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Mercoledì, 18 Febbraio 2015 10:54

Seminario Uil sui decreti attuativi del Jobs Act

Ieri a Torino si è tenuto un seminario dove sono stati illustrati i decreti attuativi del Jobs Act.

Materiale in allegato.

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Mercoledì, 11 Febbraio 2015 09:52

Seminario Uil sui decreti attuativi del Jobs Act

Il 17 febbraio al Pacific Hotel Fortino di Torino, si terrà un seminario tenuto dalla UIL sui decreti attuativi del Jobs Act.

In allegato il programma della giornata.

 

 

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Martedì, 03 Febbraio 2015 10:36

Risposte su Contratto a tutele crescenti e Naspi

A seguito di alcune pertinenti osservazioni di nostri quadri, nel corso dei seminari tenuti in Abruzzo ed in Campania, riteniamo opportuno segnalarvi queste considerazioni frutto, anche, di risposte (informali) di dirigenti del ministero del lavoro e di esperti:

Trasferimento d'azienda e cessione ramo d'azienda (art 2112 c.c.):

-non si ritiene applicabile il nuovo contratto a tutele crescenti ai lavoratori che transitano ad azienda acquirente, in quanto il rapporto di lavoro e' senza soluzione di continuita'.

-ne consegue che l'acquirente, non potra' beneficiare per tali lavoratori dell'esonero contributivo previsto dalla legge di stabilita' 2015.

-non verificandosi una interruzione del rapporto di lavoro, l'alienante non e' obbligato al pagamento del ticket licenziamento di cui all'art. 2, comma 31, legge 92/2012

-la circolare inps n.17 del 29.1.2015 prevede che possa beneficiare dell'esonero contributivo triennale, il "datore di lavoro privato che nella sua qualita' di acquirente o affittuario di azienda o di ramo aziendale, in attuazione dell'obbligo previsto dall'art.47, comma 6 della legge 428/1990, entro 1 anno dalla data di trasferimento aziendale, assuma a tempo indeterminato lavoratori a tempo determinato che non siano passati alle sue dipendenze".

Cambio di ragione sociale: non si ritiene applicabile il nuovo contratto a tutele crescenti

Naturalmente restiamo a disposizione per ulteriori approfondimenti su altre questioni non chiare, fermo restando che i testi definitivi dei decreti 134 e 135 saranno approvati nelle prossime settimane.

In allegato qualche prima risposta del Ministero del Lavoro e dell'Inps in merito ad alcune novità introdotte nei due schemi di decreto legislativo (tutele crescenti e Naspi).

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Il Jobs Acts varato dal governo Renzi nel mese di dicembre, apporterà numerosi cambiamenti alle regole del lavoro.Due decreti attuativi sono stati già emessi mentre altri sono in via di definizione tra cui, in particolare, quello riguardante il documento di regolarità contributiva.

Di seguito riportiamo un articolo di Ediltecnico – Quotidiano online per professionisti tecnici dell'edilizia, che offre una panoramica sui cambiamenti che subiranno le modalità di verifica della regolarità contributiva con l'applicazione del Jobs Act, in particolare la irregolarità di una impresa edile in futuro non sarà più in capo alla Cassa Edile ma al SIRCE. 

il mio norme è SIRCE, sarò il nuovo DURC

Il Sistema Informativo della Regolarità Contributiva Edile sarà il SIRCE, procedura prevista dall'art. 4 del Jobs Act (D.L. n. 34/2014), per semplificare il Documento Unico di Regolarità Contributiva DURC. Si sta cercando insomma di smaterializzare le procedure e modificare i requisiti di regolarità.
L'impostazione basata sulla richiesta di regolarità, sull'istruttoria entro 30 giorni e sull'ottenimento del certificato di regolarità contributiva sarà sostituita dalla verifica telematica autoprodotta dal richiedente.

