla sicurezza.

In attesa di un suo cortese riscontro, cogliamo l'occasione per porgerle i nostri cordiali saluti.

Le Segreterie nazionali unitarie di Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil, esprimono forte preoccupazione per la risalita dei contagi da Covid 19 e per il crescente numero di focolai all'interno delle strutture sociosanitari residenziali per anziani.

"La tragedia che si è consumata la scorsa primavera all'interno delle strutture per anziani – dichiarano Spi, Fnp, Uilp – non può e non deve ripetersi. Bisogna intervenire immediatamente, mettendo in sicurezza tutte le strutture e garantendo la presenza di personale adeguatamente formato. Bisogna attuare piani di ricollocamento degli ospiti positivi al virus, che devono essere trasferiti in strutture idonee, per non trasformare le case di riposo in lazzaretti. Occorre inoltre garantire agli ospiti delle strutture la possibilità di restare in contatto con i propri parenti, anche attraverso gli strumenti digitali, perché i danni provocati dell'isolamento e dalla solitudine sono enormi, soprattutto per chi soffre di malattie cronico degenerative come le demenze.

Alla luce di questa seconda ondata, appare ancora più chiaro che l'intero sistema delle strutture residenziali sociosanitarie per anziani va profondamente riformato. Servono sistemi più efficaci di accreditamento, monitoraggio e controllo delle strutture, con un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni sindacali dei pensionati. Bisogna ridurre al massimo l'istituzionalizzazione; potenziare e sperimentare forme di residenzialità alternativa, come cohousing e appartamenti solidali; favorire la permanenza delle persone anziane nelle proprie case, assistendole in modo adeguato. Questa riorganizzazione deve essere inserita in un più grande progetto di rilancio del Ssn: bisogna trovare soluzioni alla carenza e alla precarizzazione del personale medico e infermieristico; è fondamentale potenziare prevenzione, riabilitazione, cure intermedie, medicina del territorio e favorire le cure domiciliari, inserendo in modo molto più organico i medici di medicina generale all'interno del Servizio sanitario nazionale; è necessario collegare maggiormente la rete ospedaliera con l'assistenza primaria e la medicina territoriale all'interno di un rafforzamento della rete socio sanitaria integrata, dare piena attuazione al Piano nazionale cronicità, così da garantire la presa in carico e la continuità assistenziale; risulta importante implementare l'innovazione tecnologica in campo medico, sia nell'assistenza ospedaliera, sia in quella domiciliare, dalla telemedicina, alla robotica, alla protesica; è infine giunto il momento di emanare una legge quadro nazionale sulla non autosufficienza che assicuri servizi e sostegni adeguati e omogenei in tutto il territorio nazionale. Questo va fatto utilizzando al meglio tutte le risorse disponibili, italiane ed europee, Mes compreso".

Le Segreterie nazionali di Spi, Fnp, Uilp annunciano una mobilitazione tra fine novembre e i primi di dicembre. Le pacifiche pantere grigie vogliono, nel rispetto dei protocolli e delle regole, far sentire la propria voce ed evitare che nelle piazze, luogo del giusto dissenso democratico, si infiltrino frange di violenti e criminali. I Sindacati dei pensionati vogliono fare la propria parte per far ripartire l'Italia.

 

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