La verifica avviene tramite un'unica interrogazione presso gli archivi dell'INPS, dell'INAIL e delle Casse edili indicando il codice fiscale del soggetto per cui viene effettuate la richiesta. Il certificato, se l'interrogazione avrà esito positivo, avrà durata di 120 giorni dalla data di acquisizione.

Il sistema SIRCE si colloca sulle nuove procedure semplificate: laCNCE realizzerà il Sistema Informativo nazionale per la verifica della Regolarità Contributiva Edile (SIRCE, appunto)  allo scopo di scambiare i dati con i siti appositi  degli Istituti pubblici: Casse edili e diretti  interessati potranno verificare le posizioni contributive.

Il SIRCE riceve dalle Casse  i dati mensili relativi alla posizione contributiva delle imprese e rende disponibili ad INPS e INAIL le informazioni relative alla regolarità contributiva; tramite il SIRCE, INPS e INAIL possono  inoltre acquisire i dati relativi alle consultazioni di imprese non regolari e attivare la procedura di invito alla regolarizzazione. Infine, si possono comunicare a INPS e INAIL le regolarizzazioni effettuate.

Lo scambio dei dati con INPS e INAIL avrà un ruolo centrale per il funzionamento del sistema.

L'aggiornamento del SIRCE prevede che le Casse Edili devono inviare, entro il 15 di ogni  mese, codice fiscale delle  imprese iscritte e codice fiscale imprese irregolari – importo debito contributivo. I dati relativi alle regolarizzazioni vanno invece inviati lo stesso giorno in cui è avvenuta la registrazione.

L'art. 4 del D.L. n. 34/2014 ha modificato anche i requisiti per la verifica della regolarità: avranno rilevanza i pagamenti scaduti, fino all'ultimo giorno del secondo mese antecedente a quello in cui la verifica è effettuata, a condizione che sia scaduto anche il termine di presentazione delle relative denunce retributive, e dovranno anche essere comprese le posizioni dei lavoratori dell'impresa con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, e a progetto.

Il SIRCE consente di effettuare le interrogazioni anche alle imprese presenti nella banca dati e questo consentirà alle imprese dal giorno 16 all'ultimo giorno del mese, dì intervenire per regolarizzarsi o per chiedere chiarimenti in merito alla propria posizione.

Aspetto importante è quello relativo alle regolarizzazioni: l'interrogazione telematica deve consentire la possibilità di regolarizzare le posizioni che risultassero ostative al rilascio del DURC. Il principio esisteva già col "vecchio DURC", chiamiamolo non interattivo. Ne viene estesa l'applicabilità anche ai fini della verifica della dichiarazione sostitutiva relativa al requisito di cui all'art. 38, comma 1, lettera i), D.Lgs. n. 163/2006 e in tutti i casi in cui al posto del DURC è prevista l'acquisizione della dichiarazione sostitutiva. È previsto che abbia valore non la data in cui l'interessato ha dichiarato di essere in regola ma la data in cui la dichiarazione è stata resa.

Oggi la data è fissa (quella dichiarata in sede di partecipazione alla gara d'appalto) e non si applica la procedura di sospensione e regolarizzazione entro i 15 giorni, ma esclusivamente la possibilità di essere dichiarato in regola solo se l'irregolarità non risulta grave ai sensi dell'art. 8, comma 3, D.M. 24 ottobre 2007, secondo cui non è tale uno scostamento tra le somme dovute e quelle non versate, con ciascun istituto previdenziale e a ciascuna cassa edile, in misura pari o inferiore al 5% tra le somme dovute e quelle versate con riferimento a ciascun periodo di paga o di contribuzione o, comunque, uno scostamento inferiore a 100 euro. Il versamento della somma dovrà avvenire entro 30 giorni dal rilascio del DURC.

Se l'impresa non è iscritta, deve accedere agli archivi INPS per verificare la sede territoriale INPS di iscrizione dell'impresa (comunque la sede legale).

La Commissione nazionale paritetica per le Casse edili ha annunciato l'avvio del Sistema Informativo della Regolarità Contributiva Edile. Ma prima che il SIRCE sia realtà, vale ancora il DURC.

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A seguire (e in allegato) trasmettiamo il testo, illustrato ieri, martedì 20 gennaio, dal Segretario Confederale UIL Guglielmo Loy all'Audizione della Commissione Lavoro del Senato, delle Osservazioni UIL ai decreti AG 134 e  AG 135 (JOBS ACT, su Contratto a tutele crescenti e Naspi).

La UIL ha seguito con attenzione il dibattito parlamentare che ha preceduto la approvazione, da parte del Governo, dei decreti legislativi sui quali si aspetta il parere delle Commissioni. Abbiamo espresso  giudizi critici sull'intera legge delega. In particolare colpisce, negativamente, come si sia scelto di partire dai provvedimenti sulla "uscita" dal lavoro (licenziamenti), anziché affrontare con coraggio la strada maestra delle politiche per la crescita e, per quanto riguarda il lavoro, dalla costruzione di forti impalcature che sostengano le  persone, espulse dal ciclo produttivo, attraverso vere e profonde politiche attive del lavoro. In sostanza si affida alla "flex", e non alla "security", il bisogno di innovazione.

Anche in questo quadro, è però possibile evitare altri errori ed invitiamo le Commissioni a riflettere su come indicare al Governo possibili soluzioni. In particolare, riteniamo prematuro e non socialmente sostenibile, l'allargamento ai licenziamenti collettivi delle nuove norme sui licenziamenti illegittimi di natura economica. Un cambiamento così radicale nella gestione delle crisi aziendali, dovrebbe essere accompagnato da un significativo investimento non solo sulle politiche attive, ma anche sui sistemi di protezione sociale.

Come sapete ci si avvia verso una riduzione significativa della funzione di uno degli  strumenti  principali  che ha consentito a decine di migliaia di persone di non passare dal disagio di lavorare in un azienda in crisi, alla totale mancanza di reddito: la indennità di mobilità. In questo quadro, le novità introdotte dal legislatore sulla materia, affiderebbero sostanzialmente all'impresa le modalità di individuazione delle lavoratrici e dei lavoratori da licenziare, con una sanzione minima in caso di violazione, che determinerebbe una situazionedi grande disagio e timore tra i lavoratori. Il rischio è che si allarghino occasioni di licenziamenti immotivati e, nella sostanza, discriminatori.

Alla stessa stregua andrebbero considerati i licenziamenti nelle situazioni di cambi di appalto che, come per i licenziamenti collettivi, dovrebbero essere esclusi dall'applicazione della nuova normativa, onde evitare una ingiusta ed ingiustificata riduzione di tutele per coloro che, senza alcuna interruzione, continuano a prestare la propria opera nel medesimo posto di lavoro.

Ovviamente, anche sui licenziamenti individuali riteniamo si possano apportare miglioramenti: innanzitutto innalzare l'indennizzo per quelli economici per evitare il rischio, da noi denunciato, che le imprese non corrette "utilizzino" gli incentivi, molto generosi, previsti dalla Legge di Stabilità per garantirsi risorse da destinare all'indennizzo da pagare in presenza di sanzione stabilita dal giudice.

Ed inoltre, sui licenziamenti  disciplinari  è fondamentale rinviare alle tipizzazioni di condotte riconducibili alle sanzioni di tipo conservativo definite dalla contrattazione collettiva ovvero dai codici disciplinari.

Riteniamo giuridicamente e "socialmente" inaccettabile, che vi sia evidente  sproporzione tra il fatto materiale contestato (soprattutto se si riferisce ad una lieve inadempienza) e  la sanzione del licenziamento.

Per i lavoratori che, comunque, accetteranno di definire il contenzioso sul licenziamento tramite la nuova conciliazione facoltativa, è opportuno estendere  l'accesso alla Naspi (cosi come avviene in caso di accordo con la procedura di conciliazione obbligatoria prevista dalla legge 92).

Sul decreto legislativo riguardante la NASPI, riteniamo possibili alcune modifiche: rivedere, innanzitutto, il tetto previsto per la contribuzione figurativa e, soprattutto,  rimediare al grave errore  di fissare  a 18 mesi la durata massima, già a partire dal 2017, anno in cui verrà definitivamente cancellata l'indennità di mobilità.

Va modificata la previsione contenuta all'art.3, comma 1 lettera c, che introduce tra i requisiti necessari per accedere alla prestazione in NASPI, un periodo  pari a 30 giornate di "lavoro effettivo".

Tale previsione rischia di escludere i lavoratori  provenienti da un periodo di cassa Integrazione  e che al termine del quale sono destinatari di un provvedimento di licenziamento.

Molti aspetti critici sul tema degli ammortizzatori sono dovuti anche dalle scelte compiute con la Legge di Stabilità. Ed invitiamo la Commissione a farsi promotrice affinché vengano corretti, con particolare riguardo alla contraddittoria scelta di non stanziare risorse aggiuntive per le diverse tipologie di contratti di solidarietà, e alla eliminazione delle risorse destinate alla integrazione degli interventi di fondi ed enti bilaterali in presenza di una sospensione temporanea del lavoro.

Siamo certi che la Commissione, come già dimostrato nel corso del dibattito sulla legge delega, saprà cogliere queste proposte.

20 Gennaio 2015

 

Uil Servizio Politiche del Lavoro e della Formazione

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Stiamo assistendo, in questi giorni, ad alcuni "siparietti" su lavoro e jobs Act che confermano tutte le nostre preoccupazioni e i nostri dubbi.Mentre nell'ultimo rapporto della Commissione Ue sull'occupazione si bacchetta l'Italia accusandola di far poco per aiutare i giovani a trovare lavoro, il vicepresidente della stessa Commissione, Katainen, si spertica in generose lodi sulla cosiddetta riforma varata dal nostro Governo.

E a proposito del Jobs Act, poi, lo stesso Katainen parla di una medicina che deve essere assunta. Una medicina, appunto: tanto amara, però, da far temere - ad esempio - ai giovani della Mc Donald's un potenziale peggioramento della propria condizione, oggi garantita dai buoni risultati conseguiti grazie alla recente contrattazione.

Tutto questo accade mentre Bankitalia taglia di molto le stime di crescita del Pil per il 2015 e continua a vedere fattori di fragilità nei processi occupazionali.

La verità è che piuttosto di una medicina generica e dagli effetti collaterali devastanti, il nostro Paese avrebbe bisogno di un potente ricostituente. Ci si attivi dunque, in Europa e in Italia, per attuare un piano di investimenti vero ed efficace come quello realizzato negli USA: i pannicelli caldi e le cure inadeguate rischiano solo di far peggiorare la situazione.

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Mercoledì, 31 Dicembre 2014 11:08

Decreti attuativi Jobs Act

Materiale in allegato alla nuova Aspi e al contratto a tutele crescenti.

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DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLO SEGRETARIO GENERALE UIL

Questo Jobs Act non risolverài problemi del mondo del lavoro; anzi, farà emergere contraddizioni che non saràfacile gestire. Un vero Jobs Act, invece, dovrebbe determinare la soluzione delle crisi aziendali ancora aperte e prevedere investimenti pubblici e privati.

Da questo punto di vista, abbiamo apprezzato la soluzione adottata per l'Ilva che dà un futuro a uno stabilimento strategico per la nostra economia e crea le condizioni per salvaguardare l'ambiente di quel territorio.

Risolvere le vertenze aperte, puntare sugli investimenti per lo sviluppo e l'occupazione, correggere gli errori che scaturiranno dai decreti appena approvati sono solo alcuni degli obiettivi che ci porremo giàa partire dai primi giorni del nuovo anno. Chiederemo a CGIL e CISL di predisporre, insieme, un percorso comune e iniziative unitarie per ottenere questi risultati.

Roma, 26 dicembre 2014

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Dichiarazioni del Segretario generale Uila Stefano Mantegazza

"Domani, 23 dicembre, alla Camera sarà definitivamente approvata la legge di Stabilità: un solo articolo e 755 commi che i senatori hanno votato senza avere il tempo di leggere.
Il testo definitivo sembra in larga parte quello che il presidente del Consiglio aveva presentato al parlamento spiegando che avrebbe cambiato verso al paese. Ce lo auguriamo ma temiamo che l'Italia del 2015 sarà pericolosamente simile a quella di quest'anno" ha dichiarato Stefano Mantegazza, segretario generale Uila-Uil.

"La legge di stabilità riduce i costi del lavoro per le imprese, che ringraziano, ma che continueranno a non investire: il paese vive una crisi di domanda; le aziende, con eccezione di quelle che esportano, non sanno a chi vendere i loro prodotti e i loro servizi. Questa situazione è destinata a permanere. Infatti, non avendo tagliato la spesa pubblica improduttiva mancano le risorse utili a incentivare i consumi. I tagli della legge di stabilità riconducibili alla spending review sono poco più di 9 miliardi, circa la metà rispetto all'obiettivo fissato nel Def; circa il 10% di quello che secondo noi si poteva tagliare.
Renzi si era impegnato a ridurre partecipate e centri di spesa. Nel primo caso parliamo di 38 mila poltrone, nel secondo di 24.000 strutture che comprano di tutto e di più in nome e per conto dello Stato, spesso a prezzi esorbitanti" ha detto ancora Mantegazza.

"Capisco che affondare il bisturi nelle cancrene della politica sia complicato ma con quei tagli ripartivano i consumi, estendendo il bonus degli 80 euro a incapienti e pensionati e rinnovando i contratti del pubblico impiego. Con quei tagli si evitavano le piccole e grandi angherie inferte ai lavoratori dipendenti come la tassazione ordinaria del TFR e i dazi sulla previdenza integrativa.
Con quei tagli si evitavano le maxi-clausole di salvaguardia dei conti pubblici, a partire da quelle legate all'aumento dell'IVA o delle accise sulla benzina. Tutto rinviato, tutto dimenticato: così l'Italia non cambierà verso" ha concluso.

"Alcuni giornali tornano a raccontare la favoletta degli 800 mila nuovi posti di lavoro che, come per incanto, si materializzeranno nel nostro paese a partire dal 1° gennaio 2015, in virtù del nuovo contratto a tutele crescenti.
Magari fosse! Ma purtroppo non sarà.
Le imprese, senza una ripresa dei consumi non aumenteranno gli organici solo perché si riduce il costo del lavoro. Come dicono gli economisti: nessun cavallo beve se non ha sete.
L'opportunità offerta dal legislatore sarà però sicuramente sfruttata per far fronte all'ordinario turn over che avviene nel nostro paese ogni anno (1 milione e mezzo di persone lascia un lavoro a tempo indeterminato e viene sostituito) e in luogo dei contratti a termine: al posto di tre persone occupate per una parte dell'anno ne avremo due a tempo pieno".
Queste le parole del segretario generale Uila-Uil, Stefano Mantegazza a commento dell'articolo su La Stampa di oggi che stima 800.000 nuovi posti di lavoro per il prossimo anno.

 

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Il leader della Uil, al tavolo del confronto, ha avvisato il Governo: "È singolare constatare come questo provvedimento entusiasmi la parte datoriale. Era stato promesso ai giovani che si sarebbe parlato, per loro, di occupazione: oggi però la riunione è iniziata parlando di licenziamenti.Aspettiamo di leggere i testi, ma se le cose fossero così come le avete dette, vi promettiamo lotte crescenti".

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